"L'auto elettrica al 100% è un errore", parola dell'ex CEO di Renault

Luca De Meo lancia l'allarme: domanda in calo, 4-5 milioni di immatricolazioni perse e rischio per gli investimenti. Propone auto elettriche urbane con batterie 30 kWh e chiede flessibilità sulla deadline 2035

"L'auto elettrica al 100% è un errore", parola dell'ex CEO di Renault
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Giorgio Colari
Pubblicato il 21 ott 2025

L’Europa si trova di fronte a una delle sfide più complesse e decisive per il futuro della industria automobilistica europea: la transizione verso la mobilità elettrica. Un tema che, negli ultimi mesi, sta alimentando un acceso dibattito tra produttori, istituzioni e associazioni ambientaliste, soprattutto dopo l’intervento di Luca de Meo, ex CEO di Renault e ora manager di Kering, pubblicato sulle pagine di Milano Finanza. Le sue riflessioni hanno riacceso i riflettori su una questione centrale: la rapidità con cui l’Europa sta imponendo la svolta verso l’elettrico puro rischia di compromettere la competitività del continente, se non si tengono in considerazione percorsi intermedi e più flessibili.

Il mercato è in difficoltà

Secondo Luca de Meo, il comparto automobilistico europeo si trova ancora in una fase di fragilità. I dati sulle immatricolazioni lo confermano: il mercato non è ancora riuscito a tornare ai livelli pre-pandemici, con una perdita stimata tra i 4 e i 5 milioni di nuove auto vendute negli ultimi anni. A questa dinamica negativa si aggiunge un altro elemento critico: l’aumento dei prezzi dei veicoli. De Meo attribuisce questa crescita alle sempre più stringenti politiche UE in materia di emissioni e sicurezza, che obbligano i costruttori a investire massicciamente in ricerca e sviluppo, aumentando la complessità tecnologica dei nuovi modelli e, di conseguenza, i costi di produzione e di vendita.

Il punto più controverso resta però il divieto 2035, ossia la scadenza fissata dall’Unione Europea per lo stop definitivo alla vendita di auto a combustione interna. Una misura che, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrebbe accelerare la decarbonizzazione del settore, ma che secondo De Meo rischia di mettere in crisi la filiera produttiva europea, ancora poco preparata a una transizione così repentina. Il manager suggerisce, come alternativa più pragmatica, di puntare su auto elettriche urbane equipaggiate con batterie 30 kWh: veicoli meno costosi, più leggeri e perfettamente adeguati alle esigenze di mobilità quotidiana nelle città europee. Questa soluzione, sostiene De Meo, consentirebbe di mantenere la produzione locale e tutelare i posti di lavoro, senza rinunciare all’obiettivo delle zero emissioni.

Un’idea condivisa

Non sorprende che la proposta abbia raccolto il favore di molti produttori europei, che da tempo chiedono maggiore flessibilità nelle politiche UE per evitare di cedere ulteriore terreno ai concorrenti extraeuropei. Nel settore si parla già di possibili modifiche alla normativa: si ipotizza uno slittamento del divieto 2035 al 2040, oppure l’introduzione di deroghe specifiche per i veicoli ibridi, in modo da consentire una transizione più graduale e meno traumatica per l’ecosistema industriale europeo. Una decisione definitiva dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno, quando la Commissione Europea e gli Stati membri saranno chiamati a valutare l’impatto economico e sociale delle misure adottate.

Sul fronte opposto, però, le associazioni ambientaliste ribadiscono la necessità di una transizione rapida e totale verso l’elettrico, giudicando ogni rallentamento come un rischio concreto per il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dall’Unione. Secondo questi gruppi, solo una svolta decisa potrà garantire la decarbonizzazione del settore e la leadership europea nella mobilità sostenibile.

Piccole elettriche da città, la giusta soluzione

Gli analisti del settore, dal canto loro, sottolineano come la proposta di puntare su auto elettriche urbane dotate di batterie 30 kWh rappresenti un compromesso interessante e strategico. Una scelta che potrebbe rendere finalmente accessibili le vetture a zero emissioni anche ai segmenti di mercato oggi esclusi dall’offerta, penalizzati da prezzi troppo elevati e da una tecnologia spesso percepita come eccessivamente sofisticata per l’uso quotidiano.

Il confronto tra le diverse posizioni è destinato a intensificarsi nei prossimi mesi, con istituzioni, industria e gruppi di interesse impegnati a trovare un equilibrio tra le ambizioni ambientali e la sostenibilità economica della trasformazione in atto. La posta in gioco è alta: il futuro della industria automobilistica europea e la capacità del continente di restare competitivo in uno scenario globale in rapidissima evoluzione.

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