Due marchi italiani che hanno fatto la storia pronti a tornare con DR

DR Automobiles acquisisce Itala e OSCA e avvia il rilancio da Jarama Srl ad Anagni, con l'obiettivo di passare dall'assemblaggio a una produzione italiana più autonoma e di qualità.

Due marchi italiani che hanno fatto la storia pronti a tornare con DR
F C
Fabrizio Caratani
Pubblicato il 27 nov 2025

Nel panorama automobilistico italiano contemporaneo, emerge una storia affascinante di risurrezione industriale. DR Automobiles, sotto la visione strategica di Massimo Di Risio, sta tessendo un ambizioso progetto che coinvolge due legende del passato motoristico nazionale. La provincia di Frosinone, specificamente la città di Anagni, diviene così il centro nevralgico di un tentativo concreto di trasformare il tradizionale modello di assemblaggio in una vera e propria produzione italiana ad alto valore aggiunto. Lo scenario che si sta delineando è particolarmente interessante: uno stabilimento completamente ristrutturato, decine di addetti già operativi, e due marchi leggendari acquisiti e pronti per una rinascita produttiva.

L’annuncio ufficiale, atteso con grande interesse dagli addetti ai lavori, è alimentato da una campagna pubblicitaria orchestrata dal gruppo che preannuncia sviluppi significativi nel settore. Questo sforzo comunicativo non rappresenta una semplice operazione di marketing, ma il preludio di ciò che potrebbe costituire un momento cruciale per l’industria automobilistica italiana e per il territorio laziale.

Il rilancio di due grandi realtà

Il rilancio di questi due marchi storici rappresenta un’impresa carica di significato simbolico e industriale. Itala, fondata a Torino nel lontano 1904, rimane immortale nella memoria collettiva automobilistica grazie al leggendario raid Pechino-Parigi del 1907, un’impresa che ha scritto pagine indelebili nella storia dell’automobilismo mondiale. OSCA, invece, rappresenta un capitolo altrettanto glorioso: nata nel 1947 dall’esperienza accumulata dai fratelli Maserati, ha brillato con le sue eleganti sportive leggere e ha lasciato il segno sulla scena agonistica internazionale, partecipando alla Formula 1 durante gli anni Cinquanta con risultati che ancora oggi suscitano ammirazione.

La strategia industriale che DR Automobiles intende sviluppare si articola su tre direttrici fondamentali. In primo luogo, il recupero del valore storico e del prestigio internazionale di questi brand iconici. In secondo luogo, lo sviluppo di vetture caratterizzate da contenuti tecnologici elevati e da un design distintivo che le renda riconoscibili e desiderabili nel mercato contemporaneo. Infine, l’incremento dell’occupazione qualificata nel territorio laziale, aspetto che assume particolare importanza in un contesto economico delicato. Lo stabilimento di Jarama Srl, ormai ribattezzato per questa nuova avventura industriale, rappresenta la base logistica e produttiva sulla quale costruire questa trasformazione.

Una scelta coraggiosa

Dal punto di vista industriale, le prospettive si presentano incoraggianti, sebbene non prive di sfide significative. I sostenitori del progetto evidenziano come una strategia di nicchia potrebbe rivelarsi particolarmente premiante per questi brand storici, giustificando margini commerciali superiori rispetto ai volumi massificati del mercato di massa. Tuttavia, l’industria automobilistica attuale richiede investimenti straordinari in ricerca e sviluppo, conformità normativa internazionale, e soprattutto scelte strategiche cruciali riguardanti la transizione elettrica, questione che non può essere ignorata nel panorama globale.

La progressione pianificata dal management prevede un’evoluzione graduale e consapevole: inizialmente, vetture dal forte richiamo storico e contenuto distintivo accentuato, successivamente un possibile ampliamento della gamma produttiva. OSCA potrebbe seguire la strada delle sportive ad alte prestazioni, mentre Itala potrebbe posizionarsi nel segmento del lusso e delle produzioni speciali.

Per il territorio di Anagni, questa notizia rappresenta una potenziale opportunità di rilancio economico significativo, sebbene persistano interrogativi legittimi sui tempi effettivi di implementazione, sull’entità reale degli investimenti e sul grado di autonomia produttiva che l’azienda riuscirà effettivamente a raggiungere. I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se questo progetto diventerà una solida realtà industriale o rimarrà principalmente un’operazione dal sapore prevalentemente commerciale.

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