Dalla Palazzina di Mirafiori scompare il nome Fiat: fine di un'era
Stellantis avvia la riqualificazione di Mirafiori con rimozione insegne storiche, investimenti per eDCT e Fiat 500e, e un hub di economia circolare per batterie e componenti
Nel cuore pulsante di Torino, lo storico stabilimento che ha segnato la storia dell’automobile italiana dal 1939 si prepara a una trasformazione epocale. Con un investimento totale di 340 milioni di euro, il complesso produttivo si appresta a vivere una rivoluzione che unisce la forza della tradizione con l’energia dell’innovazione. Un percorso che promette di ridisegnare completamente il volto del sito entro il 2027, ponendo le basi per il futuro dell’industria automobilistica nazionale.
Il primo segnale tangibile di questo cambiamento è stato la rimozione delle iconiche insegne dei marchi automobilistici che, per decenni, hanno dominato la facciata dell’edificio. Un gesto che va oltre il simbolismo: segna l’inizio di una metamorfosi che punta alla creazione del grEEn-campus, uno spazio di lavoro moderno e collaborativo, progettato per ridurre al minimo l’impatto ambientale e pronto ad accogliere i primi lavoratori entro il 2025.
Una grossa trasformazione
Alla guida di questa trasformazione c’è Stellantis, il colosso automobilistico che ha deciso di scommettere sul rilancio di uno dei suoi siti più rappresentativi. L’investimento complessivo prevede 240 milioni di euro destinati alla nascita del Mirafiori Automotive Park 2030, una vera e propria cittadella dell’innovazione e della produzione automobilistica avanzata. A questi si aggiungono ulteriori 100 milioni di euro specificamente dedicati al potenziamento della Fiat 500, modello di punta per la mobilità elettrica made in Italy.
Il nuovo piano industriale si articola su più fronti. Uno degli elementi chiave è l’avvio della produzione delle trasmissioni elettrificate a doppia frizione, le cosiddette eDCT, che rappresentano un tassello fondamentale per la transizione verso la mobilità sostenibile. Parallelamente, è previsto lo sviluppo di batterie ad alte prestazioni, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del sito torinese nel panorama internazionale dell’automotive.
Ma la vera novità è rappresentata dall’inaugurazione del primo Circular Economy Hub del gruppo, un centro all’avanguardia dedicato alla rigenerazione di componenti critici come motori, cambi e batterie ad alta tensione. Questo polo, sostenuto da un investimento iniziale di 40 milioni di euro, si occuperà anche del ricondizionamento e della demolizione controllata dei veicoli, abbracciando così una visione di economia circolare sempre più centrale nelle strategie industriali moderne. Sul fronte occupazionale, l’obiettivo è ambizioso: si prevedono circa 550 nuovi posti di lavoro entro il 2025, a testimonianza della volontà di Stellantis di valorizzare la filiera locale e accompagnare la transizione con programmi di riqualificazione professionale.
Non mancano le rimostranze
Non mancano, tuttavia, le reazioni contrastanti. La rimozione delle insegne storiche ha suscitato un acceso dibattito tra chi vede in questo gesto un necessario passo verso la modernizzazione e chi, invece, teme la perdita di un patrimonio storico e architettonico di inestimabile valore. Le associazioni culturali e molti cittadini chiedono che venga mantenuta viva la memoria del passato, anche in un contesto di profondo rinnovamento.
Sul versante sindacale, gli annunci relativi agli investimenti sono stati accolti con favore, ma restano aperte le richieste in tema di sicurezza sul lavoro, formazione continua e stabilità contrattuale. Da parte sua, Stellantis ha ribadito l’impegno a garantire condizioni di lavoro all’avanguardia e a investire in programmi di aggiornamento delle competenze, in linea con le esigenze di una produzione sempre più tecnologica e sostenibile.
Dal punto di vista ambientale, il progetto si distingue per l’adozione di soluzioni innovative: l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’introduzione di sistemi di ventilazione ad alta efficienza e la creazione di ampie aree verdi sono solo alcune delle misure pensate per raggiungere l’obiettivo carbon net zero entro il 2038. Un traguardo che si inserisce perfettamente nella strategia globale Dare Forward 2030, il piano che guiderà Stellantis verso un futuro a basse emissioni e ad alto valore aggiunto.
Un banco di prova
Gli analisti del settore leggono questa trasformazione come un banco di prova decisivo per valutare la capacità dell’industria automobilistica italiana di adattarsi alla transizione elettrica senza perdere occupazione e competenze. Il rilancio di Mirafiori si configura dunque come un laboratorio d’innovazione, in cui il rispetto per l’eredità industriale si fonde con la necessità di rinnovare processi e prodotti.
I prossimi mesi saranno determinanti: l’avanzamento dei lavori, l’attivazione delle nuove linee produttive e il rafforzamento della Fiat 500 offriranno indicazioni concrete sulla solidità della strategia di Stellantis e sul futuro di uno dei simboli più amati dell’industria italiana.