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Tassa sulle emissioni: volano le proteste, primo dietrofront

Costruttori e concessionari sono contrari alla tassa sulle emissioni di CO2 prevista da un emendamento alla legge di bilancio tramite un meccanismo bonus/malus. Non contribuirebbe a rinnovare il parco circolante e provocherebbe invece un calo del mercato, colpendo chi ha poche risorse economiche. Una Panda pagherebbe un’imposta di poco inferiore a quella di una Stelvio. Dopo le proteste arriva la marcia indietro della maggioranza. Salvini, no a nuove tasse, con me non passa. Di Maio, la norma va migliorata subito

Aggiornamento 6/12 ore 18.00 – Dopo essersi già espresso il 5 dicembre contro ogni nuova tassa sull’auto, come potete leggere in fondo a questo articolo, il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito la sua contrarietà alla tassa sulle emissioni di CO2 per le auto nuove in modo ancora più deciso. Intervistato dall’Ansa, il leader della Lega ha dichiarato: “Sono convinto che bisogna aumentare la tutela dell’ambiente, ma senza imporre nuove tasse, quindi non passerà mai col sostegno mio e della Lega una nuova tassa su chi ha auto a benzina o diesel. Non vedo perché chi non ha i soldi per comprare un’auto elettrica da 50mila euro debba essere tartassato. Un conto è aiutare e incentivare chi sceglie il nuovo; però non puoi massacrare chi per problemi economici è fermo al diesel o alla benzina“. Tuttavia dal lato Movimento 5 stelle sembra esserci un’azione dalla parte opposta. Il sottosegretario all’Economia Laura Castelli ha dichiarato in commissione Bilancio alla Camera: “La volontà del governo è quella di tenerla. Sta nel contratto di governo. Le persone meno abbienti non sono colpite, c’è stato un dibattito mediatico, ma penso che la norma non sia stata letta in maniera approfondita. Non colpisce né chi ha ha un’auto vecchia né chi acquista un’utilitaria sotto una certa cilindrata“.

 

Tassa sulle emissioni, il testo dell’emendamento

Quanto afferma la Castelli è in parte inesatto. E’ vero che la tassa non interessa chi già possiede un’auto, molti hanno fatto confusione nel riportare la notizia, probabilmente perché non hanno letto il testo completo dell’emendamento. Però il provvedimento non parla affatto di cilindrata ma solo di emissioni. Quindi chi acquisterebbe un’auto di basso prezzo pagherebbe ugualmente la tassa e non nella stessa proporzione di chi compra un’auto di lusso. Qui sotto potete leggere il testo dell’emendamento così com’è stato approvato in commissione alla Camera.

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Tassa emissioni, il dietrofront della maggioranza

Aggiornamento 6/12 ore 13.00 – Arrivano i primi importanti dietrofront da parte della maggioranza parlamentare a proposito della tassa sulle emissioni, l’emendamento inserito alla Camera nella legge di bilancio da un corposo numero di deputati di Lega e Movimento 5 stelle, di cui potete leggere i dettagli nel resto di questo articolo. Le forti proteste delle ultime ore hanno indotto i due partiti di governo ad una inversione a U. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha dichiarato: “Pur condividendo il fatto che vada incentivato l’acquisto di elettriche, siamo però contrari ad un aggravio di costi per chi acquista auto di normale dotazione. Pertanto, cambieremo la norma al Senato“. Il commento negativo di Matteo Salvini, già espresso il 5 dicembre, potete leggerlo in fondo a questo articolo. E’ soprattutto importante il commento dell’altra componente della maggioranza, cioè il Movimento 5 stelle. Il vicepremier Luigi Di Maio, ha diffuso la seguente dichiarazione: “Capisco le preoccupazioni di costruttori e dei cittadini che magari vorrebbero comprare un’auto ecologica, ma non se lo possono permettere perché costa di più. Per questo la norma va migliorata subito per non penalizzare nessuno, in particolare chi ha bisogno di acquistare un’utilitaria”. Di Maio ha concluso aggiungendo: “Per questo motivo ho deciso di convocare un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo economico, per migliorare gli incentivi per l’auto elettrica, ibrida e a metano, con i costruttori, a partire da FCA, e con le associazioni dei consumatori. Insieme troveremo la soluzione giusta per centrare due obiettivi: proteggere noi e i nostri figli dall’inquinamento, senza pesare sul portafogli“.

 

Tassa sulle emissioni, la stangata

5/12 – Non fatevi ingannare dalla parola incentivo: è soprattutto una tassa sulle emissioni di CO2. Se l’emendamento alla legge di bilancio, da poco approvato in commissione alla Camera, dovesse essere confermato anche dopo il passaggio in aula in entrambi i rami del Parlamento, si tratterebbe di una vera stangata sulle auto nuove, che colpirà la maggior parte dei modelli in commercio e danneggerà soprattutto chi non ha denaro per comprare un’auto sotto i limiti previsti da questo provvedimento. Il meccanismo è del tipo bonus/malus, come quello dell’assicurazione rc auto: al di sotto di 90 g/Km si ha un incentivo crescente; da 110 in poi si paga una tassa, crescente anch’essa. Inoltre, poiché l’incentivo sulle auto a basse emissioni non è collegato alla rottamazione, non ci sarà una spinta a svecchiare il parco circolante. E c’è soprattutto una profonda ingiustizia sociale che viola apertamente il principio della progressività delle imposte: l’esempio più lampante è che chi acquisterebbe una Panda a benzina 1.2 da 11.390 euro di listino (e 125 g/Km di CO2) pagherebbe un’imposta aggiuntiva di 300 euro, mentre chi comprerebbe un’Alfa Romeo Stelvio 2.2 turbodiesel 160 cavalli (139 g/Km) da 47.500 euro pagherebbe un’imposta di 400 euro. Quindi solo 100 euro in più per chi può spenderne quasi 36.000 in più. Senza contare che chi può permettersi una Tesla da 100mila euro riceverebbe anche uno sconto di 6.000 euro, uguale a chi acquisterebbe una Renault Zoe da 25mila euro.

