Stellantis rilancia le city car economiche: la sfida per il ritorno del segmento A

Stellantis propone il rilancio delle city car economiche in Europa e chiede regole UE meno restrittive per riportare il segmento A sul mercato.

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 11 set 2025
Stellantis rilancia le city car economiche: la sfida per il ritorno del segmento A

Il panorama automobilistico europeo sta vivendo una trasformazione profonda, con le city car economiche che rischiano l’estinzione a causa di normative sempre più stringenti e costi di produzione crescenti. In questo scenario, Stellantis si fa promotrice di una vera e propria rivoluzione, decisa a riportare sul mercato quelle auto compatte che un tempo rappresentavano la soluzione ideale per chi cercava mobilità accessibile e funzionale. La posta in gioco è alta: il futuro della mobilità urbana, la sostenibilità del parco circolante e la possibilità, per giovani e famiglie, di accedere a vetture nuove a prezzi contenuti.

A lanciare la sfida è Jean Philippe Imparato, Direttore Europeo di Stellantis, che sottolinea come il segmento delle utilitarie sia ormai quasi scomparso dal mercato europeo. “Vogliamo riportare in Europa le auto compatte a prezzi accessibili, ma abbiamo bisogno che Bruxelles ci aiuti rivedendo le normative attuali”, afferma Imparato, evidenziando la necessità di un intervento istituzionale per invertire la rotta.

Un dato su tutti rende l’idea della crisi in atto: nel 2018 si contavano ben 49 modelli di city car economiche sotto i 15.000 euro, mentre oggi sopravvive soltanto la Dacia Sandero in versione base. Icone come Peugeot 107, Citroën C1, Opel Karl e Ford Ka sono ormai scomparse dai listini, sacrificate sull’altare di regolamenti sempre più severi e di un aumento generalizzato dei costi produttivi. La situazione appare ancor più allarmante se si considera che le nuove norme GSR2, entrate in vigore da luglio 2024, hanno già determinato un incremento dei prezzi: basti pensare che una Dacia è aumentata di circa 500 euro, e il futuro promette ulteriori rincari con l’introduzione di oltre cento nuove regole entro il 2030.

In questo contesto, la strategia di Stellantis si distingue nettamente rispetto all’approccio dell’ex CEO Carlos Tavares, orientato verso segmenti più redditizi. Imparato propone una soluzione innovativa: creare una categoria dedicata alle city car economiche, ispirata alle mini Kei Car giapponesi, caratterizzate da standard meno severi ma comunque sicuri. L’obiettivo è chiaro: consentire la produzione di veicoli semplici, affidabili e realmente accessibili, senza appesantirli di dotazioni costose e spesso superflue per l’utilizzo urbano.

Le nuove norme GSR2 rappresentano però un ostacolo significativo a questa visione. Sistemi come l’avviso di superamento corsia e il controllo automatico della velocità, pur garantendo maggiore sicurezza, contribuiscono ad aumentare il prezzo finale delle vetture. “Un’utilitaria ha davvero bisogno del Lane Assist per andare a prendere il pane?”, si domanda provocatoriamente Imparato, evidenziando come alcune dotazioni risultino eccessive per veicoli pensati principalmente per la città. Da qui la proposta concreta: limitare la velocità massima delle utilitarie a 110 km/h e applicare standard di sicurezza analoghi a quelli del 2018, garantendo comunque un elevato livello di protezione.

Il rilancio del segmento A non rappresenta soltanto una sfida commerciale, ma una questione di rilevanza sociale. Nel 2021, queste vetture coprivano oltre il 7% delle vendite europee, con Fiat in posizione di assoluta leadership, in particolare sul mercato italiano. Tuttavia, il calo delle immatricolazioni, che ha visto una riduzione di cinque milioni di unità rispetto al 2019, ha lasciato un vuoto che solo il ritorno delle city car economiche potrebbe colmare, offrendo una risposta concreta alle esigenze di mobilità di un’ampia fascia di popolazione.

Non solo Stellantis: anche altri giganti dell’industria automobilistica, come Renault e Volkswagen, osservano con interesse questa iniziativa, consapevoli del potenziale di un segmento oggi trascurato ma ricco di opportunità. L’idea di Stellantis va oltre la semplice proposta commerciale: l’azienda si dice pronta a sostenere il rilancio delle utilitarie attraverso incentivi alla rottamazione, senza gravare sulle casse pubbliche. Un modello virtuoso che potrebbe contribuire al rinnovo del parco circolante europeo, riducendo le emissioni e favorendo l’accesso a vetture più moderne e meno inquinanti.

La partita, però, si gioca tutta a Bruxelles. Sarà la Commissione Europea a decidere se accogliere la richiesta di Stellantis e degli altri costruttori, rivedendo le normative per permettere il ritorno delle city car economiche o se, al contrario, condannare queste vetture a restare un ricordo del passato. Il futuro della mobilità accessibile in Europa dipende da scelte che, oggi più che mai, risultano cruciali per l’intero settore automobilistico e per milioni di cittadini.

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