Flessioni sul tetto dell’auto in corsa: follia in autostrada

Un uomo esegue flessioni sul tetto di un’auto in movimento sul ponte San Giorgio a Genova. Il video diventa virale e riapre il dibattito sulla sicurezza stradale

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 4 ago 2025
Flessioni sul tetto dell’auto in corsa: follia in autostrada

Un gesto sconsiderato e pericoloso scuote la città di Genova e riaccende i riflettori sul tema della sicurezza stradale. Un uomo è stato immortalato mentre esegue delle flessioni auto sul tetto di una vettura in movimento lungo il ponte San Giorgio, la nuova infrastruttura simbolo di rinascita dopo il tragico crollo del ponte Morandi. Il video, diventato rapidamente un video virale su social media come TikTok, ha suscitato una forte ondata di indignazione, soprattutto perché pubblicato nei giorni immediatamente precedenti al quinto anniversario della tragedia che nel 2018 costò la vita a 43 persone.

Nel filmato si vede chiaramente il protagonista salire con disinvoltura sul tetto dell’auto mentre questa percorre il viadotto sull’autostrada A10. Il gesto, oltre a essere estremamente rischioso per chi lo compie, rappresenta un pericolo reale anche per tutti gli altri utenti della strada. L’episodio ha subito attirato l’attenzione dei media e delle istituzioni, sollevando una serie di interrogativi sull’impatto negativo che certe sfide online possono avere sulla società, soprattutto tra i più giovani.

Un pericolo concreto

A commentare la vicenda è intervenuto anche un rappresentante dell’Automobile Club d’Italia, sottolineando come “comportamenti del genere rappresentano un pericolo concreto non solo per chi li compie, ma per tutti gli utenti della strada”. Secondo l’ACI, la crescente ricerca di notorietà attraverso i social media rischia di trasformarsi in un esempio negativo, spingendo altri giovani a imitare gesti simili con conseguenze potenzialmente tragiche.

Il ponte San Giorgio non è soltanto un’infrastruttura fondamentale per la viabilità cittadina e nazionale, ma è anche il simbolo della rinascita e della resilienza di una comunità ferita dal crollo del ponte Morandi. Per questo motivo, l’episodio ha colpito profondamente la sensibilità dei genovesi, che hanno visto nel gesto una grave mancanza di rispetto verso la memoria delle vittime e il dolore ancora vivo della città. Le autorità locali hanno espresso il loro sdegno e stanno valutando l’adozione di provvedimenti contro i responsabili del gesto.

Un video virale

Non è un caso che la diffusione del video virale sia avvenuta proprio a ridosso dell’anniversario dell’inaugurazione del nuovo viadotto, celebrato il 3 agosto 2020. Quella data aveva rappresentato per Genova un momento di speranza e di ripartenza, dopo mesi segnati dal lutto e dalla sofferenza. Ora, invece, il ponte torna a essere al centro dell’attenzione per un episodio che riapre il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità individuale.

Gli esperti del settore ribadiscono la necessità di promuovere una cultura della responsabilità alla guida, in particolare tra i giovani automobilisti, spesso attratti dal desiderio di emulazione che i social media possono alimentare. In Italia, ogni anno migliaia di incidenti sono causati da comportamenti imprudenti, e la crescita del fenomeno delle “video challenge” pericolose rappresenta una sfida ulteriore per le forze dell’ordine e per le istituzioni.

Un comportamento sopra le righe

Le autorità raccomandano di non imitare tali comportamenti e invitano i cittadini a segnalare prontamente episodi simili, contribuendo così a prevenire nuove tragedie. Al tempo stesso, si riapre la discussione sul ruolo delle piattaforme digitali nella diffusione di contenuti dannosi e sulla necessità di introdurre controlli più rigorosi. I social media potrebbero infatti diventare strumenti preziosi per sensibilizzare sulla sicurezza stradale, ma solo se utilizzati in modo responsabile e consapevole.

Questo gesto sconsiderato deve essere considerato un vero e proprio campanello d’allarme. È fondamentale intensificare le campagne educative rivolte ai giovani e inasprire le sanzioni per chi mette a rischio la propria vita e quella degli altri, soprattutto in luoghi che, come il ponte San Giorgio, incarnano il dolore e la resilienza di un’intera comunità. Solo così sarà possibile evitare che episodi del genere si ripetano e restituire al ponte il suo significato più profondo di rinascita e speranza.

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