Non è tutto oro quello che luccica, alcuni marchi cinesi potrebbero sparire

Il mercato auto cinese entra in una fase di consolidamento: oltre 50 marchi a rischio tra sovracapacità, calo degli incentivi e margini compressi. Scenari e possibili alleanze

Non è tutto oro quello che luccica, alcuni marchi cinesi potrebbero sparire
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Giorgio Colari
Pubblicato il 31 dic 2025

La crisi che sta attraversando il mercato automobilistico cinese segna una svolta epocale per l’intero settore. In pochi anni, l’inarrestabile crescita che aveva trasformato la Cina nella più grande fabbrica di automobili al mondo si è improvvisamente arrestata, lasciando sul campo decine di marchi sull’orlo dell’estinzione. Un quadro allarmante: ben 50 produttori sono in perdita, travolti da una sovracapacità produttiva che non trova precedenti nella storia recente dell’industria automotive. La competizione feroce ha eroso i margini di profitto, mentre la fine dei sussidi pubblici rischia di accelerare il processo di selezione naturale tra i costruttori.

Cambiano i numeri

Il cambiamento in atto non riguarda solo i numeri, ma investe la struttura stessa del settore. Nonostante le vendite mondiali abbiano toccato la cifra record di 34 milioni di unità, il mercato interno sta attraversando una fase di profondo riassetto. Le stime degli analisti prevedono una possibile contrazione delle consegne fino al 5% già nel prossimo anno, proprio mentre si assiste a una drastica riduzione degli incentivi fiscali sui veicoli elettrici. Questo scenario ha reso ancora più difficile la sopravvivenza per molti player, che ora si trovano a dover scegliere tra una trasformazione radicale o la definitiva uscita di scena.

In questo contesto, la corsa all’internazionalizzazione è diventata una necessità strategica. Sempre più aziende cercano sbocchi all’estero per compensare le difficoltà del mercato domestico. Un caso emblematico è quello di Leapmotor, che ha siglato una partnership con il colosso europeo Stellantis e ha ottenuto un importante rafforzamento patrimoniale grazie all’intervento del gruppo statale FAW. Questa operazione rappresenta un modello di come le alleanze internazionali possano offrire un’ancora di salvezza alle realtà più fragili.

Alcuni resistono, eccome!

Ma la crisi non colpisce tutti allo stesso modo. Alcuni giganti del settore, come BYD, Li Auto e Seres, continuano a mantenere bilanci solidi e una posizione di forza nel mercato. Questi marchi hanno saputo investire in tecnologie innovative, rafforzare la loro presenza globale e conquistare la fiducia dei consumatori sia in patria che all’estero. Tuttavia, la maggior parte dei costruttori si trova a dover fronteggiare perdite crescenti e una concorrenza sempre più spietata, dove solo il 10% dei produttori di veicoli elettrici riuscirà a generare profitti sostenibili nel medio termine.

Secondo le analisi di AlixPartners, il futuro del settore sarà segnato da un inevitabile consolidamento. Acquisizioni, fusioni, fallimenti e ritiri volontari ridisegneranno il panorama industriale cinese, con effetti a catena anche sui fornitori e sui partner internazionali. I fattori decisivi per la sopravvivenza saranno la qualità percepita dai clienti, l’affidabilità dei servizi post-vendita, la capacità di innovare soprattutto nelle tecnologie legate alle batterie e alla guida assistita, oltre all’accesso a mercati esteri con standard normativi elevati.

Una rivoluzione

Il mercato automobilistico cinese si trova dunque al centro di una vera e propria rivoluzione. La selezione naturale in corso sta accelerando la trasformazione dell’industria, favorendo i gruppi più solidi e innovativi e penalizzando chi non è riuscito ad adattarsi a un contesto sempre più competitivo. La fine dei sussidi e la sovracapacità produttiva stanno spingendo le aziende a rivedere strategie, investimenti e modelli di business, in un processo che potrebbe ridefinire gli equilibri globali del settore nei prossimi anni.

Il destino di molti marchi cinesi appare segnato, ma questa fase di crisi rappresenta anche un’opportunità per chi saprà cogliere le nuove sfide. Le aziende che riusciranno a consolidarsi, a puntare sull’innovazione e a espandersi sui mercati internazionali avranno la possibilità di emergere come protagonisti di una nuova era dell’automotive. Nel frattempo, la selezione naturale continuerà a mietere vittime, ma getterà anche le basi per una maggiore efficienza, qualità e competitività su scala globale.

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