Tesla, in due giorni manda al macero 68 miliardi: azionisti in rivolta
Tesla nella bufera: azionisti accusano l’azienda di frode per il lancio del Robotaxi in Texas. Problemi nei test e crollo del titolo in Borsa
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La casa automobilistica Tesla si trova al centro di una tempesta finanziaria e giudiziaria senza precedenti, dopo il clamoroso flop del lancio del suo servizio Robotaxi ad Austin, in Texas. Un crollo di ben 68 miliardi di dollari nella capitalizzazione di mercato e una perdita del 6,1% in borsa hanno scosso profondamente il mercato azionario, lasciando investitori e analisti a interrogarsi sul futuro dell’azienda guidata da Elon Musk. Ma il danno economico non è l’unico fronte critico: una causa legale collettiva, avviata da un gruppo di azionisti esasperati, accusa il management di aver orchestrato una vera e propria frode azionisti, mascherando rischi e difficoltà operative dietro promesse troppo ottimistiche.
Tutto ha avuto inizio con una conference call tenutasi il 22 aprile 2025, durante la quale Elon Musk aveva assicurato che l’azienda avrebbe concentrato tutte le risorse disponibili per lanciare il servizio Robotaxi ad Austin entro la fine di giugno. In quell’occasione, il CEO aveva enfatizzato la scalabilità e la sicurezza della tecnologia di guida autonoma sviluppata da Tesla, sottolineando la sua capacità di adattarsi a diversi contesti geografici e scenari d’uso. Tuttavia, le dichiarazioni trionfalistiche si sono presto scontrate con la dura realtà dei fatti.
Gravi problemi nei veicoli
Durante una dimostrazione pubblica organizzata a fine giugno, i test autonomi dei veicoli hanno evidenziato problemi gravi: dalle improvvise frenate agli errori di traiettoria, fino a casi di passeggeri lasciati a piedi in mezzo alla strada. A questi si sono aggiunti episodi di velocità eccessiva e comportamenti imprevedibili, sintomo di una tecnologia ancora lontana dalla maturità necessaria per un impiego su larga scala. Queste criticità hanno alimentato le accuse degli investitori, che ora puntano il dito contro l’azienda per aver nascosto informazioni fondamentali riguardo ai rischi tecnici e operativi del progetto.
Secondo quanto riportato da fonti come Electrek, gli azionisti sostengono che Tesla abbia volutamente gonfiato il valore delle proprie azioni, celando le difficoltà emerse durante lo sviluppo e la sperimentazione del servizio Robotaxi. La frode azionisti contestata si basa proprio sull’omissione di dati cruciali in un periodo già segnato da un calo della domanda di veicoli elettrici a livello globale. L’espansione del servizio di mobilità autonoma rappresentava infatti una scommessa strategica per rilanciare il brand e mantenere la leadership in un settore sempre più competitivo.
Una sfida competitiva
Il panorama della guida autonoma è infatti popolato da player di rilievo come Waymo e Cruise, che stanno accelerando lo sviluppo di soluzioni analoghe e alimentando una corsa tecnologica senza esclusione di colpi. Tuttavia, l’intero comparto si trova a fronteggiare ostacoli normativi e sfide ingegneristiche di grande portata, rendendo la corsa verso la piena autonomia più incerta che mai. In questo scenario, il passo falso di Tesla rischia di compromettere non solo la fiducia degli investitori, ma anche la reputazione dell’azienda e del suo carismatico leader.
La gestione della comunicazione verso il mercato e la trasparenza aziendale diventano quindi elementi chiave per riconquistare la credibilità perduta. Elon Musk, già più volte finito sotto i riflettori per le sue dichiarazioni controverse e per la gestione spregiudicata delle aspettative, si trova ora a dover affrontare una sfida delicatissima: rassicurare gli azionisti, ripristinare la fiducia del mercato azionario e dimostrare che l’innovazione può andare di pari passo con l’affidabilità e la responsabilità.
La vicenda rappresenta un campanello d’allarme non solo per Tesla, ma per l’intero settore della mobilità autonoma, dove la corsa all’innovazione non può prescindere da una solida cultura della trasparenza aziendale e dal rispetto degli interessi degli investitori. Solo così sarà possibile trasformare le promesse della tecnologia in risultati concreti e sostenibili, senza mettere a rischio il futuro delle aziende e la fiducia dei mercati.
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