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Mercedes Classe C: i 30 anni di storia a Nardò

Trent’anni di Storia dalla Mercedes 190 alla nuova Mercedes Classe C 2014: ecco la nostra prova a Nardò delle più importanti segmento D della Stella, dagli esemplari degli anni ottanta, a quelli di oggi.


Dalla Baby Benz alle nuove Mercedes Classe C, la storia lunga trent’anni di un segmento, il D, che dal momento del suo arrivo si è dimostrato fondamentale per la Stella. Era il 1983 quando Mercedes lanciò la prima Mercedes 190, una vettura innovativa, personale e diversa rispetto ai canoni classici del marchio. Una nuova dimensione, più compatta che mai, un nuovo posizionamento, alla base della gamma, ed un telaio tutto nuovo, con uno schema sospensivo evoluto che rendeva particolarmente piacevole da guidare ogni motorizzazione.

Dalla w201, ovvero la 190, alla w204, la Mercedes Classe C appena uscita di produzione, il passo è più breve di quanto si possa pensare. Trent’anni sono passati in fretta, con continue innovazioni tecnologiche, dinamiche e costruttive, che hanno permesso a Mercedes di migliorare alcune qualità delle proprie segmento D, cambiando un po’ l’anima della 190, ma evolvendone i concetti fondamentali. Nel 2014 arriverà poi la quinta generazione di questo modello, la quarta a prendere il nome di Mercedes Classe C, la nuova w205 che ha debuttato durante il prossimo Salone di Detroit ed è in arrivo nelle concessionarie di tutto il Mondo

Per celebrare i trent’anni della Classe C, Mercedes ha organizzato una rivisitazione storica, portandoci in un luogo che ha fatto la storia dell’automobilismo e la storia della segmento D tedesca: il circuito di Nardò. Proprio sull’anello pugliese, dall’11 al 21 agosto del 1983 le Mercedes 190 E 2.3-16 fecero registrare diversi record mondiali. In 201 ore, 39 minuti e 43 secondi vennero percorsi la bellezza di 50 mila chilometri toccando una velocità media di quasi 250 chilometri orari. Vennero inoltre stabiliti nove primati di categoria e due record mondiali sulla distanza di 25 mila chilometri.

Durante la nostra prova abbiamo potuto provare le varie vetture della gamma della segmento D, dalle prime 190 alle nuova Mercedes C 63 AMG, guidata da un pilota d’eccezione, Mika Hakkinen. Ma parliamo ora della storia di Mercedes Classe C, dei suoi esemplari più particolari e significativi, analizzandole con le nostre sensazioni di guida.

Nardò: la Storia dell’Automobilismo

Mercedes 190 sull'anello di Nardò

La pista di Nardò venne costruita nel 1975 dalla Fiat che creò una pista ad alta velocità con un anello dalla circonferenza di 12.5 chilometri, con una curva continua inclinata studiata per permettere di non dover sterzare ad un’andatura di 240 chilometri orari per completare un giro di pista. Larga 16 metri, la sede stradale è divisa in diverse corsie, ognuna dedicata a diverse velocità. Tutte le più importanti case automobilistiche mondiali si riuniscono nel circuito italiano, ora di proprietà Porsche, per testare i prototipi delle nuove vetture.

Al nostro arrivo alla pista di Nardò, le nostre macchine fotografiche e videocamere ci sono state ritirate dai responsabili del Technical Center. Questo perché ogni giorno sui vari circuiti all’interno della pista pugliese girano decine e decine di prototipi di tutti i più importanti marchi mondiali. Ovviamente anche i telefoni cellulari hanno subito un controllo, e su ogni fotocamera è stato applicato un adesivo di sicurezza. Tra le svariate automobili che abbiamo avuto occasione di sbirciare, anche la nuova Mercedes Classe C, ancora totalmente camuffata ed impegnata in alcuni test ad alta velocità.

Nell’apposito paddock allestito da Mercedes Classic erano presenti alcuni prototipi mai entrati in produzione. Insieme al Professor Dottor Ingegnere Werner Breitschwerdt ne abbiamo ripercorso la storia, scoprendone tutte le particolarità e le caratteristiche. All’interno dell’hospitality Mercedes sembrava di essere tornati indietro nel tempo: oltre alle icone classiche su quattro ruote, erano presenti alcuni personaggi che hanno fatto la storia del marchio Mercedes e dell’automobilismo. Così, pranzando e chiacchierando con Mika Hakkinen, Robert Schafer, Gerhard Lepler e con vari meccanici specializzati nelle Mercedes d’epoca, abbiamo scoperto tantissimi segreti sulle auto di un tempo.

