Gara clandestina in autostrada tra Lamborghini e Ferrari a 230 km/h

Sulla A4 Torino Milano la Polizia Stradale di Novara Est ha fermato una gara clandestina: tre cittadini svizzeri su Lamborghini e Ferrari denunciati, patenti ritirate e auto sequestrate

Gara clandestina in autostrada tra Lamborghini e Ferrari a 230 km/h
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Giorgio Colari
Pubblicato il 4 ott 2025

Erano circa le 14, in una domenica di traffico regolare, quando gli automobilisti in transito si sono trovati testimoni involontari di una scena degna di un videogioco — o di un film d’azione da evitare nella realtà. Le tre belve italiane della velocità hanno iniziato a sfrecciare tra le corsie con cambi di carreggiata, accelerazioni brutali e manovre a dir poco azzardate. A seguirle, un piccolo convoglio di otto auto, come a voler immortalare o supportare l’impresa.

L’intervento chirurgico della Stradale

A bloccare questa follia meccanica sono state due pattuglie della polizia stradale di Novara Est, coordinate dal Centro operativo della Polstrada di Torino. Gli agenti hanno applicato il protocollo “safety car”, rallentando progressivamente il traffico per creare un imbuto sicuro in cui poter fermare le vetture. Un intervento rischioso quanto efficace.

Una volta bloccati i protagonisti della corsa, gli agenti hanno proceduto con le verifiche: alla guida delle supercar c’erano cittadini svizzeri, tutti tra i 30 e i 40 anni, in viaggio verso Milano. Il weekend, forse cominciato all’insegna del lusso e dell’adrenalina, è finito con denunce, ritiro delle patenti e sequestro amministrativo dei veicoli, ai fini della possibile confisca.

Cavalli, carbonio e irresponsabilità

Sarebbe fin troppo facile farsi incantare dal fascino dei mezzi coinvolti. Lamborghini Huracán, Ferrari 488 e F8, modelli capaci di superare i 300 km/h, con V10 e V8 che urlano rabbia e potenza. Sono capolavori di ingegneria, ma nelle mani sbagliate diventano ordigni. Non è l’auto a sbagliare, ma chi dimentica che l’asfalto dell’autostrada non è un circuito.

Ogni curva a 230 km/h non è spettacolo, è roulette russa. Ogni sorpasso azzardato non è tecnica di guida, ma un lancio di dadi con la vita degli altri.

La deriva dei “track day” fai-da-te

Negli ultimi anni, sempre più eventi non ufficiali e “raduni” organizzati via social stanno trasformando le autostrade italiane in piste improvvisate. Convogli di supercar, spesso stranieri, affrontano tratti come l’A4, l’A1 o la A22 con l’intenzione (più o meno dichiarata) di testare le proprie auto al limite, lontano dai circuiti.

È un fenomeno che, se non affrontato, rischia di degenerare. Le vetture di questo calibro sono accessibili a una platea sempre più ampia, ma la responsabilità al volante non è optional.

Una corsa verso il nulla

Zuffenhausen, Maranello, Sant’Agata Bolognese: nomi che evocano eccellenza, tecnologia e bellezza. Ma quando il simbolo di una passione diventa il mezzo per esprimere arroganza o delirio d’onnipotenza, tutto si perde. Non c’è gloria a tagliare un traguardo invisibile sull’asfalto dell’A4, né valore in un video virale ottenuto mettendo a rischio la vita altrui.

Il codice della strada non è un ostacolo al divertimento, ma una garanzia di sicurezza collettiva. E l’autostrada non è un circuito, ma una via condivisa. Dove ogni eccesso diventa un errore. E ogni errore, a 230 km/h, può diventare fatale.

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