Stellantis lancia l’allarme sulle emissioni UE
Stellantis avverte: obiettivi UE sulle emissioni irrealistici senza collasso del mercato auto. L’industria chiede nuove regole e più flessibilità.
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Il futuro del settore automotive europeo si trova oggi su un crinale decisivo, stretto tra normative ambientali sempre più stringenti e una crescente difficoltà di accesso alle vetture per ampie fasce della popolazione. Le prossime settimane saranno cruciali per il comparto: le principali case automobilistiche, strette tra regolamenti sulle emissioni giudicati troppo severi e una domanda sempre più debole a causa dei prezzi in aumento, si preparano a un confronto diretto con la Commissione Europea, fissato per il 12 settembre. Sul tavolo, la sostenibilità stessa di un’industria che rappresenta uno dei pilastri dell’economia continentale.
A lanciare l’allarme, in occasione del Salone di Monaco, è stato Stellantis attraverso la voce di Jean-Philippe Imparato, responsabile della divisione Enlarged Europe & European Brands. Imparato ha evidenziato come gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 e il 2035 rischino di diventare insostenibili, non solo per le aziende, ma soprattutto per i consumatori. Il timore concreto è che la mobilità privata possa diventare un privilegio per pochi, compromettendo l’accessibilità alle auto per milioni di cittadini europei.
Un punto particolarmente critico riguarda i veicoli commerciali leggeri, settore nevralgico per la logistica e il tessuto produttivo europeo. Il caso del Fiat Ducato elettrico, proposto a un prezzo superiore ai 50.000 euro, rappresenta emblematicamente la distanza che si sta creando tra l’offerta di mercato e la reale capacità di spesa delle imprese e dei lavoratori autonomi. In assenza di incentivi mirati e di un quadro normativo più flessibile, la transizione verso l’elettrico rischia di rallentare drasticamente, penalizzando proprio quelle categorie che più avrebbero bisogno di soluzioni efficienti e accessibili.
La risposta di Stellantis non si è fatta attendere. Il gruppo propone una revisione profonda delle attuali regole sulle emissioni, suggerendo l’introduzione di un sistema di calcolo basato sulla media ponderata tra diversi modelli prodotti. Questa soluzione consentirebbe una transizione più graduale verso la mobilità elettrica, lasciando alle aziende il tempo necessario per adeguare la propria offerta e, soprattutto, per mantenere prezzi competitivi.
Ma il problema non si limita ai veicoli commerciali. Un fenomeno altrettanto preoccupante riguarda la progressiva scomparsa delle utilitarie appartenenti al segmento A, ossia le auto economiche che storicamente hanno rappresentato la porta d’ingresso alla mobilità per milioni di europei. Nel 2019, il mercato offriva ben 49 modelli sotto i 15.000 euro; oggi, questa cifra si è ridotta a un solo modello. Una contrazione drammatica che rischia di trasformare l’automobile da bene di massa a oggetto di lusso, escludendo una parte sempre più ampia della popolazione e alimentando il rischio di un’ulteriore polarizzazione sociale.
In questo scenario di grande incertezza, Stellantis si trova costretta a rivedere le proprie strategie. Il progetto Dare Forward, che in origine puntava a una gamma completamente elettrificata entro il 2030, è ora oggetto di un profondo ripensamento. Il nuovo CEO, Antonio Filosa, avrà il compito nei prossimi mesi di tracciare una rotta che sappia coniugare la necessità di una transizione ecologica con quella di garantire la sostenibilità economica delle imprese e l’accessibilità per i consumatori.
Il confronto con la Commissione Europea si inserisce in un contesto reso ancora più complesso dalla progressiva riduzione degli incentivi pubblici e dal costante aumento dei costi produttivi. La richiesta che arriva dall’industria automobilistica è chiara: serve maggiore flessibilità e un approccio più realistico ai tempi della transizione, per non compromettere la competitività e l’occupazione in un settore che rappresenta una vera e propria spina dorsale per l’economia europea.
La partita che si giocherà nelle prossime settimane sarà dunque cruciale per il futuro del settore automotive europeo. Dalla capacità di trovare un equilibrio tra esigenze ambientali, sostenibilità economica e inclusività sociale dipenderà non solo la tenuta del comparto, ma anche il ruolo che l’Europa potrà continuare a giocare sulla scena internazionale della mobilità.
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