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M3 Experience: test in pista della BMW M3 E92

Finalmente ho potuto gustare la nuova BMW M3 E92 nell’ambiente dell’autodromo, dove sussistono le giuste condizioni per mettere in luce le doti di questa automobile ad elevate prestazioni, che deve far fronte a un notevole carico di aspettative da parte degli appassionati della guida. La prova, organizzata da BMW Italia – che ringrazio – si


Finalmente ho potuto gustare la nuova BMW M3 E92 nell’ambiente dell’autodromo, dove sussistono le giuste condizioni per mettere in luce le doti di questa automobile ad elevate prestazioni, che deve far fronte a un notevole carico di aspettative da parte degli appassionati della guida.

La prova, organizzata da BMW Italia – che ringrazio – si è svolta sullo storico circuito di Monza, con delle vetture strettamente di serie equipaggiate di sistema EDC e cerchi da 19 pollici con pneumatici Michelin Pilot Sport. L’evento è stato coordinato da Heribert Stohr della scuola di guida sicura “GuidarePilotare”; dopo un briefing con esauriente presentazione tecnica della vettura ho avuto l’opportunità di effettuare cinque giri di pista completi (più un sesto di raffreddamento) accompagnato da un istruttore a bordo.

Il percorso sulla pista stradale presentava l’inserimento di due slalom artificiali (realizzati tramite coni in gomma) piazzati prima della variante della Roggia e nel rettilineo prima della curva parabolica al fine di limitare le velocità di approccio; premesso che essendo Monza un circuito molto veloce risulta oltremodo impegnativo per l’impianto frenante delle vetture stradali di serie. Alla fine del rettifilo tribune si riusciva comunque a raggiungere una velocità pari a circa 240 km/h in quinta marcia.

Avendo già avuto modo di condurre ed apprezzare la M3 E92 su strada, mi sono concentrato sul carattere della vettura in condizioni di elevato sforzo, per valutare qualitativamente il fattore confidenza nel rapporto pilota / mezzo meccanico.

Trovata la giusta posizione di guida, ravvicinata per manovrare al meglio il volante, nel giro di approccio rilevo subito la buona maneggevolezza della M3; risalta anche uno sterzo piuttosto diretto tanto che riesco a percorrere l’intero circuito senza praticamente mai staccare le mani dal volante (a parte i cambi di marcia). Con EDC in posizione Normal avverto un filo di rollio, ma la taratura non estrema dello smorzamento mi aiuta a scaricare la potenza all’uscita delle curve strette.

Forzando il passo noto con piacere che il sottosterzo in inserimento è praticamente assente, la vettura si appoggia e segue con naturalezza e precisione le traiettorie multiple, come nelle due curve di Lesmo. Superare il sottopasso del Serraglio con il motore che allunga verso gli ottomila giri in terza marcia esalta il carattere dell’ultima creatura Motorsport, parecchio a suo agio agli alti regimi. Nelle curve più lente come le varianti devo posizionare l’avantreno con più precisione verso la corda per evitare di passare sul cordolo e scomporre la vettura, accelerando con relativa circospezione in uscita per evitare di superare la soglia di intervento del controllo di trazione. Il sistema DSC lavora in sottofondo, agendo meno di quanto mi aspettassi e praticamente solo in modalità controllo di trazione, con interventi limitati e poco intrusivi sia in posizione normale che M Dynamic Mode (più permissiva): naturalmente per farla rendere al meglio la M3 va condotta in maniera fluida, senza brusche azioni sul volante, altrimenti i trasferimenti di carico si fanno sentire penalizzando la scorrevolezza. La stabilità sul veloce, come alla curva del Serraglio, è in ogni modo rassicurante.

La manovrabilità del cambio mi pare addirittura migliore di quanto abbia riscontrato su strada, vuoi per il fatto che questo esemplare era più “slegato”, sia perchè anche forzando gli inserimenti (purchè si guidi correttamente la leva) non si manifestano impuntamenti, segno che i sincronizzatori fanno il loro dovere.

Da ultima la nota dolente circa la frenata, facile da immaginare visto il sistema che equipaggia questa auto, ancora del tipo a pinze flottanti, che non dispone nemmeno di tubazioni flessibili in treccia metallica. Non ci sono grossi problemi di modulabilità, se non nelle scalate più impegnative dove si sommano le coppie resistenti del motore e un evidente trasferimento di carico che fa propendere al bloccaggio le ruote posteriori. Per quanto riguarda potenza frenante e resistenza, la prima rimane abbastanza costante anche se non eccelsa, ma accompagnata da evidenti vibrazioni e rumorosità, mentre sulla seconda è più difficile dare un giudizio in quanto in certi istanti il comando cede leggermente e non si ha certo la sensazione che l’impianto possa affrontare con nonchalanche le gravose sollecitazioni di un uso al limite. Aggiungo che prima di ogni sessione di prove i tecnici sostituiscono dischi e pastiglie (a mescola rigorosamente di serie) dei freni sia anteriori che posteriori, e che al momento del mio turno la macchina aveva già percorso 25 giri di pista.

Per concludere sicuramente la M3 è una vettura che può garantire una giusta misura di emozioni e soddisfazioni di guida abbinando una notevole adattabilità ai percorsi quotidiani ad una buona fedeltà di trasmissione delle informazioni quando viene messa alla frusta; resta a mio avviso abbastanza impegnativa qualora la si voglia portare oltre il 90% del suo limite, ad esempio su percorsi molto guidati e con marcati transitori, evidenziando le corde di un’automobile nata per il granturismo sportivo stradale.

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