Il tunnel di Porsche per scartare il traffico scatena la polemica

Il tunnel voluto da Wolfgang Porsche per la villa di Stefan Zweig a Salisburgo scatena proteste: cittadini contro favoritismi e sindaco sotto accusa

Il tunnel di Porsche per scartare il traffico scatena la polemica
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Giorgio Colari
Pubblicato il 9 ott 2025

A Stefan Zweig l’auto non piaceva. Nella sua autobiografia la definiva “l’inizio della fine del tempo umano”, e proprio uno dei motivi per cui scelse il Paschinger Schlössl, la villa che domina Salisburgo dall’alto del colle Kapuzinerberg, fu la sua inaccessibilità ai motori. Una condizione che oggi sarebbe per lui un pregio, ma che per il nuovo proprietario rappresenta un problema. Soprattutto d’inverno.

Sì, perché la villa, dal 2019, è nelle mani di Wolfgang Porsche, 82 anni, presidente del consiglio di sorveglianza del Gruppo Volkswagen, nonché rampollo della dinastia che ha legato il proprio nome all’automobile come pochi altri al mondo. Solo che, paradosso dei paradossi, Wolfgang l’auto non riesce ad usarla per raggiungere casa sua. O meglio: non come vorrebbe.

Così, da buon industriale pragmatico, ha deciso di risolvere la questione a modo suo: chiedendo e ottenendo il permesso di scavare un tunnel nel monte, per collegare direttamente la sua villa con il centro di Salisburgo. Un’idea che ha già superato il vaglio della commissione edilizia comunale e che, nei fatti, ha dato il via ai lavori per la realizzazione del passaggio sotterraneo.

Un progetto infelice

Ma il tunnel della discordia non è passato inosservato. Ventimila cittadini hanno già firmato una petizione per fermare il progetto, denunciando quello che in molti vedono come un privilegio concesso ai super-ricchi in una città dove le disuguaglianze, come ovunque in Europa, iniziano a fare rumore. Il caso ha assunto i contorni di una battaglia simbolica: da una parte, l’uomo più potente del mondo automotive tedesco. Dall’altra, migliaia di salisburghesi che si sentono ignorati.

A scatenare l’indignazione non è soltanto il tunnel in sé, quanto piuttosto il modo in cui è stato autorizzato. Porsche, secondo quanto riportato dai media locali, avrebbe ottenuto il diritto di usare suolo pubblico versando appena 48.000 euro. Una cifra che agli occhi dei cittadini suona come un’elemosina per un’opera così impattante e destinata a uso esclusivamente personale.

Fari puntati anche sulla politica

Non manca poi la polemica politica. Nel mirino è finito il sindaco di Salisburgo, Bernhard Auinger, esponente del partito socialdemocratico, alla guida della città in coalizione con i comunisti. Una combinazione politica che teoricamente dovrebbe difendere le istanze popolari, ma che in questo caso sembra aver chiuso più di un occhio. Non a caso, molti ricordano come Auinger abbia lavorato per 27 anni nel consiglio di sorveglianza di Porsche, in qualità di rappresentante sindacale.

Il sospetto è che non voglia mettersi di traverso contro il suo ex datore di lavoro, lasciando che il magnate dell’auto trivelli la collina salisburghese in nome della “comodità personale”. In attesa che il cantiere entri nel vivo, la protesta cresce. Cartelli, raccolte firme, lettere aperte. Il caso è finito anche sulla stampa nazionale austriaca.

Resta l’amara ironia: un uomo che ha costruito un impero sull’automobile, costretto a scavarsi un tunnel perché l’auto – la sua stessa creatura – non riesce più ad arrivare a casa sua. A Stefan Zweig, verrebbe quasi da dire, non sarebbe dispiaciuto.

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