Home Cabriolet Jaguar XKR: su strada con la coupè e la cabriolet

Jaguar XKR: su strada con la coupè e la cabriolet

Recentemente parlavo di Londra con amici, e mi raccontavano come anche la capitale del Regno più importante al mondo si fosse internazionalizzata, perdendo quel gusto assolutamente tradizionalista e un po’ di quelle splendide botteghe che trovavano il loro modo di essere solo da quelle parti, in piccole vie dall’atmosfera da Sherlock Holmes, cariche di quell’alone


Recentemente parlavo di Londra con amici, e mi raccontavano come anche la capitale del Regno più importante al mondo si fosse internazionalizzata, perdendo quel gusto assolutamente tradizionalista e un po’ di quelle splendide botteghe che trovavano il loro modo di essere solo da quelle parti, in piccole vie dall’atmosfera da Sherlock Holmes, cariche di quell’alone vittoriano fatto da bombetta e monarchia.

Scaffali di legno centenari, omini con basette bianche e grembiule di pelle, maestri britannici dietro ad una porta a vetri, nella lavorazione delle pelli, degli argenti e dei legni, sono sempre più una rarità, in luogo dell’eleganza intercontinentale, quella dal look nuovo, più brillante essenziale, in una sola parola, la produzione hi tech. Anche le auto, seguono la società, e ho voluto constatare quanto le icone del Made in England esplorino nuove tendenze.

Strana coincidenza; questa settimana ho avuto modo di provare la Jaguar XKR due volte, in situazioni diverse e nelle due configurazioni, coupè e cabriolet. Jaguar Internazionale di Busto, ha fornito per una splendida giornata di sole, neanche a dirlo dopo mesi di pioggia, la stupenda convertibile, per saggiarne le doti da granturismo.

Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada

Ma andiamo con ordine; domenica pomeriggio, pioggia, traffico lento di pericolosissime utilitarie distratte, lungo le provinciali, variante coupè. Il gioco consiste nella regolarità, di un tracciato, tempo dichiarato e cronometro. Viste le aspettative della strada ci siamo immaginati in uno degli usi congeniali alla XKR, e cioè l’auto di tutti i giorni posseduta da uomini di successo con il piede pesante. Partenza, traffico e acqua, sono le variabili peggiori per provare un auto, ma sono anche le condizioni medie di utilizzo giornaliero, quelle dell’appuntamento alle 16, di uno spossante mercoledì qualunque. Non affatica, è veloce, precisa, con un buon impianto frenante. Non stanca assolutamente, e all’uscita dalle rotonde, affondando il piede sul gas, i 57 chilogrammetri di coppia del sovralimentato lasciano scomporre l’auto sull’asfalto viscido per un istante, ritornando fedele e borbottante alla traiettoria; facile e prevedibile, grazie al corredo elettronico. La dinamica di guida della XK non fa sorprese, risultando assolutamente allineata alla concorrenza dei 100.000 euro .

Contrariamente alle signore tedesche, un po’ acidelle ed anguste, la nobile britannica, leggermente più dimensionata e abitabile, regala una ottima sensazione di distensione e piacevolezza. Potrei passare tutti gli appuntamenti della giornata con lei, e scendere stirato e preciso come al mattino, grazie alle poltrone dalle mille regolazioni, un impianto stereo stupendo e l’ottima climatizzazione. Immagine, comodità e grinta, accompagnati da una stupenda sonorità, un po’ yankee, e dallo scoppiettio delle doppiette in scalata, per l’utilizzo quotidiano, sono il suo argentato biglietto da visita. Le auto del terzo millennio sono stupende, e questa non è da meno, anzi ne è degna rappresentante Il giudizio è ottimo, una volta prese le misure. Come direbbe May, è come la pancia di una ballerina; soda e al tempo stesso morbida.

Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada

5 giorni dopo; finalmente il sole. Premio, una stupenda XKR cabriolet, nera, sinuosa e lucente per la giornata di grazia. Le carte sul tavolo cambiano, visto che all’aria aperta di un mite mattina di primavera, mi regalo chilometri di stradine, in mezzo alla natura, sali e scendi, trattoria all’aperto, tornanti, boschi. Le medaglie hanno sempre una seconda faccia, e se in versione chiusa, nell’utilizzo simulato di tutti i giorni, la Jaguar ci ha accompagnato come su un jet privato, questa volta voglio capire quanto valga come granturismo da gita fuoriporta.

