Bruxelles pensa alla tassa sulla benzina per aumentare le entrate

Scopri gli impatti del sistema Ets 2 del Fit for 55: aumenti dei costi, critiche politiche e sfide per il settore automotive europeo

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 giu 2025
Bruxelles pensa alla tassa sulla benzina per aumentare le entrate

Il nuovo sistema Ets 2, parte integrante della strategia climatica europea Fit for 55, promette di generare entrate significative per l’Unione Europea, pari a 705 miliardi di euro tra il 2027 e il 2035. Tuttavia, il rovescio della medaglia è rappresentato da un possibile aumento delle bollette energetiche fino al 41%. La Commissione Europea sta valutando l’idea di destinare una parte di questi proventi al bilancio pluriennale 2028-2034, una decisione che ha sollevato preoccupazioni, considerando l’impegno originario di utilizzare tali risorse per sostenere le famiglie vulnerabili attraverso il Social Climate Fund.

Divisione negli Stati

Il sistema emissioni, che dal 2027 includerà anche i carburanti auto privati e il riscaldamento domestico, sta creando divisioni tra gli Stati membri. Francia e Polonia sono in prima linea nel richiedere un rinvio, temendo conseguenze economiche che potrebbero ricordare le proteste dei gilet gialli. L’Italia, invece, ha recepito la direttiva solo nell’autunno scorso, mentre altri Paesi devono ancora completare questo processo.

Dal punto di vista finanziario, la situazione è particolarmente complessa. Bruxelles necessita di circa 30 miliardi di euro annui per coprire il rimborso dei bond del Recovery Fund e finanziare nuove priorità strategiche, tra cui le spese militari. Tra le opzioni in discussione figurano anche una tassa digitale e prelievi su prodotti alimentari processati e pacchi extra-UE.

Una dimensione politica

Il dibattito ha rapidamente assunto una dimensione politica. In Italia, il Movimento 5 Stelle ha definito la misura un “boomerang economico e sociale”, mentre la Lega ha criticato l’approccio “tassa e spendi”. Matteo Renzi, invece, ha accusato Bruxelles di proporre “idee stupide”. A livello europeo, la Germania si oppone alla perpetuazione dei bond dell’Ngeu, mentre la Danimarca adotta una posizione più aperta.

In questo contesto, il carbon pricing si rivela un elemento chiave per conciliare ambizioni ambientali, sostenibilità economica e giustizia sociale. Tuttavia, l’Unione Europea si trova a navigare in acque turbolente, con un panorama politico sempre più polarizzato. Le sfide principali restano quelle di garantire che gli obiettivi climatici non si traducano in un onere insostenibile per i cittadini e di mantenere l’equilibrio tra esigenze economiche e ambientali.

Ultime notizie