La Porsche più economica di sempre: una berlina molto spartana
Tutto sulla Porsche C88, il prototipo pensato per il mercato cinese negli anni '90: caratteristiche, storia e motivi del suo insuccesso
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/1-22-scaled.jpg)
Nel panorama dell’automobilismo mondiale, ci sono storie che sorprendono per la loro unicità e capacità di rompere gli schemi. Una di queste riguarda Porsche, il leggendario costruttore tedesco celebre per le sue auto sportive di lusso, che negli anni ’90 decise di affrontare una sfida completamente diversa: progettare una berlina economica destinata al mercato cinese. Un’avventura che ancora oggi affascina appassionati e addetti ai lavori, perché rappresenta uno dei pochi momenti in cui la casa di Stoccarda ha scelto di allontanarsi dalla propria essenza sportiva per inseguire un sogno collettivo: la people’s car della Cina.
Un prodotto che non è mai nato
Tutto ebbe inizio nel 1994, quando il Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese lanciò un bando rivolto a venti costruttori automobilistici internazionali. L’obiettivo era chiaro: realizzare una vettura accessibile, capace di motorizzare la crescente classe media cinese e diventare l’auto di famiglia per milioni di persone. In risposta a questa chiamata, Porsche Engineering, la divisione dedicata ai servizi di consulenza tecnica e ingegneristica, accettò la sfida. Il risultato fu la Porsche C88, un modello che ancora oggi rappresenta un unicum nella storia del marchio.
A differenza delle celebri coupé e cabriolet di Zuffenhausen, la Porsche C88 si presentava come una berlina quattro porte, dalle linee essenziali e senza alcun riferimento estetico alle sportive che avevano reso famoso il brand. Nessun logo Porsche sulla carrozzeria, nessun dettaglio che potesse evocare le emozioni di una 911 o di una Boxster. L’unico legame con la tradizione era racchiuso nell’ingegneria: sotto il cofano, infatti, batteva un motore anteriore da 1.1 litri, in grado di erogare tra i 48 e i 68 cavalli, abbinato a un cambio manuale a cinque marce. Un cuore tecnico pensato per garantire affidabilità e bassi costi di gestione, perfettamente in linea con la filosofia della auto famiglia destinata a un vasto pubblico.
Ispirata ad altre utilitarie
L’estetica della vettura era volutamente sobria, con forme squadrate che ricordavano più le utilitarie di marchi come Daewoo o Dacia che le sinuose silhouette tipiche delle Porsche. Il nome stesso, Porsche C88, era stato studiato per piacere al pubblico locale: la “C” richiamava la Cina, mentre il numero “88” era un chiaro omaggio alla cultura cinese, dove rappresenta prosperità e fortuna. Con un prezzo target fissato intorno agli 8.000 dollari, la vettura prometteva dotazioni essenziali ma non rinunciava a importanti elementi di sicurezza, come la colonna dello sterzo collassabile e le zone a deformazione programmata. L’abitacolo, spartano ma funzionale, rispecchiava la missione del progetto: offrire una soluzione economica, affidabile e sicura per le famiglie cinesi.
Il debutto ufficiale del prototipo Porsche avvenne al Salone di Pechino nel 1994, dove la vettura suscitò curiosità e interesse tra addetti ai lavori e pubblico. Tuttavia, nonostante le premesse e l’impegno dei vari costruttori coinvolti, il governo cinese decise di annullare improvvisamente il progetto, senza selezionare alcun vincitore. Le idee e le soluzioni tecniche proposte vennero comunque utilizzate per dare impulso all’industria automobilistica nazionale, ma nessuna delle aziende partecipanti ricevette riconoscimenti o compensi per il lavoro svolto.
Oggi, la Porsche C88 sopravvive come un affascinante capitolo di storia esposto nel museo Porsche a Stoccarda. Dopo questa parentesi inedita, la casa tedesca tornò rapidamente a concentrarsi sulla sua vocazione originaria, rilanciando modelli iconici come la Boxster e successivamente aprendo nuovi orizzonti con il SUV Cayenne. La vicenda della Porsche C88 resta un simbolo di come anche i marchi più blasonati possano scegliere, almeno per un attimo, di reinventarsi per inseguire sogni collettivi come la people’s car, pur scoprendo che certe strade, per quanto affascinanti, possono rivelarsi incompatibili con il proprio DNA aziendale.
Ultime notizie
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/alfa-romeo-v1-904979-640.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/kFzkLuVwOBRL.jpg)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/Screenshot-2025-08-11-122301.png)
:format(webp)/www.autoblog.it/app/uploads/2025/08/a75e65ededfac1f9de85e102daaf0f9e.jpg)