Koenigsegg multata davanti a Harrods: è quella del proprietario

Nel 2010 la Koenigsegg CCXR Trevita dell'Emiro del Qatar fu bloccata davanti a Harrods. Tra multa simbolica, valore milionario e il fenomeno delle spedizioni aeree di hypercar

Koenigsegg multata davanti a Harrods: è quella del proprietario
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Giorgio Colari
Pubblicato il 12 nov 2025

Nel cuore pulsante di Londra, tra le vetrine scintillanti di Knightsbridge e il viavai incessante di supercar, si è consumato uno degli episodi più emblematici del confronto tra lusso globale e regole cittadine. Era il 2010 quando una delle auto più rare e desiderate al mondo, una Koenigsegg CCXR Trevita color turchese con targa qatariota, venne bloccata dalle ganasce proprio davanti ai celebri magazzini Harrods, a Londra. La scena, immortalata dai passanti e dai media, divenne in breve tempo il simbolo della sfida – a volte impari – tra la ricchezza sfrenata e l’inflessibilità delle normative urbane nelle grandi metropoli europee.

Un episodio singolare

L’episodio colpì non solo per il valore dell’auto coinvolta, ma anche per il contesto in cui si verificò. Pochi giorni prima, infatti, la proprietà di Harrods era passata nelle mani della famiglia reale del Qatar, segnando un nuovo capitolo nella storia di uno dei templi dello shopping mondiale. Nonostante questo legame diretto tra i nuovi proprietari e la vettura multata, le autorità londinesi non fecero alcuna eccezione: la multa fu regolarmente comminata, con tanto di ganasce a bloccare la supercar. L’ammontare della sanzione, appena 100 dollari, risultava quasi grottesco se paragonato al valore della hypercar, stimato in circa 4,3 milioni di euro.

Il protagonista di questa vicenda non era un automobilista qualsiasi, bensì l’Emiro del Qatar in persona, identificato come proprietario della Koenigsegg. Sorprendentemente, l’Emiro scelse di non sollevare alcuna contestazione: per lui, la multa rappresentava una cifra irrisoria, ma il gesto ebbe un significato ben più profondo, confermando l’universalità delle regole nelle grandi capitali europee, anche di fronte alle più alte cariche e fortune del pianeta.

Una vettura speciale

Ma cos’è che rende la Koenigsegg CCXR Trevita così speciale? Parliamo di una delle auto più esclusive mai prodotte: la casa svedese ne ha realizzati solo due esemplari, impreziositi da una carrozzeria in fibra di carbonio con una finitura diamantata unica al mondo. Sotto il cofano pulsa un V8 da 4,7 litri capace di erogare una potenza straordinaria e spingere la vettura oltre i 400 km/h. Non è dunque un semplice mezzo di trasporto, ma un vero e proprio oggetto di culto per i collezionisti e gli appassionati di supercar, simbolo di status e potere.

L’arrivo di auto come questa nelle capitali europee non è un caso isolato, ma fa parte di una tendenza ormai consolidata tra i membri dell’élite finanziaria internazionale, in particolare tra coloro che provengono dal Golfo Persico. Sempre più spesso, infatti, queste vetture vengono trasferite temporaneamente nelle città più prestigiose attraverso la spedizione aerea, un’operazione logistica estremamente costosa ma giustificata dal valore simbolico e dall’esclusività che queste auto rappresentano nei quartieri più in vista, come appunto le zone circostanti Harrods.

Molteplici riflessioni

Questo fenomeno solleva inevitabilmente una serie di riflessioni sull’impatto della ricchezza estrema sugli equilibri urbani. Da un lato, le immagini di supercar con targhe straniere e design mozzafiato suscitano ammirazione e curiosità, alimentando il mito delle città come palcoscenico privilegiato dell’ostentazione internazionale. Dall’altro, non mancano le critiche: molti cittadini e opinionisti sottolineano come la presenza di queste auto e dei loro proprietari ultra-facoltosi possa contribuire ad accentuare le disuguaglianze sociali e a mettere sotto pressione le infrastrutture urbane.

Dal punto di vista amministrativo, la vicenda della Koenigsegg CCXR Trevita bloccata davanti a Harrods ha rappresentato una dimostrazione concreta dell’imparzialità delle normative londinesi: nessuno, nemmeno l’Emiro del Qatar, può considerarsi al di sopra delle regole. Un messaggio forte, che ha fatto il giro del mondo e ha suscitato reazioni contrastanti: c’è chi ha visto nella fermezza delle autorità un segnale di civiltà e rispetto delle leggi, e chi invece ha criticato la spettacolarizzazione dell’episodio e l’attenzione mediatica riservata alla ricchezza estrema.

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