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Seat Leon: le Cup provate in pista

Dalla prima Seat Leon Cupra da corsa all’ultima Cup Racer: le tre generazioni della sportiva da gara provate in pista.

Salire su un’auto da corsa è un po’ come tornare alle origini dell’automobilismo. Nulla di superfluo nell’abitacolo, pochi fronzoli estetici e solo quello che serve per andare forte. Una tempo le automobili spesso nascevano proprio per le competizioni e la continua evoluzione ha portato a una netta divisione tra le auto omologate per l’utilizzo su strada e quelle da competizione. Tuttavia per Seat questa separazione non è poi così netta, soprattutto per quanto riguarda la gamma della Seat Leon.

La media spagnola nasce nel 1999 e subito diventa una sportiva da gara. Dalla strada ai campionati turismo internazionali il salto è breve e la Seat Leon Cupra R venne declinata in diverse versioni da competizione, una delle quali era presente al Circuito di Franciacorta dove Seat ha presentato la propria gamma Motorsport. Avendoci già corso molti anni fa decido di partire proprio da lei, la prima Leon da corsa. Metto tuta, casco e guanti e mi infilo nell’abitacolo della cinque porte spagnola: me la ricordavo più larga e comoda ma per il resto era sempre lei.

Il cambio è un manuale vecchia scuola, innesti secchi, ravvicinati e precisi. La prima fatica a entrare, parto in seconda e subito scaldo le gomme. Le curve iniziano pian piano a susseguirsi, prima tre a destra, poi due a sinistra e così via. Inizio a scaldarmi e a spingere sempre più forte, con la mente che torna ai tempi passati sulle piste di mezza Europa, pensando a dove questa Leon abbia corso. Mi distraggo un attimo e lei subito si infastidisce iniziando a saltellare in staccata e allargando col posteriore. Per non andare lungo la lascio fare, mi giro lievemente e riparto riportandola ai box. Il feeling stava per tornare ma nei pochi giri a disposizione è stato difficile riprendere ritmi paragonabili a quelli di una gara.

Scendo dalla capostipite delle Leon da corsa pensando a quanto fosse sincera in curva, anche facile da un certo punto di vista, pur dimostrandosi per nulla permissiva anche in caso di lievissimi errori. Scelgo subito la seconda generazione della Leon, un modello che venne declinato in moltissime versioni e prese parte anche al WTCC. A disposizione c’era un’auto del Seat Leon Championship inglese e quindi con guida a destra e cambio a sinistra. Riprendere a guidare dal lato “sbagliato” dopo tanti anni non mi spaventava e fin da subito il feeling è stato buono.

Il cambio è ancor più affilato del modello precedente e le prestazioni sono, immancabilmente, superiori. La Seat Leon Supercopa è molto più facile da guidare della Cupra R, dimostrandosi più semplice da inserire in curva e vantando una tenuta decisamente maggiore. In percorrenza l’auto appoggia benissimo e appena si spalanca il gas si apprezza la trazione offerta dalle gomme slick che aggrappano l’asfalto in maniera impressionante anche in staccata. Il tutto accompagnato dal rombo del 2.0 litri TFSI che, tra sbuffi di turbina e frastuono dello scarico, ha reso ogni giro ancor più coinvolgente.


Esco dal caldissimo abitacolo dalla seconda generazione della Leon e passo all’attuale punto di riferimento, la Seat Leon Cup Racer. Il motore è sempre un quattro cilindri turbo da 2.0 litri, ma quanto canta su questa versione.. La Cup Racer è di gran lunga la più estrema delle Seat da competizione: scarico praticamente diretto, carreggiate allargate e kit aerodinamico dedicato con tanto di enorme alettone posteriore. Rispetto alle antenate la nuova Seat Leon Cup Racer è più bassa ed entrandoci lo sento molto, tanto da farmi togliere il rivestimento del sedile per stare “comodo”.

Entro in pista con gomme nuove, inizio a scaldarle e noto subito una grande tenuta di strada: le traiettorie possono essere pennellate con una precisione chirurgica e giocando col gas si entra e si esce dalle curve a velocità impressionanti. Le carreggiate allargate rendono ancor più stabile questa versione e i 330 cavalli del duemila turbo vengono scaricati a terra senza troppi problemi a gomme calde. Lo sterzo è estremamente preciso nonostante l’assistenza elettrica ma trasmette meno gli scossoni della pista rispetto alle sorelle. Tutto merito della tecnologia che, negli anni, ha consentito alle auto da corsa di raggiungere livelli prima impensabili.

Tutto il know how delle competizioni viene però travasato anche sulle auto sportive da strada. Un esempio è la nuova Seat Leon Cupra, una belva da 300 cavalli che, per potenza e caratteristiche non è poi così lontana dalle auto che corrono nei trofei Seat. Proprio per dimostrare questo Seat ha deciso di sostituire l’Ibiza Cup con un modello con carrozzeria poco usata nelle competizioni come la station wagon. La Seat Leon ST Cupra Cup sarà un campionato dove correranno solo le versioni familiari della Seat Leon Cupra.

Rispetto alla Seat Leon Cup Racer la ST Cupra è molto meno estrema: il corpo vettura è identico a quello della wagon stradale e cambiano solo pochi dettagli come l’assetto, l’impianto frenante e il differenziale anteriore, in questo caso un autobloccante VAQ controllato elettronicamente. Per il resto la Seat Leon Cupra ST disporrà dello stesso identico motore 2.0 turbo da 300 cavalli che si può guidare su strada, ma con uno scarico più aperto, per farne sentire maggiormente la sportività. Il cambio è il DSG doppia frizione automatico ormai montato su quasi tutta la gamma del Gruppo Volkswagen, una vera sicurezza, anche dal punto di vista dell’affidabilità, soprattutto per chi si avvicina al mondo delle corse vista la sua facilità d’utilizzo.

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