Mercedes 190: i modelli che hanno fatto la storia

Mercedes 190 prova in pista

La Storia di Mercedes Classe C è iniziata con l’introduzione della Mercedes 190, una vettura pensata per aprire il marchio della Stella verso una nuova clientela. Durante la nostra prova sul circuito di Nardò Mercedes ci ha permesso di guidare una Mercedes 190 del 1984 con il 2.0 litri benzina da 90 cavalli e 165 Nm. Un’automobile che, nonostante la potenza non troppo elevata, si è dimostrata agile e quasi divertente, con la classica impostazione votata al comfort di guida ed ai lunghi viaggi. L’assetto morbido, con tanto rollio ed una buona dose di beccheggio consente di viaggiare in totale relax, garantendo comunque un’ottima stabilità grazie anche all’assale posteriore space rod.

Mercedes proponeva per la Mercedes 190 anche motori a sei cilindri. Un esempio era la Mercedes 190 E 2.6, che noi abbiamo provato in un esemplare del 1993. Il 2.597 centimetri cubi era in grado di erogare 160 cavalli a 5.800 giri ed una coppia massima di 220 Nm a 5.000 giri. Questo consentiva alla vettura una certa rapidità in accelerazione, pur appesantendo in maniera sensibile l’asse anteriore dell’auto. La guidabilità si dimostrava così molto diversa rispetto alle quattro cilindri, con un muso leggermente più difficile da far entrare in curva, ma con il comfort e le performance che solo una sei cilindri riusciva a garantire.

La gamma della Mercedes 190 era disponibile anche con motori a gasolio. La Mercedes 190 D 2.5, della quale abbiamo provato un esemplare del 1992, montava un cinque cilindri in linea da 2.497 centimetri cubi capace di 122 cavalli e 225 Nm. In questo caso le vibrazioni si facevano sentire, con il motore che però, una volta in marcia, non si rivelava troppo ruvido, con buone doti di progressione e di accelerazione combinate con consumi ridotti.

Ai vertici della gamma di Mercedes 190 c’erano però le Mercedes 190 E 2.5-16. Noi le abbiamo provate nelle due versioni Evolution, con la prima, del 1989 con motore 2.463 centimetri cubi capace di erogare 195 cavalli a 6.800 giri al minuto e 235 Nm a 5.000 giri. Questa sportiva aveva un comportamento preciso ed estremamente divertente, con uno sterzo trasmissivo che permetteva di gestire al meglio la potenza del quattro cilindri che portava spesso la berlina a scodare in maniera facilmente controllabile e prevedibile.

Ben più cattiva ed estrema la Mercedes 190 E 2.5-16 Evo 2, una vera icona dei primi anni novanta con il suo 1.5 da 235 cavalli a 7.200 giri e coppia massima di 245 Nm a 5.000 giri. L’estetica rendeva immediatamente riconoscibile ognuno dei soli 502 esemplari prodotti. Un enorme alettone posteriore si abbinava a paraurti ed a passaruota allargati, che nascondevano un fine aggiornamento della meccanica. In questo caso il comportamento è davvero brutale, con il 2.5 litri che spinge fortissimo quando si è nella parte alta del contagiri, con i cavalli che si sentono davvero senza filtro e permettono una guida sportiva d’altri tempi che collega direttamente il guidatore alla vettura, senza filtri elettronici.

Mercedes ha portato a Nardò anche una Mercedes C 36 AMG, la variante sportiva della Mercedes Classe C w202. Con l’introduzione sui mercati nel 1993, la Mercedes Classe C ha cambiato radicalmente i concetti alla base della Mercedes 190. Il livello di comfort, di lusso e di finiture si è evoluto ulteriormente, con più sicurezza, sistemi di aiuto alla guida ed una maggiore facilità d’utilizzo. La Mercedes Classe C w202 ha però perso quel feeling meccanico che si aveva con la Mercedes 190, evolvendone la guidabilità e portando le berline medie della Stella su un altro piano. Il sei cilindri in linea da 3.606 centimetri cubi della Mercedes C 36 AMG riusciva a sviluppare 280 cavalli a 5.750 giri ed una coppia massima di 385 Nm a 4.000 giri: prestazioni elevatissime, ma con emozioni molto filtrate rispetto alla brutalità delle Mercedes 190 2.3 e 2.5.

