Sequestrata Ferrari Purosangue a Genova: sospetto contrabbando

Sequestrata a Genova una Ferrari Purosangue del valore di 700.000 euro: ipotesi di importazione illegale, mancato pagamento di IVA e dazi, mentre Mansory propone la Pugnator

Sequestrata Ferrari Purosangue a Genova: sospetto contrabbando
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Giorgio Colari
Pubblicato il 31 ott 2025

Un’operazione condotta dalla dogana portuale di Genova ha portato alla luce un nuovo episodio che scuote il mercato delle auto di lusso: il sequestro di una rarissima Ferrari Purosangue dal valore di circa 700.000 euro. L’auto, giunta nel capoluogo ligure a bordo di un traghetto proveniente dalla Tunisia, era guidata da un cittadino francese, ma presentava una targa degli Emirati Arabi Uniti. Un dettaglio che, insieme all’itinerario e alla nazionalità del conducente, ha subito attirato l’attenzione degli investigatori, dando il via a un’indagine per contrabbando aggravato.

Non in regola con l’IVA

Secondo quanto emerso, la vettura di Maranello non risultava in regola con il pagamento dell’IVA e dei dazi doganali, per una cifra che sfiora i 170.000 euro. Un importo che, di fatto, rappresenta quasi un quarto del valore totale dell’auto e che sottolinea come il mancato adempimento degli obblighi fiscali possa costituire un incentivo non trascurabile per chi cerca di aggirare la normativa.

L’episodio genovese non è isolato: solo pochi mesi fa, un’altra Ferrari Purosangue era stata intercettata mentre si tentava di trasferirla in Svizzera senza aver assolto le formalità doganali previste. In quel caso, il veicolo era stato addirittura dotato di una targa svizzera appartenente a un altro automezzo, portando il proprietario a dover rispondere non solo di contrabbando aggravato, ma anche di falso ideologico.

Casi sempre più frequenti

Questi casi, sempre più frequenti, mettono in evidenza come i veicoli di alta gamma siano spesso al centro di strategie sofisticate per eludere le imposte. Gli esperti del settore doganale sottolineano che le auto di lusso rappresentano un obiettivo privilegiato per le operazioni di evasione, complice il valore elevato e la facilità con cui possono essere movimentate tra diversi Paesi. Il risparmio ottenuto dalla mancata dichiarazione dell’IVA e dei dazi doganali può essere estremamente consistente, rendendo queste pratiche particolarmente allettanti per chi opera ai margini della legalità.

Il caso della Ferrari Purosangue sequestrata a Genova riaccende inoltre il dibattito sull’equilibrio tra il necessario contrasto all’evasione fiscale e la tutela di un mercato, quello del lusso automobilistico, che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un polo di attrazione per collezionisti e appassionati di tutto il mondo.

Mansory fa discutere

Proprio la Ferrari Purosangue, del resto, continua a far parlare di sé anche per le sue inedite interpretazioni nel mondo delle elaborazioni. Il celebre preparatore tedesco Mansory ha recentemente svelato la sua versione “Pugnator”, che si distingue per un design radicalmente rivisitato e per l’incremento delle prestazioni del motore V12 fino a ben 755 cavalli. Un intervento che esalta la doppia anima di questi veicoli: da un lato status symbol per chi cerca esclusività e performance, dall’altro strumenti che, se gestiti in modo opaco, possono diventare veicolo di pratiche fiscalmente scorrette.

L’attenzione delle autorità resta dunque altissima, e i controlli sulle importazioni di beni di lusso si fanno sempre più stringenti. Gli operatori del settore ricordano l’importanza di una documentazione chiara e trasparente per l’introduzione di veicoli di valore sul territorio nazionale, sia per tutelare i collezionisti sia per evitare pesanti conseguenze legali.

Mentre proseguono le indagini sull’esemplare posto sotto sequestro, la vicenda di Genova rappresenta un monito per tutto il comparto: la passione per le auto di lusso deve sempre andare di pari passo con il rispetto delle regole, per garantire un mercato sano e competitivo, lontano dalle insidie del contrabbando e dell’evasione.

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