 

Tassa sulla CO2, quanto si dovrebbe pagare

Tassa sulle emissioni

Riepiloghiamo quanto prescrive l’emendamento. Questi sono gli importi dell’imposta in base al livello di emissioni di CO2 dell’auto, misurati in g/Km. Ricordiamo che il provvedimento non fa differenza fra i tipi diversi di alimentazione.

CO2 g/Km            Imposta (euro)

110-120                150

120-130                300

130-140                400

140-150                500

150-160                1.000

160-175                1.500

175-190                2.000

190-250                2.500

>250      3.000

Notare anche la pessima stesura dell’emendamento. La tabella riporta estremi uguali per diverse fasce. Significa questo: un’auto da 120 g/Km esatti paga una tassa di 150 o 300 euro? Che esista o meno il veicolo è irrilevante, un testo legislativo non deve essere ambiguo. Se dovesse trasformarsi in legge, chiunque potrebbe pagare il livello inferiore e poi fare ricorso contro la multa e probabilmente vincerlo. La magistratura andrebbe in tilt, perché si troverebbe con una legge che attribuisce allo stesso caso due trattamenti differenti. Molto probabilmente finirebbe davanti alla Corte costituzionale che, altrettanto probabilmente, la cancellerebbe.

 

Incentivi auto a basse emissioni: il contributo

Tesla Model 3
Questi sono invece i contributi previsti per chi acquista un’auto a basse emissioni. Il contributo viene erogato dal venditore all’automobilista sotto forma di sconto. Il concessionario verrà poi rimborsato dal costruttore, il quale riceverà dallo Stato un credito d’imposta.

CO2 g/Km            Imposta (euro)

0-20       6.000

20-70     3.000

70-90     1.500

Vale lo stesso discorso fatto per la tassa. Un’auto da 70 g esatti ha un contributo di 3.000 o 1.500 euro? E una da 90 ne riceve 1.500 o resta senza niente?

 

Tassa emissioni CO2, le proteste di costruttori e concessionari

Le proteste nel settore si sono subito fatte sentire. Unrae, l’associazione dei costruttori esteri operanti in Italia, pur riconoscendo che si tratta di un segnale interessante e apprezzabile nell’intento, avverte in un comunicato che “L’impostazione del provvedimento non è funzionale agli obiettivi che si dovrebbero raggiungere e cioè il miglioramento della qualità dell’aria ed il rinnovo del parco circolante, come noto, tra i più vecchi d’Europa. riteniamo inaccettabile colpire così duramente gli automobilisti italiani con una nuova tassazione sui veicoli di ultima generazione. Più della metà dei veicoli immatricolati sarà vessato da un nuovo tributo: su alcuni di questi, non di lusso, il costo dell’imposizione varrà circa il 10% del costo del veicolo, senza considerare il paradosso di iper-tassare un veicolo nuovo mentre in Italia potranno continuare a circolare liberamente, senza l’imposizione di alcun tributo, veicoli di oltre 15 anni“.

Dello stesso parere è Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari. Il presidente Adolfo De Stefani ha dichiarato in una nota: “La proposta così come presentata invece di costituire una soluzione peggiorerà il problema sia dell’inquinamento, sia delle entrate dello Stato, sia dell’impatto sul mercato e, conseguentemente, sui livelli occupazionali delle nostre aziende in cui oggi sono impiegati più di 120.000 addetti. Paradossalmente l’incentivazione di auto nuove più ecologiche prevista dalla proposta sarebbe già nettamente inferiore a quanto il mercato ad oggi ha espresso per le vetture con emissioni di CO2 inferiori a 90 g/km. Di contro la penalizzazione di autovetture Euro 6 porterebbe le seguenti conseguenze: un rallentamento del rinnovo del parco senza eliminare le vetture più inquinanti e comporterebbe inoltre un minore gettito di IVA e IPT dovuto ad una riduzione del mercato che non compenserebbe neppure in minima parte il maggior gettito derivante dal malus“.

Politica: Salvini contrario a nuove tasse, ma l’emendamento è firmato anche dalla Lega

Anche da parte politica ci sono delle voci contrarie. Su tutte, quella del leader della Lega, Matteo Salvini. Intervistato da Rai Radiouno, il vicepresidente del Consiglio ha commentato: “Sono assolutamente contrario ad ogni forma di nuova tassa su un bene già ipertassato in Italia. Se ci sono bonus per chi vuole cambiare, benissimo. Ma non penso che ci sia qualcuno che ha una euro 3 diesel per il gusto di avere una macchina vecchia, evidentemente non ha i soldi per comprarsi la macchina nuova“.

Tuttavia l’emendamento in questione, codice 49.069 negli atti della Camera, porta la firma di parlamentari del Movimento 5 stelle ma anche della Lega. Il provvedimento in realtà è composto di due parti nettamente distinte, nella prima si tratta di una misura relativa al settore della pesca. Il primo firmatario dell’emendamento, il deputato Lorenzo Viviani della Lega, è un pescatore professionale, quindi possiamo presumere che la parte leghista dell’emendamento sia riferita a questo, mentre i deputati del M5S, molto vicini agli ambienti ecologisti, in teoria avrebbero elaborato la parte che riguarda la tassa sulle emissioni. Però, poiché l’emendamento è unico, tutte le firme dei deputati di entrambi i colori vanno accomunate e si deve concludere, almeno a livello formale, che siano tutti d’accordo sull’intero testo su cui hanno messo il proprio nome.

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