Diesel a 7 centesimi, errore clamoroso al distributore
Clamoroso errore in Belgio: distributore Esso vende diesel a 7 centesimi al litro, folla in coda e 6.000 euro di perdita per il gestore.
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Un errore tanto semplice quanto clamoroso ha trasformato una tranquilla mattina nella cittadina belga di Averbode in un vero e proprio assalto al distributore Esso locale. Tutto è iniziato con una svista nella programmazione del sistema di erogazione, che ha portato il prezzo carburante del diesel a crollare a soli 7 centesimi al litro, contro l’ordinario prezzo di 1,73 euro. Una cifra così bassa da sembrare irreale, eppure reale abbastanza da scatenare un’autentica corsa al rifornimento che ha coinvolto decine di automobilisti e ha provocato una perdita stimata in circa 6.000 euro per il gestore della stazione di servizio.
L’incidente si è verificato in una stazione completamente automatizzata, priva di personale in loco. Questa caratteristica, sempre più diffusa nel settore automotive, ha reso impossibile accorgersi tempestivamente dell’errore. In pochi minuti, la notizia dell’occasione si è propagata a macchia d’olio grazie al passaparola e ai social network, trasformando il piazzale del distributore in un vero formicaio di veicoli in coda per approfittare dell’inaspettato regalo.
Il gestore, ignaro di quanto stava accadendo, ha potuto intervenire solo verso mezzogiorno, quando ormai il danno era compiuto. Per diverse ore, infatti, il carburante è stato venduto a un prezzo talmente basso da non coprire nemmeno i costi di acquisto, generando una perdita finanziaria significativa per la piccola attività. L’episodio, oltre a rappresentare un duro colpo economico, mette in luce le vulnerabilità di una gestione completamente automatizzata delle stazioni di servizio, dove la supervisione umana viene spesso sacrificata in nome dell’efficienza.
Questo caso, che ha visto protagonista il distributore Esso di Averbode, non è però un’eccezione nel panorama europeo. Nel corso degli anni, errori simili sono stati registrati anche in Italia e in altri paesi, sempre con conseguenze economiche pesanti per i gestori delle stazioni. L’esperienza dimostra che la rapidità di intervento è fondamentale per limitare i danni derivanti da questi imprevisti. La tecnologia, seppur avanzata, non può sostituire completamente il controllo diretto dell’uomo, soprattutto quando si gestiscono beni di valore come i carburanti.
L’episodio ha anche acceso i riflettori sulla rapidità con cui una notizia può diffondersi in un’epoca in cui i prezzi dei carburanti hanno raggiunto livelli storicamente elevati. Bastano pochi minuti perché un’informazione simile si diffonda sui social, attirando una folla di automobilisti pronti a cogliere l’occasione. Il caso di Averbode lo dimostra: in poche ore, la stazione di servizio si è trovata al centro di un assalto che nessun gestore avrebbe potuto prevedere.
Sul fronte delle responsabilità, le autorità belghe hanno deciso di non adottare misure nei confronti degli automobilisti che hanno approfittato dell’errore. La responsabilità, secondo quanto dichiarato, ricade interamente sulla gestione del distributore, che non è stata in grado di prevenire o correggere tempestivamente il problema. Una decisione che, se da un lato tutela i consumatori, dall’altro lancia un monito importante a tutti gli operatori del settore automotive: l’attenzione nella gestione delle tecnologie automatizzate deve essere massima.
Nonostante l’adozione crescente di sistemi automatizzati nelle stazioni di servizio, questa vicenda evidenzia quanto la presenza umana resti un elemento imprescindibile. Un piccolo errore di programmazione può tradursi in una perdita economica ingente, e la tempestività nell’individuare e correggere questi problemi può fare la differenza tra un semplice disguido e una vera e propria emorragia finanziaria.
Il caso del distributore Esso di Averbode rappresenta un esempio lampante di come la tecnologia, se non adeguatamente supervisionata, possa trasformarsi da alleata a potenziale fonte di rischio. Per il settore dei carburanti, la lezione è chiara: la supervisione umana resta una componente fondamentale, soprattutto in un mercato dove il prezzo carburante è oggetto di grande attenzione da parte degli automobilisti e dove ogni errore può avere ripercussioni economiche notevoli.
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