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Lista delle 5 migliori automobili sponsorizzate da Martini

Era il 1968 quando venne lanciato il Martini Racing Team. Da allora l’azienda torinese ha sponsorizzato decide e decine di automobili da corsa, legando il proprio nome ad alcune vetture entrate nella storia. Ecco le più significative.


La presentazione della Williams FW36 ha sancito il ritorno di Martini nel circus della Formula 1. L’azienda torinese mancava dal 2008, da quando cioè si concluse l’accordo con Ferrari. Torna oggi in qualità di main sponsor, con una livrea dedicata, schiacciando quei tasti che nella memoria di un appassionato suscitano ricordi più dolci dello zucchero. In ambito automobilistico Martini deve la propria gloria all’omonimo team, portato all’esordio nel 1968 e legatosi – nei quarant’anni successivi – a vetture diventate poi storiche e di assoluto spessore. Noi abbiamo voluto ricordarne cinque, di varie marche e discipline, consapevoli di quanto tale classifica non renda giustizia alle decine di vetture che Martini ha avuto il merito di sponsorizzare.

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Alfa Romeo 155 TI


La berlina di Arese venne introdotta nel 1993 e rispettava le norme FIA per vetture turismo di Classe 1, quelle cioè destinate al campionato DTM. Utilizzava un motore V6 da 2.5 litri, in posizione anteriore/longitudinale, accreditato di 420 CV – saranno 490 sulla versione del 1996 – e capace di raggiungere i 12.000 giri/minuto. Il cambio era a 6 rapporti, elettroattuato, con bilancieri al volante. La trazione integrale e le sospensioni di tipo push-rod, mentre il pacchetto aerodinamico determinava un effetto suolo di ben 800 chili alla velocità massima. L’Alfa 155 TI si aggiudicò ben 38 vittorie e fu per tre anni su quattro l’auto più titolata del campionato. Al suo volante Nicola Larini vinse il campionato (1993).

Brabham BT44


Fu una delle prime monoposto sviluppate da Gordon Murray, evoluzione della BT42 e caratterizzata da una particolarissima impronta stilistica: la Brabham BT44 sembra infatti una vettura giocattolo, sbilanciata com’è a favore del posteriore, dall’aerodinamica decisamente efficace ed azzeccata. Adotta un motore V8 di provenienza Ford Cosworth, da 3 litri, abbinato ad una trasmissione a cinque rapporti. Pesa circa 6 quintali, adotta sospensioni pull rod/McPherson e partecipò a 36 gare, aggiudicandosi 5 vittorie e raccogliendo 2 pole position. Carlos Reutemann giunse sesto al termine della stagione 1974, complice anche una lunga sequenza di ritiri. La BT44 cedette passò poi il testimone alla BT44B.

Ford Focus RS WRC


Sul finire degli anni ’90 Ford si trovò nell’esigenza di sostituire la Escort WRC. La scelta ricadde ovviamente sulla Focus, appena insignita del titolo di Auto dell’anno. Come pilota venne scelto il talentuosissimo Colin McRae. L’auto montava un quattro cilindri turbo da 2 litri, con basamento a testa in alluminio, per cui viene dichiarata una potenza di 300 CV ed una coppia massima di 550 Nm. Il cambio è sequenziale a 6 rapporti, la trazione integrale (con tre differenziali) e le sospensioni indipendenti su entrambi gli assi. McRae terminò la stagione 1999 in sesta posizione.

Lancia Delta S4


Non è forse la ‘Martini’ a suscitare le emozioni più sincere – quella, a nostro avviso, è la Delta Integrale –, ma è sicuramente il modello che tutti gli appassionati di rally vorrebbero conservare in garage. La Lancia Delta S4 venne lanciata nel 1985 ed era conforme alle norme FIA di Gruppo B. Fu introdotta per sostituire la 037 e deve il proprio nome all’acronimo Sovralimentata a 4 ruote motrici. Utilizza un 4 cilindri da 1.8 litri, dalla sovralimentazione mista (turbo+compressore), a cui vennero riconosciuti un minimo di 480 CV ed un massimo di 560 CV. Il cambio è manuale a 5 rapporti. La Lancia S4 vinse 5 gare nel Campionato del mondo rally e si aggiudicò il Campionato europeo (1986).

Porsche 911 SC Safari


Abbiamo selezionato la 911 SC Safari, ma è talmente elevato il numero di Porsche sponsorizzate da Martini che tale decisione sarà certamente avversata. La Safari è comunque una vettura storica e dai notevoli contenuti tecnici, realizzata per partecipare al Safari Rally e ben lontana dall’essere una 911 come tutte le altre. Venne introdotta nel 1978 e rimase in attività fino al 1983. Pesa 1.200 chili, adotta un serbatoio da 110 litri e monta sospensioni all’escursione maggiorata, ragion per cui l’altezza da terra è pari a ben 28 centimetri; sono inoltre presenti due vistose protezioni in alluminio a difesa del sottoscocca. Il motore sei cilindri boxer sviluppa 250 CV e garantisce una velocità massima di 210 km/h.

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