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Mazda2: primo contatto

La giapponese è tutta nuova e con ambizioni da premium


Diventare il primo costruttore giapponese “premium” entro la fine di questa decade: a delineare l’ambizioso target sono stati gli stessi uomini di Mazda durante la presentazione alla stampa della nuova entry-level della casa di Hiroshima, la Mazda2, avvenuta fra le strade di Barcellona. Un riposizionamento del brand che, attraverso la tecnologia e le prestazioni dei suoi prodotti, mira a rivaleggiare con i più blasonati costruttori europei. L’arrivo del pacchetto tecnologico SkyActiv su un’intera gamma, in costante aggiornamento, sta dando i frutti sperati a livello commerciale.


Mazda ha infatti registrato ricavi per 10.5 miliardi di euro tra Aprile e Settembre, in crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del precedente anno fiscale; il profitto operativo è stato di 748 milioni di Euro, un +41% di guadagno, mentre l’utile netto ha toccato quota 671 milioni di Euro, quasi il quadruplo dello scorso anno. Anche le vendite sono cresciute del 6%, raggiungendo la cifra globale di 669.000 unità, con incrementi del 21% in Europa, del 14% in Nord America e del 19% in Cina. Numeri destinati a migliorare visto l’arrivo di nuovi modelli nel 2015, tra cui la CX-3, un piccolo SUV, le versione aggiornate di Mazda6 e CX-5, nonché l’arrivo dell’attesissima MX-5 di quarta generazione.

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E’ in questo contesto di notevole fermento aziendale che il costruttore nipponico lancia la sfida al segmento B, fra i più combattuti nel Vecchio Continente; e lo fa con una Mazda2 rinnovata da cima a fondo a livello meccanico (i propulsori sono tutti Euro 6 anche senza il sistema di trattamento degli NOx allo scarico) e tecnologico: l’obiettivo dell’auto è quello di proporre contenuti da segmento superiore anche su quella che, fino a ieri, potevamo indicare come un’“utilitaria”; definizione sempre meno calzante non solo per via della “sostanza”, che c’è tutta su questa 2, ma anche per i prezzi, che cominciano ad essere importanti.


Il listino è ancora da definire, ma si parte dai 13.900 euro della versione benzina 1.5 da 75 CV 5 porte in allestimento “Essence” (quello base, che in Mazda promettono essere molto curato). L’arrivo nelle concessionarie è previsto per marzo con una motorizzazione 1.5 benzina proposta anche in versione da 90 e 115 Cv; per la turbodiesel 1.5 da 105 Cv, l’unica a gasolio, bisognerà attendere gli inizi di giugno. A richiesta la vettura sarà disponibile anche con trasmissione automatica; di serie su tutte lo start&stop (che in Mazda si chiama “i-stop”).

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Mazda2: com’è e come va

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Osservata da fuori la Mazda2 mette in mostra una linea abbastanza slanciata: merito del cofano lungo e della cabina passeggeri arretrata. Gruppi ottici e nervature dei lamierati si ispirano al mondo felino e l’effetto finale è quello di un’auto ben dotata anche sotto il profilo della personalità. Non a caso la “2” è già stata eletta Car Of The Year in Giappone. Buono l’assemblaggio della carrozzeria, meno quello delle guarnizioni (a doppio anello), fissate con rivetti in plastica. Ordinato e con cavi elettrici ben isolati il cofano motore; ampio e ben rivestito il vano bagagli. All’interno l’impressione è quasi quella di essere a bordo su una segmento C: i sedili sono comodi, fascianti in maniera adeguata e ben imbottiti. La componentistica del sistema infotelematico, che qui si chiama HMI, è ripresa dalla più grande e costosa Mazda3: le funzioni di radio-navigazione, intrattenimento audio e connettività si gestiscono da un generoso pannello touchscreen da 7”, montato all’apice della plancia e comandabile da una piccola console posizionata vicino al cambio, sul tunnel centrale. Il tutto funziona piuttosto bene e potrà essere abbinato ad un impianto audio by Bose.

