Giorgetto Giugiaro, dopo l'incidente: "Salvo grazie all'auto moderna"

Giorgetto Giugiaro sopravvive a un incidente grazie ai sistemi di sicurezza delle auto moderne e lancia una riflessione sul costo della tecnologia

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 3 ago 2025
Giorgetto Giugiaro, dopo l'incidente:

L’esperienza personale può spesso trasformarsi in un potente messaggio universale, soprattutto quando a viverla è una figura di spicco come Giorgetto Giugiaro. A 87 anni, il celebre maestro del design automobilistico si è trovato faccia a faccia con la fragilità della vita durante un drammatico incidente sulle strade della Sardegna. Un ribaltamento che avrebbe potuto avere esiti tragici, ma che si è invece concluso con un inno alla resilienza e, soprattutto, alla tecnologia auto che oggi rende le nostre vetture sempre più sicure.

«Sono vivo. E lo devo alla tecnologia che ho contribuito, nel mio piccolo, a plasmare», racconta con lucidità e gratitudine Giugiaro, che ha scelto di condividere la sua esperienza sulle colonne de La Stampa. La sua riflessione, tuttavia, va ben oltre il semplice racconto personale: diventa un’occasione per sollevare una questione cruciale che riguarda milioni di automobilisti italiani, ovvero il profondo divario di sicurezza stradale tra chi guida veicoli di ultima generazione e chi, invece, si trova quotidianamente a bordo di automobili ormai datate.

I dispositivi che possono salvare la vita

Secondo le stime, le auto moderne garantiscono fino a sette volte più probabilità di sopravvivere a un incidente rispetto ai modelli più vecchi. Una differenza abissale, resa ancora più drammatica dal fatto che l’età media del parco auto italiano si aggira oggi intorno ai 12-13 anni. Questo significa che moltissimi veicoli circolanti sono privi dei più avanzati dispositivi di sicurezza, lasciando gli occupanti esposti a rischi che la tecnologia avrebbe già potuto ridurre drasticamente.

«La sicurezza, oggi, è un lusso», osserva amaramente il designer torinese. Un’affermazione che colpisce per la sua schiettezza e che pone l’accento su una delle grandi contraddizioni del nostro tempo: la sicurezza stradale non dovrebbe essere un privilegio riservato a chi può permettersi una vettura nuova, ma un diritto garantito a tutti. Eppure, i dati parlano chiaro: nel 2024, in Italia si sono registrati ben 173.364 incidenti stradali, molti dei quali hanno coinvolto auto sprovviste dei sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione.

Le cause

Le cause di questa situazione sono molteplici. Da un lato, le politiche di incentivazione al rinnovo del parco auto si sono rivelate spesso insufficienti a rendere accessibili le nuove tecnologie a tutte le fasce della popolazione. Dall’altro, il costo delle vetture dotate dei più recenti dispositivi di sicurezza resta ancora troppo elevato per molte famiglie italiane. Sistemi come il controllo elettronico della stabilità, la frenata automatica d’emergenza e soprattutto gli airbag multipli, sono ancora ben lontani dall’essere una dotazione universale, soprattutto tra le auto più datate.

Eppure, proprio l’esperienza di Giorgetto Giugiaro dimostra quanto questi strumenti possano fare la differenza tra la vita e la morte. Dopo il terribile incidente, il maestro è tornato nella sua Torino con un busto ortopedico, ma con uno spirito intatto e una nuova consapevolezza: «Le idee non si fermano. E forse, chissà, da questa disavventura nascerà un nuovo modo di pensare la sicurezza». Un messaggio che va ben oltre la sua vicenda personale e che si trasforma in un vero e proprio appello rivolto a istituzioni, costruttori e cittadini.

Il racconto importante

Il racconto di Giugiaro si fa quindi portavoce di una richiesta di mobilità più equa e di un accesso diffuso alle innovazioni che possono salvare vite umane. È necessario superare la logica per cui la tecnologia auto più avanzata sia prerogativa di pochi, per trasformarla invece in un patrimonio condiviso da tutti gli automobilisti. Solo così sarà possibile ridurre drasticamente il numero di incidenti stradali e garantire che ogni viaggio sulle nostre strade sia all’insegna della sicurezza, indipendentemente dal modello o dall’età della vettura.

In conclusione, la storia di Giorgetto Giugiaro ci ricorda che dietro ogni innovazione c’è una responsabilità collettiva: quella di fare in modo che il progresso tecnologico non lasci indietro nessuno. Il futuro della sicurezza stradale passa anche dalla capacità di rendere le auto moderne e i loro dispositivi di sicurezza un bene accessibile, non un privilegio. Un impegno che deve vedere coinvolti tutti gli attori del settore, perché solo così potremo trasformare ogni esperienza, anche la più drammatica, in una spinta verso un domani più sicuro per tutti.

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