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Chevrolet Cruze 2.0 D 5 porte: il test di Autoblog

Autoblog prova su strada la nuova Chevrolet Cruze 5 porte


Con quel prezzo lì è difficile trovare proposte paragonabili nello stesso segmento. La Chevrolet Cruze, sin dal suo lancio, ha avuto nei listini particolarmente concorrenziali il suo indubbio punto di forza. Presente in Italia da tre anni, la media di General Motors ha ampliato nel tempo la propria offerta. Inizialmente proposta nella sola carrozzeria tre volumi, la Cruze ha visto recentemente l’ingresso in gamma della variante Station Wagon, preceduta l’anno scorso dalla 5 porte oggetto della nostra prova.

Il modello a due volumi condivide con la Cruze originale tutti i pregi, e si declina in un’impostazione stilistica più vicina ai gusti europei. La formula delle “quasi low-cost” rappresenta un’esperienza di notevole successo dalle nostre parti: il pubblico del vecchio continente negli ultimi anni, ha dimostrato di gradire parecchio marchi come Skoda o Chevrolet, appunto.

Pur non avendo dalla loro un nome pesante quale Volkswagen o Opel, questi brand sono riusciti a imporsi grazie ad un rapporto tra i contenuti ed il prezzo d’acquisto indubbiamente invitante. In questo senso, dunque, è improprio l’uso del termine low-cost. Sicuramente più opportuno affermare che un modello come la Cruze fa di una corretta relazione tra “value” e “money” l’ingrediente in più della sua ricetta.

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Design e interni

La principale caratteristica della Cruze 5 porte, consiste naturalmente nell’assenza della coda. In luogo del volume posteriore è comparso qui un pratico portellone, che ingloba un lunotto molto scosceso per i canoni delle segmento C più affermate. Anche le dimensioni sono superiori a quelle delle rivali: la Cruze 5 porte misura in lunghezza 451 cm, offrendo un bel bagagliaio da 413 litri, che è penalizzato solo da una soglia di carico leggermente alta.

Dentro l’abitacolo invece cambia poco o niente rispetto al modello originale: nella cinque porte si ritrova la stessa atmosfera che contraddistingue la berlina. L’insieme appare sobrio ma non per questo dimesso, anzi, la Cruze si concede anche qualche vezzo.

Oltre ai materiali complessivamente di buona fattura e all’assemblaggio di buon livello, c’è spazio per gli inserti in color alluminio, le parti in plastica lucida e per un bel rivestimento in tessuto che dona un guizzo di eleganza in più alla plancia. Ci sono auto prodotte da marchi generalisti che costano di più e non offrono proposte significativamente migliori.

Ben ragionata anche la posizione di guida, che con le sue ampie regolazioni consente di sistemarsi al meglio. Il sedile e il volante hanno escursioni tali da consentire anche configurazioni inaspettatamente sportiveggianti, che invitano alla guida briosa. Lo spazio non manca nemmeno per chi siede dietro, nonostante la seduta del divanetto non sia particolarmente lunga.

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Tecnica e sicurezza

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La gamma della Cruze 5 porte si compone di tre motori, un’unità a benzina, un benzina-GPL e un diesel common-rail. Il 1.6 benzina e il 1.8 benzina-GPL sono entrambi dotati di doppia fasatura a variazione continua: il primo eroga 124 CV a 6400 giri, il secondo arriva a 141 CV a 6200 giri, mentre il 2.0 turbodiesel Euro 5 da 163 CV dispone di una coppia pari a ben 360 Nm, disponibili tra 1750 e 2750 giri.

In abbinamento al cambio manuale, la motorizzazione a gasolio emette 147 g/km di CO2 raggiungendo una velocità massima di 205 km/h e accelerando da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi. In alternativa c’è l’automatico a sei rapporti oggetto della nostra prova.

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La sospensione anteriore con montanti McPherson è dotata di moduli per la compensazione dei carichi laterali e molle dalla configurazione speciale. I cuscinetti idraulici assorbono efficacemente i carichi dovuti alle asperità della strada e garantiscono un livello elevato di isolamento. La sospensione posteriore adotta uno schema a barra di torsione, mentre lo sterzo sfrutta un sistema di servoassistenza elettrica.