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In decisa salita la qualità dei materiali e degli assemblaggi: nonostante le plastiche usate non garantiscano il “soft-touch” di alcune concorrenti, le impressioni sono comunque piacevoli per via della generale solidità costruttiva. Ad alzare i voti in pagella ci pensano dettagli come l’inserto in pelle presenta in plancia, i numerosi accenti cromati, l’ottima realizzazione delle bocchette di aerazione e della consolle del climatizzatore. Componenti che, insieme a pannelli porta fatti a dovere, non fanno che strappare consensi. Peccato per il cassettino portaoggetti di aspetto cheap e per “brutture” come il collegamento elettrico dello sbrinatore del lunotto a vista. Curata l’ergonomia, mentre la spaziosità è nella media del segmento. Al posto di guida si apprezzano pure la strumentazione tachimetrica, gradevole il mix fra indicatori analogici e digitali, l’Head-Up Display (optional) e l’ampia possibilità di regolazione per sedile e piantone di sterzo.

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Su strada abbiamo guidato la versione benzina da 90 CV, abbinata alla trasmissione automatica a 6 marce. Il motore, caratterizzato da un impressionante rapporto di compressione di 14:1, è dotato di iniezione diretta del carburante ed eroga 148 Nm di coppia massima a 4000 rpm. Si tratta di un 4 cilindri silenzioso, parsimonioso nei consumi (il medio dichiarato è di 4.5 l/100 km) ed estremamente fluido nell’erogazione: garantisce un buon tiro nella parte intermedia del contagiri, dai 3000 ai 4000 rpm, e si mantiene energico col crescere del regime di rotazione. Nonostante la cilindrata generosa, risulta leggermente vuoto ai bassi, specie sotto i 2000. Ottima la trasmissione automatica Skyactiv-Drive, all’occorrenza confortevole o sportiva: presenta una modalità di funzionamento manuale altrettanto riuscita. In marcia si apprezza il buon isolamento acustico della vettura e la buona capacità di assorbire le asperità stradali: il merito va ad un assetto più morbido che in passato, che non ha però compromesso l’handling, ed alle sospensioni riviste; quella anteriore presenta adesso un angolo di Caster incrementato da 3.3° a 5°, che incrementa stabilità e capacità di smorzamento di buche e pavè. Per la stessa ragione, al retrotreno è stato traslato in alto l’attacco del perno del ponte torcente.

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Grazie all’utilizzo di acciai altoresistenziali, la rigidezza torsionale è incrementata del 22% ( già ottenute le 5 stelle Euro NCAP); ciò consente all’auto di conservare intatte le caratteristiche di facilità ed efficacia di guida che contraddistinguono le Mazda: la “2”, reattiva e precisa (lo sterzo risponde in base all’entità degli input del driver), garantisce sempre una buona tenuta di strada ed un comportamento stradale rassicurante. Merito anche del peso contenuto: nonostante le dimensioni leggermente superiori che in passato, il corpo vettura è più leggero del 7% e la massa della versione guidata si attesta a 1.075 kg, guidatore incluso (un dato fra i più bassi della categoria). Ancora più prestante l’unità turbodiesel di medesima cubatura e col bassissimo rapporto di compressione di 14,8:1: ne abbiamo provato una versione di pre-serie con cambio manuale; la generosa coppia motrice di 220 Nm, disponibili da 1.400 e fino ai 3.200 rpm, assicura una spinta sempre costante e, anche dai regimi più bassi, consente un’ottima ripresa che finisce per limitare l’utilizzo della trasmissione. Quest’ultima, come da tradizione Mazda, si è rivelata molto gradevole per quanto concerne la spaziatura degli innesti e la precisione di funzionamento. Buono anche l’incapsulamento del motore: si fa sentire solo agli alti regimi; virtù dovuta anche dell’efficienza aerodinamica, migliorata del 5%. Il consumo medio dichiarato è pari a 3.4 l/100 km.

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La Mazda2 sarà proposta sul nostro mercato in 3 livelli di allestimento, denominati “Essence”, “Evolve” ed “Exceed”. Già con quello intermedio la vettura sarà dotata dello schermo da 7”, mentre sulla Exceed saranno di serie pure i sensori di parcheggio. Da segnalare il pacchetto High-Active Sense con Safety-Pack: comprende la telecamera per le manovre in retromarcia, il sistema di assistenza all’uscita dai parcheggi, il controllo automatico degli abbaglianti, e l’Head-up display. Presente anche il sistema Radar che monitora la distanza dal veicolo che precede. Previsioni di vendita della Mazda2? Circa 200.000 unità a livello globale; in Italia il mix fra versioni benzina e diesel dovrebbe invece attestarsi rispettivamente al 60% / 40%.

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