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Tesla Model S P100D: la nostra prova

La Tesla Model S P100D nella nostra prova su strada. Ecco come va, prezzo, interni e autonomia, notevole come le prestazioni.

Provate a salire su una Tesla Model S P100D e non vorrete più scendere. Quindi preparatevi a fare un grande sforzo per tornare sulla vostra auto o ad abituarvi a un’altra: l’esperienza di guida elettrica, la potenza del motore, l‘autonomia da record, il comfort degli interni e un software di livello saranno solo alcune delle cose che rimarranno impresse nella vostra mente per sempre. E la tentazione di averla in garage sarà fortissima. Lo scoglio del prezzo resterà, inutile nasconderlo, ma tra leasing a poco più di 600 euro al mese (per la versione base) e costi di gestione e manutenzione ridotti all’osso, la berlina a zero emissioni della casa californiana potrebbe davvero diventare un’affare sul lungo periodo.

In molti, specie chi macina tanti chilometri ogni anno, considerano una Tesla Model S usata un buon investimento sia perchè consente di salvare qualche migliaia di euro in partenza sia perchè offre ricariche gratuite a vita presso i Tesla Supercharger, uno dei fiori all’occhiello del sistema creato da Elon Musk. Grazie alla collaborazione del Tesla Store di Milano, che ha da poco aperto i battenti nel cuore di Piazza Gae Aulenti, abbiamo passato una giornata in compagnia della Tesla Model S P100D (dove 100 è il numero che indica i kWh delle batterie), la versione più prestante nella gamma con due motori elettrici, uno all’anteriore l’altro al posteriore che consentono di ottenere un sistema di trazione integrale senza albero di trasmissione tra gli assi.

Tesla Model S P100D, cavalli e coppia da vendere

Poi ci sono i numeri che parlano chiaro: 613 cavalli di potenza e una coppia incredibile di 967 Nm che si traduce in un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,4 secondi, roba da far invidia a una Formula 1 e alle supercar da un milione di dollari. Basta questo per incoronare la Tesla Model S? Certamente ma nonostante le performance da sportiva pura, la berlina made in California è più un’auto da godere tutti i giorni. Viaggiando a velocità di crociera si riescono infatti a tenere sotto controllo i consumi di energia: in media si riescono a percorrere tra i 3 e i 6 km con 1 kWh di energia a seconda del modello e di quanto si schiaccia l’acceleratore. Appena saliti sulla Tesla Model S P P100D ce ne accorgiamo subito: il computer di bordo, o meglio l’astronave di bordo, alla nostra partenza segna 3407 km, quindi è praticamente nuova. In base agli ultimi 50 km di utilizzo, segna un consumo di energia di 203 Wh/km, circa 5 km per ogni Wh: da Tesla ci confermano come sia un ottimo dato per il modello e i conti tornano dato che l’autonomia disponibile a display è di 484 km: molti considerando la media degli spostamenti giornalieri di un’automobilista ma poco più della metà a cui può arrivare un Tesla Model S.

Pesante all’apparenza ma agile e versatile

A causa del tempo limitato non siamo riusciti ad utilizzare tutta la batteria, ma l’abbiamo spremuta a fondo tra città, strade statali e autostrade non senza sorprese: la prima, inevitabile, è la coppia mostruosa che sprigiona. Parliamo di quasi 1000 Nm che quando si effettua un sorpasso sono una libidine indescrivibile. Vuoi per la silenziosità in cui avviene il tutto, vuoi per la facilità con cui l’auto accelera o per il peso della berlina, oltre 2.300 kg di cui solo 500 kg di batterie. Una manovra che ci immaginiamo lunga e difficoltosa, e che invece diventa fulminea e agilissima: non a caso la modalità Ludicrous Mode, che consente di avere un boost di potenza in più in accelerazione, permette uno spunto da 0 a 30 miglia orarie (48 km/h) in 87 centesimi di secondo. E ovviamente quando si schiaccia il pedale i consumi si impennano. Ma è proprio la versatilità di guida della Model S uno dei fiori all’occhiello del’auto: può fare un sorpasso da supercar senza scomporsi minimamente e un secondo dopo tornare a viaggiare in tutta tranquillità giocandosela come le berline più affermate sul mercato.

Tenuta notevole e il freno “non serve”

Proprio quando si decide di alzare il ritmo, la “spilungona” americana regala un’altra sorpresa: è incollata all’asfalto e far fischiare le gomme da 21 pollici – Michelin Pilot Super Sport 245/35 ZR21 – è impresa difficile. Merito delle sospensioni che alzano in automatico in base alla geolocalizzazione, di un baricentro basso dovuto alla posizione centrale del pacco batterie e alla ripartizione dei pesi praticamente 50:50: grazie al doppio motore, l’auto controlla digitalmente la coppia delle ruote anteriori e posteriori in modo indipendente, garantendo trazione e controllo in ogni condizione stradale. Per il resto la guida è decisamente piacevole: spicca la precisione dello sterzo, ancor più leggero se messo in modalità Comfort, l‘acceleratore è facilmente modulabile e il sistema di recupero dell’energia in fase di decelerazione limita al massimo l’utilizzo dei freni. Con una guida accorta, anche in città, il pedale del freno potrebbe addirittura non esserci: alzando il piede dall’acceleratore, infatti, la vettura arriva quasi a fermarsi. Infine per le manovre da fermo o il parcheggio la Tesla Model S monta la telecamera di retromarcia ad alta definizione.

