Fuga a 250 km/h in contromano sull'A1: non aveva la patente

Autista senza patente percorre l'A1 contromano a 250 km/h: inseguimento con elicottero, arresto dopo tentativo di nascondersi e condanna a 3 anni di carcere

Fuga a 250 km/h in contromano sull'A1: non aveva la patente
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Giorgio Colari
Pubblicato il 11 nov 2025

Un episodio che ha tenuto con il fiato sospeso automobilisti e forze dell’ordine si è consumato lungo la A1 l’11 novembre 2025, quando una fuga spericolata ha messo in allarme l’intera autostrada. L’autore di questa rocambolesca impresa, già noto alle autorità per i suoi numerosi precedenti, ha scelto di sfidare ancora una volta la legge, lasciando dietro di sé una scia di pericolo e incredulità.

La dinamica

Tutto ha avuto inizio quando l’uomo, privo di patente e con ben sedici condanne alle spalle per guida pericolosa, ha imboccato la corsia opposta dell’autostrada, viaggiando contromano a una velocità folle che ha raggiunto i 250 chilometri orari. Ignorando completamente un posto di blocco, il conducente ha continuato la sua corsa sulla corsia d’emergenza per oltre dieci chilometri, rendendo necessario l’intervento di pattuglie a terra e persino di un elicottero della polizia, che – come dichiarato dalla procura – “faticava a stargli dietro”.

Durante la fuga spericolata, il rischio per gli altri utenti della strada è stato altissimo: le manovre azzardate del conducente hanno costretto molti automobilisti a reazioni improvvise per evitare la collisione, dimostrando quanto un comportamento irresponsabile possa mettere in pericolo la vita di chiunque si trovi a transitare sull’autostrada. La tensione è stata palpabile, e le forze dell’ordine hanno dovuto coordinarsi in tempo reale per tentare di fermare la corsa del pirata.

Il tentativo di sfuggire alla giustizia non si è concluso sulla strada: l’uomo è stato infine localizzato in un edificio, dove si era nascosto dietro una lavatrice, insieme a un passeggero che aveva con sé 2.000 euro in contanti di piccolo taglio. Un dettaglio che ha ulteriormente alimentato i sospetti degli inquirenti sulle reali motivazioni della corsa e sulla possibile complicità del passeggero.

Condanna esemplare

La sentenza del tribunale di Compiègne, pronunciata il 30 ottobre, è stata esemplare: tre anni di condanna per il conducente, a cui si aggiungono la confisca dell’automobile, una multa di 1.500 euro e la revoca di sei mesi di sospensione condizionale precedentemente concessa. Un verdetto che mira a lanciare un segnale chiaro a chiunque pensi di poter ignorare impunemente le regole della strada.

Le autorità hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra pattuglie a terra e supporto aereo: il contributo dell’elicottero si è rivelato fondamentale per seguire gli spostamenti del fuggitivo, anche se le difficoltà operative non sono mancate, dato l’elevato rischio e la velocità sostenuta dal veicolo in fuga. Gli esperti di diritto francese hanno ricordato come, in casi simili, le imputazioni siano molteplici: dalla guida senza patente alla messa in pericolo della vita altrui, passando per la recidiva, elemento che ha certamente pesato nella determinazione della pena.

Dibattito aperto

L’episodio ha inevitabilmente riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla necessità di controlli più severi. Gli specialisti della mobilità hanno ribadito che a velocità così elevate, anche un piccolo errore può trasformarsi in una tragedia che coinvolge altri veicoli, anche a grande distanza dal punto dell’incidente. La guida pericolosa non è solo una violazione della legge, ma una minaccia concreta alla sicurezza collettiva.

Sui social network, la vicenda ha scatenato un’ondata di commenti e paragoni con videogiochi di corse, ma le autorità hanno voluto sottolineare con fermezza che la strada non è un gioco: le conseguenze di certe scelte possono essere irreversibili e non riguardano solo chi è alla guida, ma anche chi si trova accidentalmente sulla sua traiettoria.

Restano aperti alcuni interrogativi su cui gli inquirenti stanno ancora lavorando, in particolare riguardo al ruolo del passeggero e a come sia stato possibile che il conducente, nonostante i numerosi divieti e le condanne precedenti, potesse ancora circolare. Questa vicenda, però, rappresenta un monito inequivocabile: la combinazione di alta velocità, guida contromano e recidiva conduce inevitabilmente a conseguenze penali gravi. La tutela della sicurezza collettiva deve sempre prevalere sull’azzardo del singolo.

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