Mercedes Classe C: i prototipi

Mercedes 190: la storia dei 30 anni di Mercedes Classe C

Mercedes ha portato a Nardò anche alcuni dei prototipi mai entrati in produzione della Mercedes 190. Abbiamo così potuto toccare con mano e salire su alcuni esemplari quasi mai esposti al pubblico, oppure su modelli che hanno fatto la storia, come ad esempio la Mercedes 190E 2.3-16 portata al trionfo da un giovanissimo Ayrton Senna sul circuito del Nurburgring in una sfida tra piloti organizzata da Mercedes nel 1984 e che contava una dozzina di campioni del mondo alla partenza insieme ai piloti di Formula 1 di quegli anni.

Negli anni ottanta, poco dopo il lancio della Mercedes 190, la Stella realizzò alcuni esemplari pensati per ampliare ancor di più la gamma della sua nuova berlina. Nacque così la Mercedes 190 E Compact Car, che nel 1981 si configurava come hatchback compatta a due posti. Motore 2.0 litri da 122 cavalli e 178 Nm con passo di soli 2.2 metri la rendevano scattante e reattiva. Questo modello non entrò mai in produzione ma svolse un ruolo fondamentale nella ricerca che, dieci anni dopo, portò ai primi progetti della Mercedes Classe A e della Smart, le nuove compatte di Stoccarda.

Ben diversa invece la Mercedes 190 E 2.6 Cabriolet del 1990, introdotta come prototipo subito dopo la rivisitazione estetica della gamma e mai andata in produzione in quanto Mercedes scelse di lasciare l’esclusività della capote in tela retraibile e delle due porte alla Mercedes w124 che sarebbe stata lanciata nei mesi successivi.

Il terzo esempio di studi per l’innovazione tecnologica e funzionale è la Mercedes 190 E Electric del 1990. Mercedes sviluppò in quegli anni un sistema di trazione elettrica che permetteva alla Mercedes 190 un’autonomia di 80 chilometri, con velocità massima di 110 chilometri orari. Il tutto grazie ad un motore elettrico da 44 cavalli abbinato ad ingombranti batterie che occupavano anche parte dell’abitacolo.

Spazio anche a modelli unici come la Mercedes 190 E 2.3 16 di Ayrton Senna. Il 12 maggio del 1984 sul nuovo circuito sud del Nurburgring, Mercedes portò 20 modelli di pre produzione della Mercedes 190 E 2.3 16 organizzando una gara tra piloti di Formula 1 e campioni del Mondo. Senna si mise subito in mostra conquistando la vittoria e mettendosi dietro, in ordine, Niki Lauda, Carlos Reutmann, Keke Rosberg e tantissimi altri grandi nomi dell’automobilismo, come Jody Scheckter, Jack Brabham, James Hunt, John Surtees, Stirling Moss ed Alain Prost.

La Mercedes 190 E 2.3 16 è però entrata nella storia anche per i suoi successi nel DTM, con la variante preparata per le corse che conquistò più di 50 vittorie. L’esemplare di Roland Asch aggiornato per il Gruppo A montava un 4 cilindri da 2.3 litri derivato dalla serie ma modificato per erogare la bellezza di 300 cavalli a 6.000 giri e per raggiungere una velocità massima di 260 chilometri orari.

Guida sull’anello di Nardò

Mercedes 190 sull'anello di Nardò

La rievocazione del record di velocità della Mercedes 190 non poteva che prevedere un giro sull’anello ad alta velocità di Nardò, vero simbolo del Technical Center pugliese. Per questa prova abbiamo scelto una delle vetture più importanti dell’intera storia della Mercedes 190, la 2.5 16 Evo. La prima generazione della 190 Evolution ci ha permesso di gustarci al meglio il nostro giro sull’anello ad alta velocità dove siamo stati affiancati, in piena atmosfera amarcord, dall’originale Mercedes 190 E Record Car.