L’esperienza del Supercharger Tesla

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Ma come si ricarica una Tesla Model S? Utilizzando un caricatore di bordo da 11 kW o quello da 16,5 kW fino all’adattatore per presa domestica italiana da 3 kW ma il modo migliore e più economico (gratis per chi ha acquistato una Tesla prima di gennaio 2017) resta il Tesla Supercharger, il supercaricatore della casa, o i Tesla Destination Charging, disponibili presso hotel e ristoranti. Per curiosità, decido di provare il Supercharger vicino all’uscita dell’Autostrada A1 di Melegnano dove le colonnine sono sei e stanno per diventare otto: basta scendere dalla macchina, avvicinarsi alla colonnina dotata di cavo, afferrare il cavo e avvicinarlo allo sportellino. L’apertura di quest’ultimo è automatica e una volta inserito il connettore nella presa dell’auto inizia la ricarica, monitorata dal computer di bordo. Nonostante sia primo pomeriggio, e l’ora di maggior affollamento è verso sera, insieme a noi ci sono altre due Tesla Model S targate Germania e Lituania, turisti che si fermano per ricaricare la batteria e godersi un caffè o una bevanda fresca all’hotel adiacente. I Supercharger da 120 kW forniscono infatti energia rapidamente e rallentano mentre la batteria arriva al pieno di ricarica: si parla di una ricarica fino a 250 km in circa 20 minuti in attesa dei nuovi Supercharger che puntano ad arrivare a 480 km di autonomia in 15 minuti. Non dovendo necessitare di una ricarica piena, noi siamo stati circa 10 minuti, quanto basta per vivere in pieno l’esperienza e aggiungere quei 120 km di autonomia alla vettura in modo da poter aumentare un po’ il passo negli ultimi chilometri prima della riconsegna.

Tesla Autopilot, il futuro è servito

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La tecnologia Tesla trova la sua massima espressione nell’Autopilot: ci sono otto videocamere e una visibilità a 360 gradi in un raggio di 250 metri. Grazie a dodici sensori a ultrasuoni, l’auto capta l’ambiente circostante e agisce con una modalità di guida semi-autonoma: lo abbiamo provato in autostrada, il suo habitat naturale, dove la vettura cambia corsia, mantiene la velocità grazie al cruise control adattativo (che può funzionare con o senza Autopilot) e regola la velocità in base all’auto che vi precede leggendo anche i cartelli stradali e le rispettive velocità. Aiuti alla guida in più che non sono certo nuovi nel segmento ma che aiutano molto: dal mantenimento di corsia al cambio di corsia assistito manovrando la leva della freccia tutto tenendo sempre le mani sul volante. Inoltre è disponibile anche la funzione di parcheggio automatico con l’Autopilot che calcola se la manovra di parcheggio è fattibile prima di entrare in azione.

Interni tra il touch da 17″ e miriadi di funzioni

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Gli interni presentano un abitacolo confortevole e molto silenzioso con tanto di sistema di filtraggio dell’aria HEPA. Centralmente spicca il gigantesco schermo da 17 pollici: inclinato verso il conducente, presenta una modalità giorno e notte da cui si regola praticamente tutto, dal navigatore satellitare con le mappe di Google Maps all’apertura del tetto panoramico in vetro. Per regolare il climatizzatore o cambiare le stazioni radio, o scegliere le canzoni da Spotify, basta un semplice tocco. In marcia si può vedere il consumo energetico in tempo reale con la stima dell’autonomia che si aggiorna progressivamente. A poche ore dalla riconsegna ci è capitato di ricevere la comunicazione di aggiornamento del software che avviene via etere aggiungendo nuove funzionalità e rinnovando l’aspetto del touchscreen.

Le foto degli esterni evidenziano una vettura possente ma dalla linea slanciata: l’attuale Tesla Model S è stata sottoposta ad un restyling nell’aprile 2016 con un nuovo paraurti anteriore che rimanda a quello della Tesla Model X: sparisce la finta calandra anteriore e debuttano nuovi fari anteriori full LED adattivi. La scheda tecnica racconta dimensioni ridotte per quanto riguarda  l’altezza, di soli 143 cm, mentre per la lunghezza si sfiorano i 5 metri e per la larghezza si arriva a 2. Le pinze freno rosse Brembo, che agiscono su potenti freni a disco autoventilanti, sono di serie.

