Auto, quanto sono aumentati i prezzi in 7 anni: i segmenti più colpiti

Analisi dei prezzi auto in Europa: segmenti B e C in crescita, differenze tra SUV e modelli tradizionali, trend dal 2018 al 2025 e impatto sui consumatori

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 19 ago 2025
Auto, quanto sono aumentati i prezzi in 7 anni: i segmenti più colpiti

Il mercato auto Europa sta vivendo una trasformazione epocale, caratterizzata da una crescita dei prezzi auto che non ha precedenti nella storia recente. Quello che fino a pochi anni fa sembrava un fenomeno limitato a specifici segmenti o modelli, oggi interessa trasversalmente tutte le fasce di prodotto, con una particolare incidenza sulle categorie più popolari e sulle tipologie di vetture maggiormente richieste dal pubblico europeo. A confermare questa tendenza è un’analisi dettagliata di Jato Dynamics, che ha monitorato l’andamento dei listini nei principali mercati continentali dal 2018 al 2025, facendo emergere dati che impongono una seria riflessione sulle dinamiche attuali e future del settore.

Segmenti B e C i più colpiti

Nel periodo considerato, l’aumento medio dei prezzi auto nei segmenti più diffusi – il segmento B e il segmento C, oltre ai relativi SUV – ha raggiunto livelli record, oscillando tra il 34% e il 36%. Si tratta di una vera e propria impennata, che ha visto le utilitarie avvicinarsi ai prezzi delle medie di qualche anno fa e i SUV diventare sempre più esclusivi dal punto di vista economico. Questi segmenti, da soli, rappresentano circa il 60% delle vendite totali in Europa, il che rende l’impatto degli aumenti particolarmente significativo per la stragrande maggioranza dei consumatori.

Dietro questa crescita esponenziale dei prezzi auto si celano molteplici fattori. In primo luogo, la aumento costi produzione, spinta dalla carenza di semiconduttori che ha colpito duramente la filiera automotive a livello globale. A ciò si sono aggiunte le conseguenze della pandemia, che ha provocato interruzioni nelle catene di approvvigionamento e una riduzione della capacità produttiva. Non meno rilevanti sono state le tensioni geopolitiche, che hanno contribuito a incrementare i costi delle materie prime e dei componenti, e la spinta verso la transizione all’elettrificazione, che ha richiesto investimenti ingenti e una riorganizzazione delle strategie industriali.

Un triennio drammatico

Il triennio 2020-2022 si è rivelato particolarmente critico. Nel solo 2020, le vetture del segmento B hanno subito un rincaro del 10%, pari a circa 1.800 euro in più per ogni esemplare. L’anno successivo è toccato alle auto del segmento C, con un aumento del 12% che si traduce in 3.500 euro aggiuntivi rispetto al 2020. Nel 2022, invece, sono stati i SUV del segmento C a registrare il maggior incremento, con un +10% che ha comportato una crescita di 3.100 euro sul prezzo medio di vendita.

Il dato più eclatante riguarda però i SUV di segmento C, che secondo le stime passeranno da una media di 28.448 euro nel 2018 a 39.672 euro nel 2025, con un aumento superiore a 11.200 euro in soli sette anni. Anche i B-SUV non sono da meno: il loro prezzo medio crescerà di quasi 8.500 euro nello stesso periodo, segnando un’ulteriore barriera all’accessibilità per molte famiglie.

Migrazione dei prezzi

Un fenomeno che merita particolare attenzione è quello della migrazione dei prezzi. Oggi, una Volkswagen Polo – tradizionale esponente del segmento B – costa quanto una Golf di cinque anni fa, mentre le auto compatte del segmento C hanno raggiunto i prezzi dei SUV di segmento C di appena due anni addietro. Questo spostamento verso l’alto delle fasce di prezzo ha creato una sorta di effetto domino, che rende sempre più difficile per i consumatori orientarsi nel mercato e trovare soluzioni accessibili senza rinunciare a dotazioni e tecnologie ormai considerate essenziali.

Il divario tra SUV e modelli tradizionali, inoltre, varia sensibilmente a seconda del segmento. Nel segmento B, la differenza percentuale tra una vettura classica e un SUV può oscillare tra il 27% e il 33%, a testimonianza di quanto il “premio” da pagare per accedere a questa tipologia di veicolo sia ancora molto elevato. Nel segmento C, invece, il sovrapprezzo si riduce notevolmente e, in alcuni periodi, può addirittura annullarsi o diventare negativo, complice la forte competizione tra i costruttori e la crescente offerta di modelli elettrificati.

Questa rivoluzione dei prezzi auto rappresenta una sfida cruciale per tutto il mercato auto Europa. Il settore si trova ora di fronte alla necessità di ridefinire i propri equilibri, bilanciando le esigenze di mobilità con la sostenibilità ambientale e, soprattutto, con la capacità di mantenere l’accessibilità economica per un pubblico sempre più ampio. La risposta a questa crisi non potrà prescindere da nuove strategie industriali, innovazioni tecnologiche e una revisione dei modelli di business, in un contesto in cui la aumento costi produzione rischia di diventare la nuova normalità.

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