Chi genera più profitto nel mondo auto? Al primo posto un mito

Classifica profitti H1 2025: Ferrari primeggia con oltre 118.000€ per auto. Porsche, Tesla e i grandi marchi vedono i margini ridursi. Analisi numeri e scenari

Chi genera più profitto nel mondo auto? Al primo posto un mito
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Giorgio Colari
Pubblicato il 29 set 2025

Nel panorama automobilistico globale, il primo semestre del 2025 ha confermato un trend ormai evidente: Ferrari si posiziona saldamente al vertice della classifica dei profitti per veicolo, distanziando in modo netto tutti i principali concorrenti. Un risultato che si traduce in numeri impressionanti: 118.124 euro di profitto per auto, una cifra che supera di oltre venti volte quella dei marchi immediatamente successivi e che accentua ulteriormente il divario già rilevato nel 2024. In un contesto in cui la maggior parte dei costruttori si trova ad affrontare una contrazione dei margini, la casa di Maranello si conferma un caso più unico che raro nel settore.

L’analisi dettagliata

L’analisi dettagliata di Car Industry Analysis, focalizzata sulla prima metà dell’anno, evidenzia una netta polarizzazione nel comparto automotive. Se da un lato Ferrari rafforza la propria leadership, passando dai 108.673 euro per auto del 2024 agli attuali 118.124 euro, dall’altro lato anche i marchi premium accusano il colpo di una situazione di mercato sempre più complessa. Il secondo gradino del podio è occupato da Jaguar Land Rover, che si ferma a 5.126 euro di profitto per veicolo, seguita da Porsche con 4.905 euro. Quest’ultimo dato risulta particolarmente significativo: la casa tedesca ha visto un crollo dei margini rispetto ai 13.806 euro dell’anno precedente, sintomo di una pressione crescente sui conti.

A completare la top five troviamo Mercedes, con un profitto medio di 2.497 euro per vettura, e BMW, che si attesta a 2.029 euro. Entrambe le case tedesche registrano una riduzione dei margini rispetto agli anni precedenti, segno di una difficoltà diffusa anche tra i marchi storicamente più solidi e profittevoli. Il quadro che emerge è quello di un settore in cui solo l’eccellenza, la distintività del prodotto e la forza del brand consentono di mantenere risultati economici di rilievo.

Tesla manca nella top 5

Un elemento che non passa inosservato è l’assenza di Tesla dalla lista dei primi cinque produttori per profitto per auto. Il colosso americano ha visto scendere il proprio margine da 9.684 euro nel 2023 a circa 3.500 euro nel 2024. Questa contrazione è attribuibile principalmente alla riduzione dei listini, una strategia adottata per stimolare la domanda in un momento di rallentamento delle vendite. La dinamica mette in luce come anche i pionieri della mobilità elettrica debbano fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita e con una domanda meno vivace del previsto.

Le cause di questa generale erosione dei margini sono molteplici. L’intensificarsi della competizione sui prezzi, la necessità di proporre sconti per sostenere i volumi di vendita e l’aumento dei costi fissi – legati soprattutto agli investimenti in tecnologia e nella transizione verso i veicoli elettrici – stanno pesando in modo significativo sui bilanci delle case automobilistiche. In particolare, l’esigenza di investire su nuove piattaforme, batterie e software si traduce in una riduzione della redditività a breve termine, con molte aziende che scelgono di assorbire parte di questi costi invece di trasferirli integralmente sui consumatori.

Lo scenario generale

In questo scenario, Ferrari si conferma come un’eccezione alla regola. L’esclusività dei suoi modelli, il posizionamento ultra-premium e i volumi produttivi limitati permettono alla casa italiana di preservare margini elevati anche in una fase di mercato caratterizzata da forti turbolenze. Il marchio di Maranello, inoltre, guarda al futuro con ottimismo: il debutto del primo modello completamente elettrico, atteso nei prossimi mesi, potrebbe ulteriormente rafforzare la sua posizione di leadership, a patto che venga mantenuto il carattere distintivo e il posizionamento di fascia alta che da sempre ne rappresentano la forza.

Gli analisti sottolineano come la profonda trasformazione in atto nel settore automotive imponga una revisione delle strategie commerciali e del mix di prodotto. Le case automobilistiche sono chiamate a trovare un equilibrio tra la necessità di sostenere la redditività e l’obbligo di rimanere competitive in un mercato sempre più orientato verso la decarbonizzazione e l’innovazione tecnologica. In questo contesto, solo chi saprà differenziarsi per qualità, tecnologia e valore del brand potrà aspirare a risultati solidi e duraturi.

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