La vettura è dotata di numerosi sistemi elettronici di sicurezza passiva, tra cui ABS con EBD, ESP e TCS. Cuore della sicurezza passiva è la scocca BFI, realizzata con barre, elementi stampati e scatolari. Le barre delle portiere sono fabbricate in acciaio ad altissima resistenza. I sei airbag e le cinque cinture di sicurezza sono controllati dal Sensing and Diagnostic Module (SDM) della vettura, un dispositivo collegato a sensori disposti nel paraurti anteriore e nel montante centrale. I seggiolini per i bambini possono essere fissati secondo le norme ISOFIX.

Per ridurre il rischio di danni al guidatore in caso di incidente, la pedaliera collassabile cede in caso d’urto, mentre il cofano è realizzato in modo da lasciare più spazio tra esso e il motore, per rendere meno probabile il contatto tra quest’ultimo e un eventuale pedone, in caso di impatto. Anche i paraurti sono stati configurati per ridurre la probabilità che i pedoni subiscano danni da componenti strutturali.

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Su strada

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La Chevrolet Cruze, in questa nuova variante di carrozzeria, mette in luce un comportamento dinamico difficilmente criticabile. La due volumi americana se la cava molto bene sulle sconnessioni e risente solo della tipica rumorosità di un quattro cilindri turbodiesel in fase di piena accelerazione.

L’abitacolo risulta in altri frangenti ben isolato, sia dalle vibrazioni -che non sono fastidiose nemmeno al minimo- sia dai decibel eccessivi, che rimangono racchiusi dentro il vano motore. Come dicevamo, nonostante i cerchi da 17″, che contribuiscono alle buone doti di guida della vettura, non ci si trova di fronte a rinunce sul piano del comfort di marcia.

Da parte sua, il duemila a gasolio realizzato dalla ferrarese VM, si dimostra un’unità assolutamente all’altezza del compito. Il common rail romagnolo è moderno nella concezione e garantisce prestazioni adeguate alla Cruze. Con i 163 CV di potenza e soprattutto grazie alla sua grande elasticità, il motore spinge già dal basso senza fastidiosi “vuoti”, allungando fino alla soglia dei 4000 e regalando all’ultima compatta GM una buona dose di brio a tutti i regimi.

L’unità a gasolio che abbiamo provato era affiancata dal cambio automatico a sei marce, una tradizionale unità a convertitore di coppia prodotta dalla stessa GM (si tratta dell’Hydra-Matic 6T45). La trasmissione ha dalla sua una buona fluidità e garantisce passaggi morbidi tra un rapporto e l’altro.

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Utilizzato in modalità completamente automatica, il sei marce forma una bella coppia con il generoso diesel, ma selezionando la modalità sequenziale e andando ad agire con la leva, si riscontra una certa lentezza nel “chiamare” i rapporti. Certo, l’auto ha un’impostazione turistica, come conferma lo sterzo eccessivamente leggero ai piccoli angoli (dove manca anche un po’ di feeling), ma il confronto con i doppia frizione o con qualche convertitore di coppia particolarmente rapido, lo vede un po’ svantaggiato.

Il che è un peccato, perché come si diceva in precedenza, il telaio della Cruze è di quelli fatti bene. La media Chevrolet, nata sulla piattaforma Delta II di General Motors (la stessa dell’Opel Astra), trasmette sempre una positiva sensazione di solidità: stabile sul veloce, non si lascia impensierire facilmente, e anche quando si supera il limite dell’aderenza il recupero non risulta mai complicato.

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Prezzi

Chevrolet propone la Cruze cinque porte con listini particolarmente invitanti: si va dai 15.250 euro richiesti per la 1.6 LS ai 20.750 richiesti per la 2.0 D col cambio automatico che abbiamo provato. Le altre versioni sono la 1.6 LT (16.600 euro), la 1.8 GPL (18.620 euro) e la diesel con il cambio manuale (19.350 euro).

Pregi e difetti

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Prezzi contenuti
Livello di finitura
Doti telaio
Prestazioni motore

Non piace

Cambio lento in modalità manuale
Sterzo poco comunicativo




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