Psa Group condannata, ritardi nella sostituzione degli airbag Takata
La Corte d’Appello di Torino conferma sanzioni a Psa Group per ritardi nella sostituzione degli airbag Takata. Azione collettiva avviata
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173.000 veicoli equipaggiati con dispositivi di sicurezza potenzialmente letali, 22.000 proprietari ancora ignari del rischio e una sanzione di 20.000 euro al giorno per ogni ritardo nella gestione del richiamo. Questi sono i numeri che descrivono la grave vicenda che coinvolge il PSA Group Italia, recentemente condannato dalla Corte d’Appello di Torino per l’inadeguata gestione del richiamo degli airbag Takata difettosi.
La sentenza ha confermato il primo grado
La sentenza di secondo grado ha confermato in toto la decisione del tribunale di primo grado, respingendo il ricorso presentato dalla casa automobilistica. Il provvedimento interessa migliaia di veicoli, in particolare i modelli Citroën C3 e DS 3, prodotti tra il 2009 e il 2019. Questi veicoli sono stati equipaggiati con airbag che, in caso di malfunzionamento, potrebbero mettere seriamente a rischio l’incolumità dei passeggeri.
La Corte ha evidenziato gravi lacune nella strategia comunicativa adottata dall’azienda. Nonostante l’obbligo di avvisare tempestivamente i proprietari, a febbraio 2025 risultavano ancora 22.000 automobilisti non informati del pericolo. Il PSA Group ha inizialmente utilizzato esclusivamente gli indirizzi del Pubblico Registro Automobilistico, ignorando l’ordine del tribunale che richiedeva un’indagine anagrafica più approfondita. Solo a marzo 2025, con grave ritardo, l’azienda ha iniziato a rispettare questa disposizione.
Denunciati ulteriori disagi
Le associazioni dei consumatori, tra cui Adusbef e Codacons, che si sono costituite parti civili nel processo, hanno denunciato ulteriori disagi per i proprietari dei veicoli coinvolti. Molti di loro hanno dovuto affrontare lunghi tempi di attesa per la sostituzione airbag, con numerosi veicoli rimasti inutilizzabili per mesi. Questo ha causato notevoli disagi agli automobilisti, che si sono trovati privati del loro mezzo di trasporto per un periodo prolungato.
Per ogni giorno di ritardo nel completamento delle sostituzioni, la Corte ha confermato una penale di 20.000 euro, con scadenza fissata al 31 gennaio 2025. Gli importi delle sanzioni saranno destinati alle associazioni dei consumatori, che hanno già avviato un’azione collettiva per ottenere il risarcimento dei danni subiti dagli automobilisti. Questa decisione rappresenta un importante precedente nella tutela dei diritti dei consumatori, evidenziando la necessità di interventi rapidi ed efficaci in situazioni di rischio per la sicurezza.
Il caso mette in luce gravi conseguenze
Il caso del PSA Group è emblematico e mette in luce le gravi conseguenze di una gestione inadeguata dei richiami di sicurezza. La vicenda potrebbe fungere da monito per altre case automobilistiche, spingendole ad adottare protocolli più rigorosi e ad assicurare una comunicazione più efficace con i clienti. L’incolumità degli utenti deve essere una priorità assoluta, e la gestione dei richiami rappresenta un elemento cruciale per garantire la fiducia nel settore automobilistico.
La questione degli airbag Takata difettosi ha sollevato un dibattito globale sulla responsabilità delle case automobilistiche e sull’importanza di rispettare rigorosamente le normative in materia di sicurezza. Questo caso dimostra che ritardi e carenze nella comunicazione possono avere conseguenze legali ed economiche significative, oltre a compromettere la reputazione del marchio. La speranza è che questa vicenda possa portare a un miglioramento delle procedure di richiamo, a beneficio di tutti gli automobilisti.