Jeremy Clarkson vorrebbe il ritorno dell'Alfa Spider: "Venderebbe tantissimo"

Jeremy Clarkson propone il rilancio delle auto iconiche europee come risposta alla crescita cinese nell'elettrico. Renault 5, Citroën 2CV e Panda protagoniste

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 29 lug 2025
Jeremy Clarkson vorrebbe il ritorno dell'Alfa Spider:

Nel panorama dell’automotive europeo, si fa sempre più strada una strategia che unisce nostalgia e innovazione per fronteggiare la crescente pressione esercitata dal mercato cinese delle auto a elettrico. A rilanciare il dibattito è stato Jeremy Clarkson, celebre volto televisivo e autorevole esperto del settore, che ha acceso i riflettori sulla recente Renault 5 elettrica, lodandola come esempio di una formula vincente: il recupero delle auto iconiche del passato, reinterpretate in chiave moderna, come risposta europea all’invasione delle vetture asiatiche.

L’Alfa Spider farebbe il “botto”

Secondo Clarkson, il patrimonio storico dell’automobilismo europeo rappresenta un’arma competitiva potentissima, in grado di colmare il divario creatosi negli ultimi anni con i produttori asiatici. Il ritorno sulle scene di modelli che hanno segnato intere generazioni, come la Citroën 2CV o la Fiat Panda, non si limita a un’operazione di marketing nostalgico, ma diventa una vera e propria strategia industriale. L’obiettivo? Rafforzare l’identità culturale e il valore percepito dei marchi europei, proponendo vetture che raccontano una storia e incarnano uno stile di vita unico.

Non è un caso che la stessa Citroën stia valutando seriamente la reintroduzione della leggendaria Citroën 2CV in versione elettrica, seguendo il percorso già tracciato da Fiat con la 500. L’idea di Clarkson si spinge oltre: anche una Alfa Romeo Spider reinterpretata per il nuovo millennio potrebbe rivelarsi una mossa vincente, offrendo al pubblico un mix di emozione, tradizione e tecnologia all’avanguardia.

Il motivo di questa tendenza è chiaro: i costruttori europei si trovano oggi a dover competere con aziende cinesi che dispongono di vantaggi difficilmente colmabili sul piano dei costi di produzione e dell’accesso alle materie prime. I giganti asiatici, infatti, controllano gran parte delle risorse indispensabili per la produzione delle batterie e possono contare su una forza lavoro vasta e a basso costo. In questo scenario, la concorrenza diretta sui prezzi appare proibitiva per i marchi europei.

Le icone servono

Per i produttori di lusso, come Ferrari, Rolls-Royce e Lamborghini, la situazione è diversa: la loro esclusività e il prestigio storico permettono di difendere la propria posizione sul mercato, rivolgendosi a una clientela disposta a pagare cifre elevate per modelli unici e irripetibili. Ma, come sottolinea ironicamente Clarkson, “nessuno pagherebbe mezzo milione per una Corsa, anche se fosse rivestita di materiali pregiati”. I marchi generalisti, quindi, sono chiamati a trovare nuove strade per distinguersi e conquistare i consumatori.

Ecco allora che il ricorso alle auto iconiche diventa una risorsa strategica. Vetture come la Renault 5, la Fiat 500 e le potenziali versioni elettriche della Citroën 2CV o della Alfa Romeo Spider non sono semplici mezzi di trasporto, ma veri e propri simboli. Rappresentano un legame profondo con la memoria collettiva europea e, allo stesso tempo, offrono una visione proiettata verso il futuro della mobilità sostenibile.

Una partita difficile

Per i produttori cinesi, invece, questa carta è molto più difficile da giocare. Nonostante la loro impressionante capacità produttiva, manca quel valore simbolico e culturale che le grandi icone europee trasmettono al pubblico occidentale. I tentativi di rilanciare marchi storici acquisiti da parte di aziende asiatiche, infatti, spesso non riescono a conquistare il cuore dei consumatori europei, che percepiscono tali operazioni come poco autentiche.

In un mercato automobilistico sempre più omologato e competitivo, il revival delle auto iconiche si configura quindi come una delle strategie più efficaci per differenziarsi e affermare la propria identità. Non si tratta solo di introdurre nuove tecnologie, ma di saper raccontare una storia, mantenere vivo un patrimonio e offrire esperienze che vadano oltre la semplice funzione di trasporto. È questa la sfida che attende i costruttori europei: saper coniugare tradizione e innovazione per continuare a scrivere pagine memorabili nella storia dell’automobile.

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