Le premesse ci sono tutte. Apro l’abitacolo all’infinito, tra i mille profumi dei fiori che sembrano finalmente essere sbocciati, premendo un tastino. L’aria gentile e lo stupendo borbottio del quattromiladue otto cilindri, regala accelerazioni decise, 5,3 secondi nel classico 0-100 orari, comodamente coccolati, tra distese di prati verdi degne di una contea britannica. Che spettacolo, ma soprattutto che fascino questa sportiva, dai volti ben delineati, ottima e sincera compagna di tutti i giorni, stupenda ed emozionante amante per le scappatelle. Jaguar ha abbandonato l’aria da biblioteca di castello, con legni e pelle , in luogo di un architettura più moderna. Dicono che sia il punto della disputa, ma sicuramente una E-Type negli anni 60 faceva lo stesso effetto per chi era abituato alle classicissime XK120. L’evoluzione continua e anche da queste parti, linearità e razionalità, fanno capolino, con abbondante uso di alluminio, per il vero un poco banale, schermo e chip che hanno preso la rivincita su un noce scolpito da orologi in metallo. Per chi ama il bianco e nero come me e la radica al posto giusto, la questione si fa tormentata, ma accetto lo sforzo di una casa che si è adeguata al terzo millennio.

La guida è semplice, questi modelli non sono concepiti per dar filo da torcere al volante, anzi accompagnano il conducente. Il cambio automatico in modalità S permette di giocare con i paddless dietro al volante, preciso e veloce quanto basta, per non irritare l’atmosfera da granturismo. Alcune sue rivali sembrano cavalli, difficili, bizzarri, dove domare diventa l’arte del viaggio. Lei invece ti porta in giro, ti ascolta, ed esegue con la fedeltà di James il percorso, senza dare preoccupazioni, senza mai tradire, o darti il sospetto di dover stare in campana. Non ha uno sterzo fulmineo, è grande anche se leggera, e sa regalare l’emozione di 416 cavalli pronti ma mai troppo cattivi. Questa GT che si conduce con un dito, sta al passo di una Testarossa, e ha proprio nella fruibilità trecentosessantacinque giorni all’anno il suo asso nella manica. Comoda come una berlina, rilassante come una spa, veloce come l’Orient Express, bella e misteriosa, come una principessa di terre lontane. A bordo della XKR ci si sente assolutamente ammirati, difficile rimanere impassibili, tanto che ogni fanciulla incontrata sul percorso rimane ammaliata. Mi sono divertito, e devo essere sincero; è stupenda.

Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada
Jaguar XKR - Prova su strada

Le Jaguar hanno perso i difetti delle progenitrici, afflitte dai mali dell’elettronica d’oltremanica , hanno perso tonnellate, rimpiazzando il ferro delle miniere con nobile alluminio, hanno perso quel pizzico di barocco inglese, forse un po’ fuori tempo. È sbiadita anche quell’aurea di colonia e tweed dei proprietari con i capelli bianchi, che non vedevano oltre il green e cognac accostamenti ammissibili. È vero come i vicoli di Londra, anche le auto della casa di Coventry sono meno imperiali, e forse per chi è un tantino attratto dalle emozioni retrò, quei vizi sono certo contributo al fascino di un marchio. Ma reputo opportuno pensare alla storia come passato, base per un presente migliore, che non alla immobilismo del non volersi adeguare alle nuove frontiere della tecnica e del design industriale, che regalano comfort, maggiore sicurezza, ecologia e prestazioni e le Jaguar di oggi, hanno fatto centro nel futuro, risultando più simili ad Henry e William, o Tony Blair.

Conservano quella tradizione millenaria, rinfrescata, da un pizzico di ribellione, meno altezzosa, che lontano da palazzo chiamano modernità. Non sono più solo auto da parata, ma moderni strumenti per viaggiare, divertirsi e lavorare, con un occhio di riguardo anche al the delle cinque. Stando seduti nell’ abitacolo, si viene colti da una strana sensazione fatta di rispetto, storia, e sportività sopra le righe. Qualche particolare sarà ancora acerbo o troppo industriale, alcune finiture inaspettate, ma un nuovo corso presenta sempre dei piccoli nei. L’importante è conservare lo spirito, originario, e le XK, hanno un DNA ben preciso. Sir William Lyons e l’Inghilterra degli ultimi sessanta anni.

Michele G.

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