Sepolta per 31 anni sotto un aghi di pino, Porsche 911 risorge

Una Porsche 911 Targa ritrovata in Idaho dopo 31 anni: il proprietario Markos Marzouca avvia un restauro per conservare la patina e rimettere in ordine il motore originale flat six

Sepolta per 31 anni sotto un aghi di pino, Porsche 911 risorge
F C
Fabrizio Caratani
Pubblicato il 12 nov 2025

Nel cuore selvaggio dell’Idaho, avvolta dal silenzio di una fitta foresta e dal fruscio degli aghi di pino, una leggenda automobilistica è riemersa dall’oblio: una rara Porsche 911 Targa è stata ritrovata dopo oltre trent’anni di abbandono. Il destino di questa vettura sembrava segnato, circondata da scoiattoli e invasa dalla natura, ma oggi rappresenta il simbolo di una straordinaria rinascita grazie alla passione di un collezionista che ha scelto di restituirle nuova vita attraverso un meticoloso restauro conservativo.

Il protagonista di questa incredibile storia è Markos Marzouca, esperto e appassionato di auto d’epoca, che non appena ha scorto la silhouette inconfondibile della 911 tra i rami, ha immediatamente intuito il valore storico e collezionistico di questo esemplare. Nonostante la carrozzeria corrosa, gli interni devastati dalle intemperie e i segni lasciati da piccoli roditori che ne avevano fatto la loro dimora, la vettura ha rivelato subito un potenziale unico. Con circa 101.000 miglia percorse tra Stati Uniti occidentali e Canada, la Porsche racconta una storia fatta di viaggi e avventure, ma anche di lunghi anni trascorsi in solitudine.

Motore originale

Ciò che rende davvero eccezionale questo ritrovamento è la presenza del prezioso motore flat six da 2,0 litri originale, che dopo decenni di inattività ha stupito lo stesso Marzouca: il propulsore risponde ancora alla rotazione manuale del volano, segno che la base meccanica, seppur bloccata nei comandi, conserva una vitalità insperata. Un dettaglio che non solo accresce il valore della vettura, ma offre solide basi per un recupero fedele e rispettoso della sua storia.

Il progetto di restauro pensato da Marzouca si distingue per un approccio equilibrato e rispettoso dell’autenticità. L’obiettivo non è quello di cancellare i segni del tempo, ma di esaltarli, mantenendo la cosiddetta “ratty patina” che racconta le vicissitudini della vettura. Interventi mirati riguarderanno soprattutto il sottoscocca e la meccanica, fondamentali per restituire sicurezza e affidabilità alla guida. I primi lavori si sono già concentrati sulla sostituzione dei pannelli più corrosi, in particolare nell’area delle sospensioni, dove la ruggine aveva compromesso la struttura portante.

Un recupero coi segni del tempo

Questa filosofia di recupero si inserisce nel vivace dibattito che anima il mondo del collezionismo d’auto storiche: meglio restaurare completamente oppure preservare l’autenticità, inclusi i segni lasciati dal tempo? Nel caso della Porsche 911 Targa, la scelta di valorizzare la patina originale e i dettagli vissuti si sposa perfettamente con la sua storia. Introdotta nel 1965 come compromesso tra coupé e cabriolet, la Targa si distingue per l’iconico arco rollbar e il tetto rigido asportabile, elementi che hanno reso questo modello un’icona senza tempo nella storia Porsche.

Le sfide tecniche che attendono Marzouca sono tutt’altro che semplici: oltre alla riattivazione del motore flat six, sarà necessario bonificare completamente gli interni dai detriti organici accumulati negli anni, trattare la corrosione diffusa e ripristinare la funzionalità dei comandi bloccati. Il collezionista ha pianificato il lavoro in fasi progressive, con l’ambizioso obiettivo di completare il restauro entro la fine dell’anno, restituendo così alla comunità degli appassionati un pezzo unico di storia automobilistica.

Completamente autentica

Un aspetto di grande rilievo è rappresentato dall’autenticità del telaio e dalla provenienza documentata: questa Porsche 911 Targa fu originariamente venduta attraverso il celebre concessionario Vasek Polak in California, dettaglio che ne accresce ulteriormente il valore sia dal punto di vista storico che collezionistico. La presenza del motore originale e la storia dettagliata dell’esemplare confermano come, a volte, i veri tesori automobilistici possano emergere dai luoghi più inaspettati, pronti a essere riscoperti e celebrati dalle nuove generazioni di appassionati.

La vicenda di questa Porsche, che dopo trentuno anni di silenzio nella foresta dell’Idaho si prepara a tornare sulle strade, dimostra come la passione, la competenza e il rispetto per l’autenticità possano trasformare un relitto dimenticato in un simbolo di rinascita e di continuità storica. Un esempio perfetto di come la cultura del restauro possa valorizzare il passato, offrendo alle auto d’epoca una seconda occasione per emozionare e ispirare.

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