Un’emozione davvero unica: percorrere il tracciato originale con una vettura dell’epoca in cui è stato segnato il record di velocità. Un’esperienza irripetibile, con le nostre vetture lanciate a velocità elevata sull’ovale di Nardò, proprio come fecero gli eroici piloti del record. Una guida non troppo facile, anche al di sotto dei 200 chilometri orari, che ci ha fatto realizzare le difficoltà di guida che hanno caratterizzato i lunghi giorni in cui Mercedes ha fatto segnare uno dei record più importanti nella storia delle sue vetture medio-compatte.

Tenere l’auto nella carreggiata giusta non è molto difficile, con l’inclinazione del tracciato che aiuta molto. Ben più ardua è la concentrazione da mantenere durante le lunghe ore di guida dei piloti della Stella. Durante il nostro giro ci siamo infatti accordi di quanto l’adrenalina iniziale cali drasticamente nel giro di pochi chilometri. Paesaggi ripetitivi, pochi punti di riferimento ed una strada che, pur essendo curva, appare praticamente dritta. Il Record di velocità è stato una vera e propria impresa, soprattutto nella guida notturna, con i piloti che dovevano mantenere la concentrazione per lunghi periodi combattendo il sonno ed ogni minima distrazione.

Al volante della Mercedes C 55 AMG Medical Car di Formula 1

Mercedes C 55 AMG Medical Car

Verso fine giornata, Mercedes ci ha riservato alcuni giri in pista con le sue Mercedes 190. Dopo aver atteso lungamente per portare in pista una delle icone dell’automobilismo sportivo stradale, la Mercedes 190 2.5 16 Evo 2, che però avevamo già guidato nella mattinata in un’altra pista di handling, abbiamo notato nostro malgrado che per il nostro turno, l’esemplare numero 222 era già impegnato. Così nella nostra piazzola sarebbe dovuta arrivare una Mercedes 190 2.6, certamente una gran macchina poco apprezzata, ma sicuramente non l’ideale per divertirsi tra i cordoli, almeno per il nostro concetto di guida in pista.

Dopo un attimo di apprensione, per non aver potuto prendere la Evo 2, la fortuna ha giocato a nostro favore. In lontananza abbiamo sentito un suono di un V8 rauco, cattivo e potente. In pochi secondi ci siamo trovati davanti la Mercedes C 55 AMG Medical Car del Campionato del Mondo di Formula 1 del 2005. Un colpo di fortuna inimmaginabile, visto anche che siamo stati gli unici a poter percorrere quattro giri di pista con questa belva da pista: la ciliegina sulla torta di una giornata epica.

Non appena il tecnico Mercedes è sceso dalla vettura e ci ha invitato a salire al posto di guida l’adrenalina è schizzata a mille. Questo più che per la macchina in sé, per il suo pedigree: durante le stagioni in cui ha fatto da Medical Car in Formula 1 è stata portata in giro per tutto il mondo, sulle piste più importanti del pianeta, ospitando i piloti dopo gli incidenti e riportandoli ai box.

Ovviamente, vista la particolarità dell’allestimento, della Mercedes C55 è rimasto davvero poco. Dal punto di vista estetico si segnalano alcune migliorie all’aerodinamica, con nuove prese d’aria per freni e motore, oltre alle immancabili luci lampeggianti ed agli adesivi sulle fiancate. L’interno dell’auto è il regno della fibra di carbonio, con tantissime parti realizzate unicamente per questo esemplare. Fianchetti delle portiere, tunnel centrale e parte del cruscotto sono infatti realizzati in carbonio. I comandi del climatizzatore sono stati spostati sul tetto, al posto delle luci interne, così da lasciar spazio sul cruscotto per due grandi schermi LCD e per decine di tasti per comandare le svariate funzioni dell’auto.

Dopo aver ammirato il particolare allestimento ci siamo calati negli avvolgenti sedili a guscio regolabili unicamente nella profondità, così da poter arrivare senza problemi a volante e pedali. Sistemate le cinture a quattro punti abbiamo girato la chiave nel quadro, scatenando un vero mostro. Non appena il carburante è entrato nelle otto camere di scoppio un boato ci ha accolto sulla vettura: eravamo pronti per partire.

Ancora sbalorditi dalla Mercedes C55 AMG Medical Car non abbiamo minimamente ascoltato le mille istruzioni dateci dai tecnici della Stella e, non appena ci è stato dato il via, siamo partiti. Visto il tipo di auto, non abbiamo lesinato minimamente sulla pressione del piede destro: giù tutto, con le ruote posteriori che, nonostante la grandissima trazione, hanno iniziato a pattinare, accompagnandoci per qualche centinaio di metri all’uscita dai box.

