Stavolta è finita, Jaguar ha prodotto l'ultima termica della sua storia
Jaguar chiude la produzione della F-Pace a Solihull: addio ai motori termici, polemiche sul Type 00 e nuova leadership con P.B. Balaji in vista dell'EV 2026
Una svolta epocale scuote il settore automotive: Jaguar ha deciso di archiviare definitivamente la produzione di modelli a combustione interna, sancendo l’addio ai motori termici senza mezze misure. La linea di produzione della celebre F-Pace presso l’impianto di Solihull è stata fermata, segnando la fine di un’era e lasciando un vuoto in gamma fino all’arrivo del primo modello completamente elettrico previsto per il 2026. Una strategia radicale, senza precedenti tra i grandi marchi automobilistici, che espone la Casa britannica a rischi commerciali e di posizionamento mai affrontati prima.
L’ultima F-Pace di sempre
Il simbolo di questa transizione è rappresentato dall’ultima F-Pace SVR, verniciata in nero e destinata a entrare nella collezione storica del Jaguar Daimler Heritage Trust. Un’auto che non è solo l’addio al motore termico, ma anche il sigillo di una fase fondamentale per il marchio: dal debutto nel 2015, la F-Pace ha incarnato la rinascita di Jaguar, spingendo il brand nel segmento dei SUV di lusso con motorizzazioni benzina, diesel e plug-in hybrid. Oggi, la sua uscita di scena segna una rottura netta con il passato e l’avvio di un percorso ancora tutto da scrivere verso la mobilità elettrica.
Ciò che distingue la scelta di Jaguar dai suoi concorrenti è la volontà di non seguire una transizione graduale tra motori termici ed elettrico. Mentre altri marchi optano per una coesistenza tra le due tecnologie, la Casa britannica ha deciso di saltare a piè pari questa fase intermedia. Una mossa audace, guidata da una visione ideologica ben precisa, ma che comporta rischi considerevoli: la totale assenza di una gamma commerciale per almeno due anni potrebbe tradursi in una significativa perdita di quote di mercato e in una diminuzione della visibilità presso il grande pubblico.
Tante incertezze nel futuro
La situazione interna al marchio è già caratterizzata da tensioni e incertezze. Il recente svelamento del concept Type 00 ha generato un acceso dibattito sull’identità stilistica della Casa, dividendo appassionati e addetti ai lavori. Le voci di possibili cambiamenti nel management, che coinvolgerebbero anche il celebre capo designer Gerry McGovern, alimentano il clima di attesa e preoccupazione. L’arrivo del nuovo CEO P.B. Balaji, proveniente da Tata Motors, rappresenta un tentativo di rilanciare il brand, ma la sfida che lo attende è complessa: rassicurare la rete dei concessionari, mantenere la fiducia dei clienti e, soprattutto, ridefinire l’estetica e la filosofia di Jaguar in chiave elettrica.
Nel frattempo, gli osservatori del settore si dividono. Da un lato, c’è chi vede nella svolta di Jaguar un atto di coraggio e una scelta lungimirante, capace di allineare gli investimenti industriali e l’immagine pubblica alle nuove esigenze della mobilità sostenibile. Dall’altro, molti sottolineano i rischi legati all’assenza di prodotti a listino nel periodo di transizione: una scelta che potrebbe costare caro in termini di fedeltà della clientela e di tenuta del marchio sul mercato globale.
Tante pressioni
A livello industriale, la strategia di Jaguar riflette le pressioni crescenti che investono l’intero comparto automotive: normative ambientali sempre più stringenti, la necessità di accelerare lo sviluppo tecnologico, investimenti miliardari per realizzare piattaforme elettriche competitive e, non da ultimo, la complessità di gestire la comunicazione e la percezione pubblica durante un cambio di paradigma così radicale. In questo scenario, la scelta di uscire di scena dai motori termici senza soluzione di continuità appare come una scommessa che molti competitor hanno preferito non correre.
La sfida che attende P.B. Balaji è duplice: riconquistare la fiducia degli stakeholder e definire un’architettura elettrica solida e credibile entro il 2026. L’ultima F-Pace SVR consegnata all’Heritage Trust rimane il simbolo tangibile di un’epoca che si chiude, ma anche il monito di quanto sia alta la posta in gioco. Il futuro di Jaguar dipenderà dalle prossime scelte strategiche e dalla capacità del mercato di accogliere i nuovi modelli che segneranno il rilancio della Casa nel panorama della mobilità a zero emissioni.