In Francia investono nell'autostrada che ricarica le auto BEV: conviene?

Il progetto 'Charge While You Drive' in Francia dimostra la ricarica wireless in autostrada: 2 km, bobine a 10 cm, 200 kW, 4 kWh trasferiti. La tecnologia funziona ma i costi e l'estensione restano il nodo centrale per una diffusione su larga scala

In Francia investono nell'autostrada che ricarica le auto BEV: conviene?
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Giorgio Colari
Pubblicato il 3 nov 2025

Immaginate un futuro in cui le auto elettriche non sono più costrette a fermarsi per fare il pieno di energia: la ricarica wireless direttamente sotto l’asfalto è la rivoluzione che sta prendendo forma in Francia. Una vera e propria svolta tecnologica per la mobilità sostenibile, grazie al progetto Charge While You Drive, che sta sperimentando la ricarica in movimento su un tratto di strada vicino Parigi. Questo innovativo sistema promette di cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo all’autonomia delle vetture elettriche e alla gestione delle infrastrutture dedicate.

Nel dettaglio, la sperimentazione francese si svolge su un tratto di 2 chilometri situato a sud-ovest della capitale. Qui, sotto la superficie stradale, sono state installate delle bobine che consentono ai veicoli elettrici di ricaricarsi senza alcun contatto fisico, semplicemente viaggiando. Il progetto ha visto un investimento di ben 26 milioni di euro e il sistema è capace di erogare fino a 200 kW di potenza, una cifra che permette di passare dal 20% al 50% di carica della batteria in meno di dieci minuti. Un risultato impressionante che mette in discussione la necessità di fermarsi presso le tradizionali colonnine rapide.

Primi risultati significativi

I primi risultati sono già significativi: la tecnologia funziona e promette di eliminare uno degli ostacoli principali alla diffusione dei veicoli elettrici, ovvero il tempo di sosta per la ricarica. Tuttavia, la lunghezza limitata del tratto sperimentale consente un trasferimento energetico di circa 4 kWh, traducibile in circa 50 chilometri di autonomia aggiuntiva. Un valore che, seppur interessante, evidenzia come per ottenere benefici realmente significativi sarebbe necessario estendere la copertura della infrastrutture su tratti più lunghi, idealmente tra i 5 e i 10 chilometri. Questo, però, comporterebbe un aumento esponenziale dei costi, sia in termini di realizzazione che di manutenzione.

La questione centrale, dunque, non è solo tecnologica ma soprattutto economica e politica: i governi saranno disposti a investire miliardi per dotare le principali arterie di autostrada di questa tecnologia? La risposta varia a seconda del contesto energetico di ciascun Paese. In Francia, dove oltre il 90% dell’elettricità proviene da fonti nucleari e rinnovabili, l’investimento sembra più facilmente giustificabile. In Italia, invece, la situazione è più complessa, sia per la diversa composizione del mix energetico, sia per le sfide infrastrutturali. È probabile, quindi, che si proceda con progetti pilota di portata ridotta, come quello già avviato a Brescia.

Induzione elettromagnetica

Dal punto di vista tecnico, il sistema si basa sull’induzione elettromagnetica, che permette il trasferimento di energia senza la necessità di collegamenti fisici tra strada e veicolo. I vantaggi sono evidenti: comfort per l’utente, eliminazione delle soste obbligate e aumento dell’autonomia reale delle vetture. D’altro canto, però, ci sono alcune criticità da considerare: l’efficienza della ricarica wireless è inferiore rispetto ai sistemi tradizionali via cavo, con conseguenti perdite energetiche e una maggiore complessità nella manutenzione delle infrastrutture integrate nell’asfalto.

Gli esperti del settore sottolineano anche le difficoltà nel definire un modello di business sostenibile. I costi iniziali sono elevati e le colonnine rapide attualmente rappresentano una soluzione più semplice e meno onerosa dal punto di vista delle opere civili. Queste ultime sono più facilmente implementabili e richiedono investimenti più contenuti, anche se offrono un’esperienza utente differente rispetto alla ricarica wireless in movimento.

Ricarica in movimento

Sul fronte ambientale, la ricarica in movimento potrebbe portare a una riduzione della necessità di batterie di grande capacità. Veicoli più leggeri significherebbero minore impatto ambientale legato alla produzione delle batterie stesse. Tuttavia, il reale beneficio per il clima dipenderà in larga misura dalla fonte di energia utilizzata per alimentare il sistema: solo un mix energetico pulito potrà garantire un vantaggio concreto in termini di emissioni.

Mentre i test continuano per valutare la durabilità, la sicurezza e i costi di gestione a lungo termine, un’altra sfida importante riguarda la standardizzazione. I produttori di auto elettriche dovranno collaborare per garantire interoperabilità e sviluppare standard comuni che consentano la diffusione su larga scala della ricarica wireless in movimento. In definitiva, questa innovazione rappresenta una prospettiva entusiasmante, destinata probabilmente a integrare – più che a sostituire – l’attuale ecosistema di ricarica, a patto che si trovino soluzioni finanziarie e strategie di pianificazione adeguate.

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