La taratura dell’ESP è infatti molto particolare, ma in questo caso, non conoscendo né la pista né l’auto, sarebbe stato stupido non utilizzarlo. Ed in effetti, visto il nostro approccio al mondo delle automobili, ci abbiamo pure provato, scoprendo una vettura feroce e rabbiosa, una vera belva da domare che si mette di traverso, o sottosterza, al minimo errore. Meglio lasciare i controlli inseriti ed usare una guida pulita che non necessiti del loro intervento. La tenuta in curva è davvero ottima, merito del nuovo assetto e degli irrigidimenti del telaio, con la Mercedes C 55 Medical Car che si è rivelata ben diversa rispetto alla sua variante stradale.

Il cambio è un’evoluzione del Nag 5 AMG in chiave estrema: di certo non si tratta di un’unità da gara, ma quello che conta di più è la sua risposta in relazione all’acceleratore. Nella modalità manuale il cinque marce risulta preciso ed abbastanza veloce prendendo in analisi gli standard di quasi 10 anni fa. Ciò che stupisce di più però è la reattività dell’acceleratore, che, se non usato con estrema cura, tira delle botte pazzesche, sia in accelerazione, dove il V8 si rivela estremamente allegro e rapido nel prendere giri, sia in rilascio, dove bisogna stare attenti quando si è in curva alla coda dell’auto. Pienissimo, il V8 da 5.439 centimetri cubi eroga 367 cavalli nella sua configurazione originale a 5.750 giri, con 510 Nm di coppia a 4.000 giri. Il motore, leggermente potenziato e con scarico libero, si accompagna ad una completa rivisitazione dello sterzo. L’unità utilizzata sulla Medical Car è infatti direttissima, sensibile ed estremamente comunicativa. In ogni momento sapevamo esattamente cosa stessero facendo le ruote anteriori, con ogni minima reazione che veniva trasmessa al volante. Assetto rigidissimo, con una particolare regolazione del camber delle ruote anteriori, che genera una precisione di sterzo inimmaginabile per un’auto stradale. Una vera auto da corsa, per certi versi, vestita con particolari più borghesi come i rivestimenti in pelle e le varie finiture.

Con Mika Hakkinen sulla Mercedes C 63 AMG

Mercedes C 63 AMG Mika Hakkinen

Durante la nostra esperienza a Nardò con tutte le segmento D della storia recente di Mercedes, non poteva di certo mancare un’esperienza sulla versione appena uscita dal mercato, la Mercedes Classe C w204, che ha lasciato spazio alla nuova Mercedes Classe C 2014 w205. Vista l’esclusività dell’evento, non poteva che trattarsi di una AMG, più precisamente la Mercedes C63 AMG con il suo V8 da 6.2 litri aspirato.

A guidarla però non siamo stati noi, e per una volta ciò non ci è affatto dispiaciuto. Dietro al volante c’era infatti uno dei piloti più iconici del recente passato della Formula 1: Mika Hakkinen. Il carismatico, e simpaticissimo, finlandese ci ha così portato in giro su uno dei tracciati di prova di Nardò a tutta velocità. Dopo un paio di curve prese bene e con estrema precisione, Mika Hakkinen ha iniziato a divertirsi un po’ cercando, invano, di farci spaventare.

La sua guida è divertimento puro, due giri di risate e scene comiche, come le sue finte perdite di controllo dell’auto e le staccate al limite. Così tanto al limite che all’inizio del secondo giro, alla prima curva, siamo stati protagonisti di un clamoroso dritto ad altissima velocità nella via di fuga asfaltata. Non ci è ancora chiaro se Mika l’abbia fatto volontariamente, oppure se abbia perso, per pochi metri, il punto di staccata. Fatto sta che il finlandese e noi, abbiamo iniziato a ridere, non per l’errore, ma per il suo comportamento.

Non appena l’auto ha rallentato, Mika Hakkinen si è infatti esibito in un paio di tondi a ruote fumanti, con burnout e traverso di rientro in pista, come potete vedere dalla spettacolare immagine di apertura di questo capitolo. Un’esperienza unica, con uno dei migliori piloti di sempre della Formula 1, nonché idolo della nostra infanzia. Un pilota estremamente simpatico, talentuoso e davvero divertente, sia nella guida, sia nei modi di fare, estremamente alla mano.

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