Sicurezza stradale: quasi la metà dei più giovani ignora i limiti stradali
Il 47% dei giovani non conosce il limite di velocità urbano: la confusione sembra dovuta alle regole troppo frammentate.
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Un recente sondaggio lancia un segnale d’allarme sulla sicurezza stradale tra i più giovani: quasi la metà dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni ignora il limite di velocità nei centri abitati. L’indagine, condotta da Brum, ha coinvolto oltre 5.700 partecipanti e mette in luce una preoccupante lacuna nella conoscenza delle regole fondamentali della circolazione. Il dato più eclatante? Il 47% degli intervistati non sa che il Codice della Strada stabilisce il limite massimo di 50 km/h nei centri urbani.
Alla base di questa incertezza si trova una combinazione di fattori: la formazione alla guida non sempre aggiornata, la mancanza di una normativa uniforme tra i diversi comuni e la proliferazione di regolamenti locali, come l’introduzione delle cosiddette zone 30. Queste aree, nate per promuovere una mobilità dolce e una maggiore attenzione ai pedoni e ai ciclisti, stanno diventando sempre più diffuse ma, allo stesso tempo, contribuiscono a generare confusione tra i futuri automobilisti.
Proprio questa frammentazione normativa è uno dei punti critici sottolineati da Brum, startup innovativa impegnata nel rinnovamento della formazione alla guida. “Non è più solo una questione di regole, ma di chiarezza”, afferma Luca Cozzarini, co-founder e CEO della giovane azienda. Secondo Cozzarini, le iniziative locali sono sicuramente importanti per adattare la viabilità alle esigenze specifiche dei territori, ma l’eccessiva differenziazione rischia di disorientare soprattutto chi si trova alle prime esperienze al volante.
La necessità di una maggiore coerenza e semplicità normativa è stata portata all’attenzione della Camera dei Deputati attraverso un appello formale presentato da Brum. La proposta si articola su più fronti: aggiornare i programmi didattici per renderli più aderenti alle reali esigenze della strada, riconoscere l’istruttore come una figura professionale qualificata anche in relazione alle nuove tecnologie e promuovere una cultura della sicurezza stradale uniforme in tutto il Paese.
La situazione fotografata dal sondaggio rivela quanto sia urgente un intervento sistematico che semplifichi il quadro normativo e rafforzi la formazione alla guida. Solo così si può garantire che i giovani automobilisti sviluppino una piena consapevolezza delle regole e delle responsabilità che comporta mettersi al volante. Non si tratta solo di rispettare il limite di velocità, ma di interiorizzare un atteggiamento responsabile e attento verso la propria sicurezza e quella degli altri utenti della strada.
Brum, pur essendo attiva da meno di due anni, ha già contribuito a formare migliaia di studenti grazie a un approccio innovativo che sfrutta la tecnologia didattica. Attraverso un’app dedicata, gli aspiranti guidatori possono esercitarsi con quiz interattivi, simulazioni ufficiali e contenuti multimediali che riproducono scenari di guida reali. L’app consente inoltre di monitorare i propri progressi e ricevere feedback personalizzati, rendendo il percorso di apprendimento più coinvolgente ed efficace.
Le zone 30, nate per favorire una mobilità dolce e migliorare la qualità della vita nei quartieri urbani, rappresentano un esempio concreto di come le amministrazioni locali stiano cercando di rispondere alle nuove esigenze di sicurezza e sostenibilità. Tuttavia, senza un quadro di riferimento chiaro e condiviso, queste iniziative rischiano di perdere efficacia e di confondere i giovani automobilisti che si affacciano per la prima volta alla guida.
L’appello alla Camera dei Deputati va dunque nella direzione di una riforma profonda, che punti a un sistema di regole più chiaro, aggiornato e omogeneo. Solo così sarà possibile costruire una cultura della sicurezza stradale davvero solida e garantire che ogni nuovo automobilista sia preparato ad affrontare le sfide della mobilità contemporanea, con competenza e senso di responsabilità.
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