Tredici auto sequestrate al porto di Ravenna per contrabbando

Al porto di Ravenna treze auto sequestrate per contrabbando: evase imposte e assicurazioni. I proprietari possono riscattare pagando diritti e sanzioni o perdere i veicoli all'asta

Tredici auto sequestrate al porto di Ravenna per contrabbando
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Giorgio Colari
Pubblicato il 30 dic 2025

Un nuovo e importante colpo alle pratiche illecite nel settore automobilistico è stato inferto il 29 dicembre 2025, quando una vasta operazione coordinata tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane ha portato al sequestro di ben 13 veicoli di alta cilindrata presso il porto di Ravenna. L’azione, condotta al terminal del porto commerciale, ha svelato un articolato sistema di contrabbando auto basato sull’importazione irregolare di vetture immatricolate fuori dall’Unione Europea e utilizzate stabilmente da residenti italiani, eludendo i controlli e le imposte dovute allo Stato.

I veicoli circolavano su territorio nazionale

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i veicoli, tutti con targa estera e mai sottoposti a regolarizzazione doganale, circolavano liberamente sul territorio nazionale. Questa strategia permetteva ai proprietari di evitare il pagamento dei diritti doganali – stimati in circa 50.000 euro per il solo lotto sequestrato – e di aggirare numerosi obblighi fiscali e amministrativi, tra cui il pagamento del bollo auto e il rispetto delle tariffe standard dell’assicurazione RCA.

L’elusione dei diritti doganali non rappresenta soltanto un danno economico per l’erario, ma genera anche una concorrenza sleale nei confronti dei rivenditori e degli automobilisti che rispettano le regole. Le auto importate irregolarmente, infatti, vengono spesso rivendute a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato, alimentando un circuito di contrabbando auto che distorce profondamente il settore dell’usato e priva lo Stato di risorse fondamentali.

L’operazione condotta presso il porto di Ravenna rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra le autorità sia cruciale per contrastare fenomeni di evasione e illegalità. Gli uomini della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno smantellato una rete organizzata che, sfruttando le maglie larghe della normativa e la difficoltà di controllo sulle auto con targa straniera, consentiva agli intestatari di beneficiare di notevoli vantaggi economici. Oltre all’evasione dei diritti doganali, la mancata regolarizzazione doganale delle vetture permette di sottrarsi anche al pagamento del bollo auto e di ottenere condizioni assicurative più favorevoli, abbattendo i costi dell’assicurazione RCA.

L’aspetto economico

Ma le implicazioni non si fermano all’aspetto economico. La circolazione di veicoli non sottoposti alle necessarie verifiche doganali e tecniche comporta rischi elevati per la sicurezza stradale: questi mezzi potrebbero non rispettare gli standard previsti dal Codice della Strada, aumentando il pericolo per tutti gli utenti della rete viaria. Inoltre, la gestione delle sanzioni risulta estremamente complessa: spesso il proprietario formale dell’auto risiede all’estero e non coincide con chi la utilizza effettivamente, rendendo difficoltosa la notifica e l’esecuzione delle multe.

Le indagini preliminari hanno evidenziato come questa pratica sia diventata una vera e propria forma di contrabbando auto, con effetti deleteri sul mercato e sulla legalità. Il meccanismo, se non contrastato efficacemente, rischia di incentivare ulteriormente l’importazione e la circolazione di veicoli non conformi, minando la trasparenza e la sicurezza dell’intero comparto automobilistico.

Un bivio

I proprietari delle auto sottoposte a sequestro si trovano ora di fronte a un bivio: possono scegliere di regolarizzare la propria posizione versando i diritti doganali evasi e le relative sanzioni, oppure rinunciare ai veicoli, che verranno confiscati e successivamente messi all’asta pubblica, con il ricavato destinato alle casse dello Stato. In caso di accertamento di ulteriori responsabilità, il procedimento amministrativo potrebbe sfociare in profili penali per contrabbando auto aggravato, con l’applicazione di sanzioni pecuniarie maggiorate e la confisca definitiva dei beni coinvolti.

Le autorità hanno già annunciato un rafforzamento dei controlli nei principali porti italiani, sottolineando la necessità di una sorveglianza sempre più capillare e coordinata tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e amministrazioni locali. L’obiettivo è duplice: tutelare le entrate pubbliche e garantire la sicurezza sulle strade, contrastando con decisione ogni forma di elusione e illegalità nel settore automobilistico.

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