Tesla colpita da un meteorite, l'Autopilot si rivela decisivo

Un probabile meteorite ha perforato il parabrezza di una Tesla Model Y sulla Augusta Highway. Il sistema Full Self-Driving ha mantenuto il controllo; il South Australian Museum indaga

Tesla colpita da un meteorite, l'Autopilot si rivela decisivo
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Giorgio Colari
Pubblicato il 30 ott 2025

Un evento a dir poco straordinario ha scosso la tranquillità dell’Augusta Highway in Australia il 19 ottobre 2025, quando un oggetto identificato come probabile meteorite ha colpito una Tesla Model Y in viaggio. A bordo si trovava il Dr Andrew Melville-Smith, veterinario australiano, che ha vissuto in prima persona una situazione tanto pericolosa quanto rivelatrice delle potenzialità delle nuove tecnologie automobilistiche.

«È stato come vedere il futuro della sicurezza stradale manifestarsi davanti ai miei occhi. La tecnologia ha evitato qualcosa di molto più serio», ha dichiarato il Dr Andrew Melville-Smith, ancora scosso dall’accaduto. Mentre percorreva la trafficata arteria australiana, un impatto improvviso ha scosso il veicolo: il parabrezza è stato parzialmente fuso e frammenti di vetro incandescente sono stati proiettati all’interno dell’abitacolo, generando panico e una situazione di emergenza istantanea.

L’Autopilot salva la vita

Nonostante la gravità dell’evento, il sistema Full Self-Driving della vettura ha mantenuto il controllo in modo impeccabile, riuscendo ad arrestare la Tesla Model Y in completa sicurezza. Questo intervento automatico ha impedito che le conseguenze dell’incidente si aggravassero ulteriormente, evidenziando come le moderne tecnologie di assistenza alla guida possano essere decisive anche in circostanze totalmente imprevedibili.

La ricostruzione dell’accaduto, resa possibile anche grazie ai numerosi sensori e telecamere installati sul veicolo, ha messo in luce la rapidità e la precisione della risposta del sistema. L’impatto con il meteorite è stato accompagnato da un denso fumo e da un intenso odore di bruciato, segnali inequivocabili del calore estremo sviluppato nell’istante dello scontro. Il conducente ha riportato solo lievi ferite da taglio, mentre il parabrezza fuso rappresenta una testimonianza tangibile della violenza dell’impatto.

Analisi approfondite

Attualmente, il South Australian Museum sta conducendo approfondite analisi sull’oggetto recuperato per confermarne l’origine extraterrestre. Il geologo Kieran Meaney, coinvolto nelle indagini, ha sottolineato come i segni di calore e la presenza di vetro fuso siano pienamente compatibili con l’impatto di un corpo cosmico ad altissima temperatura. Le analisi in corso comprendono esami petro-chimici, ricerche di croste di fusione tipiche dei meteoriti, test magnetici e possibili datazioni isotopiche, tutte finalizzate a stabilire con certezza la natura dell’oggetto.

L’episodio ha immediatamente alimentato un vivace dibattito tra esperti di tecnologia e automobilismo. Da un lato, i sostenitori della guida autonoma sottolineano come il comportamento del sistema Full Self-Driving abbia dimostrato l’efficacia dei sistemi avanzati di assistenza alla guida anche in situazioni limite, offrendo un livello di sicurezza che sarebbe stato difficile garantire con la sola prontezza umana. Dall’altro, i critici ribadiscono la necessità di mantenere sempre la supervisione umana e di analizzare con attenzione i limiti operativi di queste tecnologie, soprattutto in condizioni estreme e imprevedibili come quelle generate dall’impatto con un meteorite.

Nel frattempo, la Tesla Model Y coinvolta è stata posta sotto sequestro per consentire tutte le verifiche tecniche e le indagini assicurative del caso. L’evento potrebbe avere ripercussioni significative sia sui protocolli di intervento che sulla normativa relativa ai sinistri che coinvolgono veicoli dotati di sistemi di guida autonoma, aprendo nuovi scenari per la gestione di queste emergenze in futuro.

Un’opportunità unica

Dal punto di vista scientifico, questo incidente rappresenta un’opportunità senza precedenti: sebbene gli impatti di corpi celesti sulla superficie terrestre non siano eventi rarissimi, raramente vengono documentati in modo così dettagliato e con la presenza di testimoni diretti. In questo caso, la presenza di sensori e telecamere di bordo ha permesso di registrare ogni fase dell’evento, offrendo dati preziosi sia per la comunità scientifica che per l’industria automobilistica.

Le autorità, insieme al South Australian Museum, invitano alla massima prudenza in attesa dei risultati definitivi delle analisi, che saranno fondamentali per confermare l’origine del presunto meteorite e completare la ricostruzione dell’incidente avvenuto sull’Augusta Highway. Questo caso, destinato a far discutere ancora a lungo, mette in evidenza il ruolo sempre più centrale della tecnologia nella gestione della sicurezza stradale e apre nuovi interrogativi sul futuro della mobilità autonoma.

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