Cala il sipario su un pezzo di storia: addio alle Volkswagen cabriolet
Scopri la storia delle Volkswagen Cabriolet: dai modelli iconici come Maggiolino, Golf ed Eos fino alla T-Roc Cabrio, tra innovazione e passione
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Guidare con il vento tra i capelli, lasciandosi trasportare dall’adrenalina e dalla sensazione di libertà, è un’esperienza che da oltre settant’anni accompagna la storia di Volkswagen Cabriolet. Dal 1949 a oggi, la casa tedesca ha saputo interpretare il desiderio di guida “en plein air” con modelli che hanno segnato intere generazioni, pur in un mercato che oggi vede protagonisti soprattutto SUV e crossover. Eppure, il fascino della decappottabile resiste, grazie a una tradizione fatta di innovazione, stile e accessibilità.
Un viaggio che parte dal Maggiolino Cabriolet
Il percorso delle scoperte Volkswagen inizia con un’icona senza tempo: il Maggiolino Cabriolet. Prodotto dal 1949 al 1980, questo modello rappresenta la sintesi perfetta tra semplicità tecnica e piacere di guida. Il suo cuore pulsante era affidato ai leggendari motori boxer raffreddati ad aria, con cilindrate comprese tra 1.1 e 1.6 litri. L’essenza del Maggiolino è stata successivamente reinterpretata con il New Beetle Cabriolet del 2003 e, ancora, con la terza generazione del 2013, che ha saputo fondere il design retrò con tecnologie moderne e propulsori fino a 220 CV nella sportiva versione R-Line.
L’evoluzione passa dalla Golf Cabriolet
Tra le protagoniste indiscusse della storia delle decappottabili Volkswagen spicca la Golf Cabriolet. L’ultima generazione, prodotta tra il 2011 e il 2016, ha mantenuto la tradizionale capote in tela, scelta che ha permesso di conservare l’autenticità e il fascino delle scoperte classiche. Le versioni più performanti, come la GTI e la R, hanno rappresentato l’apice dell’offerta: la Golf Cabriolet R, con il suo 2.0 TSI da 265 CV, era in grado di scattare da 0 a 100 km/h in soli 6,4 secondi, raggiungendo una velocità massima di 250 km/h. Un equilibrio perfetto tra sportività e libertà.
Il salto tecnologico con Eos e il tetto rigido
Un momento di svolta nella genealogia delle cabriolet Volkswagen arriva nel 2006 con la presentazione della Eos. Questa vettura ha rivoluzionato il segmento introducendo il sofisticato tetto rigido ripiegabile “CSC”, un sistema a cinque sezioni che integrava anche un tetto apribile in vetro. In pochi secondi, la Eos si trasformava da coupé a cabriolet, offrendo una versatilità inedita per il segmento. Basata sulla piattaforma Golf, la Eos proponeva una gamma motori che spaziava dai parsimoniosi motori TSI 1.4 ai potenti V6 da oltre 250 CV, riuscendo a soddisfare anche i clienti più esigenti fino al termine della produzione nel 2015.
Il presente è SUV: arriva la T-Roc Cabrio
Oggi, a portare avanti la tradizione della guida scoperta Volkswagen è la T-Roc Cabrio, lanciata nel 2020. Si tratta di una delle pochissime SUV cabriolet attualmente disponibili sul mercato globale, e rappresenta una proposta unica per chi cerca la praticità di un crossover senza rinunciare al piacere della guida all’aria aperta. Con una lunghezza di 4,27 metri, quattro posti e un bagagliaio da 280 litri, la T-Roc Cabrio abbina comfort e versatilità. La gamma motori prevede efficienti motori TSI turbo: il tre cilindri 1.0 TSI e il più performante 1.5 TSI Evo, entrambi disponibili sia con cambio manuale sia con l’apprezzato automatico DSG. Se i motori diesel sono oggi meno presenti nell’offerta, le soluzioni benzina garantiscono comunque ottime prestazioni e consumi contenuti.
Il futuro delle decappottabili Volkswagen
Nonostante il mercato italiano delle cabriolet abbia visto una progressiva contrazione, la domanda rimane vivace in paesi come Germania e Regno Unito, a dimostrazione che il sogno di guidare con il cielo come tetto è ancora ben vivo. Il segmento sta attraversando una fase di transizione, ma la lunga tradizione di Volkswagen Cabriolet lascia ben sperare per il futuro. Gli appassionati possono aspettarsi nuove evoluzioni, magari con soluzioni ancora più innovative e sostenibili, capaci di rinnovare il mito della guida a cielo aperto e di far battere ancora forte il cuore degli amanti delle emozioni su quattro ruote.