Consumi contenuti e simili a quelli dichiarati

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Per trovare difetti alla Tesla Model S bisogna essere un po’ puntigliosi. Ciò che convince poco è il volante, un po’ scarno e poco ergonomico per un’auto di questo livello. Inoltre quasi tutte le operazioni di regolazione richiedono un certo studio preliminare e non sono immediate e se il display resta favoloso e di facile utilizzo, alcune operazioni come l’impostazione del climatizzatore automatico sarebbe più agevole e sicura con l’ausilio di pulsanti e levette fuori dallo schermo. Di contro la gestione dei consumi e ricariche, che molti mettono nel mirino, è alla portata: a fine test, 267 km, il consumo di energia è pari a 253 Wh/km e abbiamo ancora 257 km di autonomia. Tradotto con una carica piena saremmo arrivati a 400 km di percorrenza considerando ampi tratti in città, con traffico intenso e diversi cambi di passo. Va calcolato che con una guida intesa e imbottigliati in un classico venerdì di sciopero nazionale, i 7,8 km percorsi da Milano Sud al Tesla Store in ben 51 minuti riportano un consumo di 476 Wh/km a riprova di quanto sia difficile in città mantenere consumi bassi con una guida poco accorta. Negli ultimi 50 km, in prevalenza urbani, la media è stata di 303 Wh/km. Molto meglio i primi chilometri sulle strade statali o in autostrada dove si può tranquillamente rimanere sotto il consumo di 190 Wh/km che inevitabilmente risale, arrivando a 600 Wh/km, quando si decide di guidare in modo più allegro. Un’altra cosa che balza all’occhio sono come i consumi dichiarati della casa siano pressochè identici a quelli reali: 22 kWh/100 km nel ciclo misto, 23 kWh/100 km nella guida cittadina e 21 kWh/100 km in autostrada, per un’autonomia dichiarata nel ciclo NEDC di 613 km.

Obiettivo 900 km di autonomia e uno sforzo organizzativo

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Per decidere di passare a una Tesla Model S c’è da fare uno sforzo psicologico, di adattamento e anche organizzativo se si fanno viaggi lunghi. Ma il superamento della soglia dei 900 km, avvenuto recentemente proprio con una P100D, è ormai realtà e può aiutare davvero. Certo per ottenerlo l’auto è stata guidata per quasi 24 ore in un anello lungo 26 km alla velocità di 40 km/h con l’impianto di climatizzazione spento: un risultato che si discosta dalle condizioni di guida di tutti giorni, ma che dimostra il passo avanti fatto dalle auto elettriche in termini di autonomia. Un traguardo che neppure il simulatore disponibile sul sito ufficiale prende in considerazione: alla Tesla Model S P100D  viene attribuita un’autonomia reale che va da un massimo di 834 km, viaggiando costanti a 70 km/h, a un minimo di 460 km, considerando una velocità fissa di 120 km/h. Un dato a parità di condizioni climatiche (30°C) e di misura di cerchi in lega (19 pollici rispetto ai meno economici da 21) e senza l’utilizzo del climatizzatore. Ancor meglio, con 865 km alle stesse condizioni, fa la 100 D con un motore meno potente ma più efficiente.

Il prezzo in attesa della Tesla Model 3

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Non è un caso che molti degli attuali clienti Tesla italiani siano persone che percorrono decine di migliaia di chilometri ogni anno. Una scelta legata all’ambiente ma anche al portafoglio: come abbiamo visto al Tesla Revolution 2017, c’è chi spendeva 9500 euro l’anno per fare 85.000 km con una BMW Serie 3, e ora con la Model S ne spende 1.500 utilizzando prevalentemente i 20 SuperCharger in Italia che andranno a crescere nei prossimi anni e molti andranno a funzionare con i pannelli solari. Tradotto circa 60.000 euro risparmiati solo di carburante oltre alla gratuità di bollo, l’assenza del superbollo e un’assicurazione meno onerosa. Senza dimenticare l’opportunità di fare viaggi in Europa a costo zero come un cliente spagnolo che ha percorso quasi 2400 km da Huelva alla Lombardia con una Tesla usata, comprata in Norvegia alla cifra di 75 mila euro. Una cifra simile al prezzo di listino della versione base, la 75, che parte da 83.100 euro a trazione posteriore. La metà degli oltre 169.000 euro della Tesla Model S P100D che abbiamo avuto a disposizione. A chi bastano 100 km in meno di autonomia e un’accelerazione meno bruciante (da 0 a 100 in 5,8 secondi) potrebbe essere una buona alternativa e decisamente meno costosa. Magari meglio a trazione integrale. In attesa della Tesla Model 3, in consegna negli Stati Uniti e in arrivo nel 2018 in Europa: il prezzo nel Vecchio Continente dovrebbe essere intorno ai 40.000 euro per la versione base con autonomia di circa 350 chilometri.

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