Maserati resterà in casa Stellantis nonostante smentite e indiscrezioni?
Maserati resta in Stellantis: Filosa smentisce la vendita, ma il marchio affronta perdite, crollo delle vendite e nuove strategie per il rilancio.
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Le voci sulla possibile vendita Maserati hanno scosso il settore automobilistico, alimentando speculazioni e dibattiti tra addetti ai lavori e appassionati. Tuttavia, il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, ha voluto chiarire la posizione del gruppo, dichiarando con fermezza: “Siamo legati a tutti i nostri brand, Maserati non è in vendita”. Una presa di posizione netta, arrivata proprio mentre il futuro del celebre marchio modenese sembra attraversare una delle fasi più delicate della sua storia recente.
La questione Maserati è ormai centrale nelle strategie di Stellantis. Se da un lato le dichiarazioni ufficiali smentiscono qualsiasi ipotesi di cessione, dall’altro dietro le quinte prosegue un’intensa attività di valutazione sul destino del Tridente. L’ultimo anno è stato infatti segnato da risultati finanziari poco incoraggianti: le vendite sono crollate del 50% e le perdite hanno raggiunto circa 300 milioni di dollari. In questo contesto, la decisione di affidare a McKinsey un’analisi strategica non solo per Maserati, ma anche per Alfa Romeo, ha inevitabilmente alimentato nuove speculazioni su possibili operazioni straordinarie all’interno del gruppo.
Secondo indiscrezioni raccolte nel settore, Stellantis starebbe valutando diverse opzioni per il futuro del marchio modenese. Tra queste, non si esclude la possibilità di una cessione totale o di uno spin-off, un’operazione simile a quella già realizzata con Ferrari nel 2015. Tuttavia, le condizioni attuali del mercato rendono queste ipotesi tutt’altro che semplici da concretizzare. Maserati si trova infatti a dover affrontare un contesto competitivo sempre più complesso: la produzione, interamente localizzata in Italia, subisce il peso crescente dei costi di fabbricazione, mentre circa un terzo delle vendite si concentra negli Stati Uniti, un mercato oggi reso ancora più difficile dai nuovi dazi imposti dall’amministrazione americana sulle auto di importazione.
I dati finanziari parlano chiaro e non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: i ricavi di Maserati sono passati dai 2,5 miliardi di dollari del 2023 a poco più di 1 miliardo nel 2024. In parallelo, la valutazione complessiva del marchio oscilla attualmente tra i 3 e i 4 miliardi di dollari, una cifra che Stellantis considera insufficiente per giustificare una vendita nell’attuale fase congiunturale. Questi numeri impongono quindi una riflessione profonda sulla strategia da adottare per il futuro.
Di fronte a questa situazione, sembra prendere corpo una nuova direzione strategica: abbandonare la corsa ai volumi di vendita per puntare su un riposizionamento nel segmento ultra-lusso. L’obiettivo è chiaro: proporre modelli ancora più esclusivi, puntando sulla personalizzazione auto e su una gamma capace di offrire unicità e raffinatezza. Un modello di business che guarda con attenzione a realtà come Bentley, dove la redditività viene perseguita attraverso margini elevati per ogni singola vettura, piuttosto che sull’aumento delle quantità prodotte.
In questo scenario, il valore storico e simbolico di Maserati continua a essere sottolineato dal presidente John Elkann, che ha più volte ribadito il ruolo centrale del Tridente nel panorama automobilistico italiano e internazionale. Nonostante le difficoltà, tutto lascia pensare che il marchio resterà parte integrante di Stellantis, almeno fino a quando non si presenteranno condizioni di mercato più favorevoli per una valorizzazione adeguata o per un rilancio convincente.
Il futuro di Maserati rimane dunque avvolto da una certa incertezza, ma anche da un senso di resilienza. Il marchio si trova oggi di fronte a una scelta cruciale: reinventarsi, puntando sull’esclusività e sull’eccellenza, oppure attendere tempi migliori per una possibile cessione. In ogni caso, la storia e il prestigio del Tridente rappresentano un patrimonio unico, che Stellantis sembra intenzionata a proteggere e valorizzare, con il supporto di consulenti come McKinsey e con una strategia che guarda al lungo termine. La partita è tutt’altro che chiusa e il mondo dell’auto seguirà con attenzione le prossime mosse di uno dei marchi più iconici del Made in Italy.
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