Mercato auto usate: Italia tra i più trasparenti d’Europa, ma persistono le frodi

L’Italia è seconda in Europa per trasparenza nel mercato auto usate, ma persistono rischi di frodi su chilometraggio e danni nascosti. Ecco i dati carVertical.

Mercato auto usate: Italia tra i più trasparenti d’Europa, ma persistono le frodi
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 21 ott 2025

Il mercato auto usate in Italia si posiziona tra i più affidabili d’Europa, ma sotto la superficie di dati incoraggianti emergono ancora molte insidie che mettono in allerta chi desidera acquistare un veicolo di seconda mano. Secondo l’ultimo report di carVertical, la trasparenza nelle compravendite di auto usate nel nostro Paese è tra le più elevate del continente, ma restano criticità legate a pratiche scorrette e informazioni poco accessibili che rischiano di compromettere la fiducia degli acquirenti.

L’indagine, condotta su 25 Paesi europei, colloca l’Italia al secondo posto per affidabilità nelle transazioni di veicoli usati, preceduta solo dal Regno Unito e seguita da nazioni storicamente attente come Germania, Svizzera e Francia. Tuttavia, dietro questo piazzamento di rilievo, si celano numeri che richiedono una riflessione approfondita. Nel dettaglio, il 2,9% dei veicoli analizzati presenta contachilometri manomessi, una pratica che mina le basi della tutela consumatori e che trova terreno fertile proprio nelle aspettative degli automobilisti italiani, spesso alla ricerca di auto con percorrenze inferiori ai 100.000 o 200.000 km.

A tal proposito, Matas Buzelis, esperto del settore per carVertical, sottolinea come questa domanda di veicoli “giovani” spinga alcuni venditori senza scrupoli a modificare i dati del contachilometri per aumentare i margini di guadagno. In media, ogni vettura coinvolta in queste manipolazioni vede sottratti circa 69.800 km dalla reale percorrenza, un dato che mette in evidenza la necessità di maggiore trasparenza e controlli efficaci.

Un altro aspetto rilevante riguarda le auto importate, che rappresentano il 20,6% del totale analizzato. Questi veicoli, provenienti soprattutto da altri Paesi europei, sono spesso soggetti a un rischio maggiore di danni nascosti e di alterazione dei chilometraggi. La difficoltà di tracciare la storia completa di un’auto importata rende ancora più complesso per il consumatore valutare correttamente lo stato del veicolo, aumentando il rischio di incappare in spiacevoli sorprese dopo l’acquisto.

L’età media delle auto usate vendute in Italia si attesta a 8,8 anni, in leggero aumento rispetto al 2024. Questo dato riflette una tendenza consolidata tra gli italiani, che preferiscono veicoli non più nuovissimi ma comunque affidabili, anche se ciò comporta un’esposizione maggiore ai rischi legati a chilometraggi elevati e possibili danni nascosti.

Un punto particolarmente critico riguarda la documentazione dei danni: solo il 12,6% dei veicoli esaminati risulta avere sinistri documentati, con un costo medio di riparazione che si aggira intorno ai 7.100 euro. Questa percentuale relativamente bassa non indica necessariamente una maggiore sicurezza, ma piuttosto una scarsa accessibilità ai registri storici dei danni, spesso consultabili solo da alcune istituzioni governative. Gli esperti sottolineano l’urgenza di rendere questi dati disponibili a tutti gli acquirenti, in modo da rafforzare la tutela consumatori e ridurre i rischi di incorrere in acquisti poco trasparenti.

Guardando al contesto europeo, il Regno Unito si conferma il Paese più virtuoso, con appena il 2,3% di contachilometri alterati e una percentuale simile di auto importate. Questo primato è il risultato di una regolamentazione più severa e di un sistema di controllo più efficace, che garantisce agli acquirenti una maggiore tranquillità. All’opposto, l’area più problematica è rappresentata dai Paesi dell’Est, dove la mancanza di sistemi di controllo centralizzati e di una cultura della trasparenza espone i consumatori a rischi elevati. Emblematica è la situazione della Ucraina, che chiude la classifica europea con il 9,5% di contachilometri manomessi e un impressionante 78% di auto importate.

Un elemento che aggrava ulteriormente il quadro è l’assenza di un sistema integrato di scambio dati tra i diversi Paesi europei. Questa lacuna rende difficile per le autorità e per gli acquirenti accedere a informazioni complete e aggiornate sulla storia dei veicoli, facilitando così il proliferare di pratiche scorrette e aumentando i rischi di danni nascosti. La creazione di una strategia comune a livello europeo appare quindi fondamentale per rafforzare la tutela consumatori e garantire un mercato auto usate sempre più sicuro e trasparente.

Se da un lato l’Italia può vantare un buon livello di trasparenza nel settore dell’usato, dall’altro resta ancora molta strada da fare per eliminare le zone d’ombra che minacciano la fiducia degli acquirenti. L’adozione di strumenti digitali come quelli offerti da carVertical e l’implementazione di politiche condivise a livello europeo rappresentano i passi decisivi per rendere il mercato auto usate più affidabile, tutelando davvero chi sceglie di investire in un’auto di seconda mano.

Se vuoi aggiornamenti su Mercato auto inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.

Ti potrebbe interessare: