Ha un primato mondiale e ne esistono solo 40 unità: valore elevato

Rara GM EV1 (VIN V212) del 1997 venduta per 104.000$ ad Atlanta. Ritrovata in stato d'abbandono, l'auto riapre il dibattito sulle scelte di General Motors e il valore storico delle auto elettriche

Ha un primato mondiale e ne esistono solo 40 unità: valore elevato
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Giorgio Colari
Pubblicato il 31 ott 2025

Un vero e proprio salto indietro nel tempo per gli appassionati di motori: una rarissima EV1 del 1997, considerata il primo vero esperimento di auto elettrica moderna prodotta in serie, è stata battuta all’asta per la cifra record di 104.000 dollari. L’evento, che ha destato grande clamore tra esperti e collezionisti, segna un nuovo capitolo nella storia della mobilità sostenibile, mettendo in luce il valore crescente di modelli pionieristici come questo, realizzati da General Motors alla fine degli anni Novanta.

Un esemplare malmesso

L’esemplare protagonista di questa vicenda, riconoscibile dal numero di telaio V212, è stato proposto all’asta da Peak Auto Auctions in condizioni tutt’altro che ottimali: vetri rotti, segni evidenti di abbandono e danni causati dall’esposizione agli agenti atmosferici. Eppure, proprio questa patina di vissuto, insieme alla sua straordinaria rarità, ha contribuito a far lievitare il prezzo finale, ben oltre le aspettative iniziali e persino sopra il listino di alcune delle più avanzate auto elettriche oggi sul mercato, come il Tesla Cybertruck.

Il ritrovamento della EV1 è stato quasi casuale: il veicolo era stato segnalato come abbandonato dal servizio di sicurezza della Clark Atlanta University, prima di essere messo all’incanto. A rendere ancora più interessante la storia di questo esemplare, c’è un primato curioso: si tratta dell’unica auto elettrica della sua specie ad aver raggiunto i 10.500 piedi di altitudine, un record non ufficiale che aggiunge ulteriore fascino a un modello già di per sé leggendario.

Ne esistono circa 40

La rarità della EV1 è ormai proverbiale tra gli addetti ai lavori. Dei circa 1.100 esemplari prodotti nelle due generazioni sviluppate da General Motors, oggi ne sopravvivono meno di 40, rendendo ogni unità superstite un vero e proprio cimelio. Questa scarsità ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare il valore raggiunto all’asta, alimentando la competizione tra collezionisti disposti a tutto pur di assicurarsi un pezzo di storia dell’automobile.

Ma la vicenda della EV1 va ben oltre il semplice collezionismo. Il suo destino è diventato un caso emblematico nella storia dell’industria automobilistica americana. Lanciata sul mercato quasi esclusivamente tramite formule di leasing, la General Motors decise in seguito di richiamare e distruggere la quasi totalità delle vetture prodotte, una scelta che ancora oggi alimenta dibattiti e teorie. Da una parte, c’è chi attribuisce la decisione a ragioni economiche, dall’altra chi sospetta una strategia deliberata per frenare lo sviluppo della mobilità elettrica in un periodo in cui il settore era ancora agli albori.

Un pezzo di storia

Per i collezionisti e gli appassionati di storia dell’auto, ogni EV1 rappresenta molto più di un semplice oggetto raro: è un simbolo della prima vera incursione di un grande costruttore nel mondo delle auto elettriche, un esperimento che ha anticipato di decenni il boom attuale del settore. Il fascino di questi modelli, però, si accompagna a sfide non indifferenti: il restauro e la manutenzione di vetture così tecnologicamente datate comportano costi elevati e difficoltà nel reperire ricambi, elementi che possono scoraggiare anche i più motivati.

Dopo l’asta, diversi esperti di mercato hanno sottolineato come il crescente interesse verso le origini della mobilità elettrica stia contribuendo a rivalutare modelli pionieristici come la EV1. Tuttavia, resta forte la preoccupazione per la conservazione di questi veicoli, spesso trascurati o dimenticati fino a quando non vengono riscoperti e rivalutati come veri e propri reperti storici.

La vendita avvenuta ad Atlanta dimostra in modo lampante come oggetti apparentemente abbandonati possano trasformarsi in preziose testimonianze di un’epoca cruciale per l’evoluzione della mobilità sostenibile. Un appello implicito, rivolto a istituzioni e privati, affinché altri esemplari vengano recuperati e preservati, a beneficio delle generazioni future e della memoria storica di un settore che oggi più che mai guarda all’innovazione e al rispetto per l’ambiente.

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