Pegasus, la muscle car americana con motore Ferrari V12

Scoprite il Pontiac Firebird 'Pegasus', il concept GM del 1970 con motore Ferrari V12, design ispirato alla Ferrari e oggi custodito nella GM Heritage Collection

Pegasus, la muscle car americana con motore Ferrari V12
F C
Fabrizio Caratani
Pubblicato il 10 nov 2025

Nel panorama delle auto storiche e dei prototipi più audaci degli anni ’70, spicca una storia che ancora oggi fa sognare gli appassionati: quella di un’americana con cuore italiano, un’auto nata per sfidare le convenzioni e diventare leggenda. Il suo nome è Pegasus, un singolare esperimento nato dall’incontro tra la potenza muscolare della Pontiac Firebird e l’eleganza raffinata di un motore Ferrari. Un progetto unico, che ancora oggi riposa tra i tesori della GM Heritage e continua ad alimentare la fantasia di chi sogna una contaminazione perfetta tra due mondi automobilistici opposti.

Il Pegasus non è soltanto un prototipo, ma un vero e proprio manifesto di creatività e coraggio ingegneristico. Realizzato nel 1970 all’interno delle officine General Motors, questo modello rappresenta uno degli episodi più affascinanti nella storia della concept car americana. Alla guida di questa impresa c’era William Mitchell, allora Vice President of Design di GM, visionario e innovatore, che decise di spingersi oltre i limiti, fondendo la tradizione delle muscle car americane con la sofisticata tecnologia italiana.

Motore V12 da Maranello

L’aspetto più rivoluzionario del Pegasus risiede nel suo cuore: un motore Ferrari V12 da 4,4 litri, lo stesso propulsore che animava la leggendaria Ferrari 365 GTB4 Daytona. Capace di erogare ben 352 cavalli, questo motore venne inizialmente accoppiato a un cambio automatico GM a tre marce. Tuttavia, le profonde differenze tecniche tra il motore italiano e la trasmissione americana portarono i tecnici a optare per una soluzione più coerente: un cambio manuale Ferrari a cinque rapporti, in grado di valorizzare appieno le prestazioni e il carattere del propulsore europeo.

Ma la trasformazione non si limitò all’aspetto meccanico. La Pontiac Firebird che servì da base subì una serie di modifiche estetiche che ne cambiarono radicalmente l’identità. Il frontale fu ridisegnato per richiamare le linee sinuose delle Ferrari, mentre le prese d’aria sui parafanghi e i dettagli in stile europeo accentuarono l’anima ibrida del progetto. Tra gli elementi più iconici spiccano i cerchi a raggi Borrani, celebri per la loro eleganza e per essere da sempre simbolo di raffinatezza tecnica italiana, e la strumentazione di bordo importata direttamente da Maranello.

Un esercizio di stile

Il Pegasus nacque come puro esercizio di stile e banco di prova tecnico, senza alcuna reale intenzione di avviare una produzione in serie. Lo confermano le stesse fonti della GM Heritage, che descrivono il progetto come un test di compatibilità e design, piuttosto che un tentativo concreto di portare sul mercato una nuova auto. Gli esperti del settore sono ancora oggi divisi sul significato di questa creazione: per alcuni si tratta di un coraggioso esempio di contaminazione stilistica tra due scuole automobilistiche, per altri è semplicemente un esercizio d’immagine senza grandi ricadute pratiche.

Dal punto di vista ingegneristico, l’integrazione di un motore europeo in una piattaforma americana rappresentò una sfida non indifferente. Le difficoltà andavano dalla gestione della lubrificazione del potente Ferrari V12 alla compatibilità elettronica tra i diversi sistemi. La scelta di adottare componenti Ferrari, come le ruote Borrani e la strumentazione specifica, fu dettata dalla necessità di creare un insieme armonico e coerente con il nuovo cuore meccanico, evitando compromessi che avrebbero potuto compromettere l’integrità tecnica e stilistica del progetto.

Custodita in museo

Oggi il Pegasus è molto più di un semplice prototipo: è un pezzo unico, testimone di un’epoca in cui il confine tra design, marketing e ingegneria era terreno fertile per la sperimentazione. Il veicolo suscita ancora la curiosità di collezionisti e appassionati, che si interrogano su quali sarebbero state le conseguenze di una sua eventuale produzione in serie. Il suo valore storico e simbolico è inestimabile, tanto da renderlo uno degli oggetti più ambiti della GM Heritage.

Il rinnovato interesse verso questa concept car, alimentato da documentari e articoli specializzati, dimostra come la sua storia continui a esercitare un fascino senza tempo. Il Pegasus rappresenta un ponte ideale tra la tradizione americana delle muscle car e la raffinatezza tecnica italiana di Ferrari, un esempio unico di come la passione e la creatività possano dare vita a qualcosa di irripetibile.

Ti potrebbe interessare: