Cina, nuovi standard di sicurezza per i sistemi di assistenza alla guida L2

Il MIIT avvia una consultazione pubblica su una norma per la sicurezza dei sistemi di guida assistita L2. Focus su requisiti tecnici, controlli e responsabilità

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 17 set 2025
Cina, nuovi standard di sicurezza per i sistemi di assistenza alla guida L2

Nel panorama automobilistico globale, la Cina si appresta a compiere un passo fondamentale verso la tutela dei conducenti e la regolamentazione delle tecnologie di assistenza alla guida. La recente proposta del MIIT (Ministero dell’Industria e dell’Information Technology) introduce un nuovo quadro normativo pensato per garantire sicurezza, trasparenza e affidabilità nei sistemi di guida assistita di livello L2. Un mercato in fortissima crescita, come dimostrano i dati dei primi sette mesi del 2025: ben 7,76 milioni di veicoli venduti dotati di queste tecnologie, equivalenti al 62,58% delle nuove immatricolazioni.

Come regolamentare le auto intelligenti

Questa consultazione pubblica, promossa dal governo cinese, si propone di colmare un vuoto normativo che negli ultimi anni ha generato incertezza sia tra i consumatori che tra i produttori di auto intelligente. Fino ad oggi, l’assenza di parametri uniformi ha permesso alle case automobilistiche di adottare strategie di comunicazione spesso ambigue, alimentando la confusione e, in alcuni casi, ponendo a rischio la sicurezza degli utenti. La nuova normativa sicurezza si presenta come una risposta concreta a queste criticità, offrendo uno standard nazionale obbligatorio denominato “Requisiti di sicurezza per i sistemi di assistenza alla guida combinata nei veicoli intelligenti connessi”.

Un aspetto particolarmente delicato riguarda la tendenza, da parte di alcuni costruttori, a pubblicizzare i propri sistemi con termini come “guida autonoma avanzata” o “zero intervento”. Queste espressioni, prive di fondamento tecnico nel contesto dei sistemi L2, hanno contribuito a creare aspettative irrealistiche nei conducenti, inducendoli talvolta a sopravvalutare le reali capacità delle tecnologie a bordo delle proprie vetture. Il nuovo standard, invece, mira a definire con chiarezza le funzionalità consentite e i limiti operativi, proteggendo così gli utenti da interpretazioni fuorvianti e potenzialmente pericolose.

I livelli di protezione

Il framework normativo delineato dal MIIT si articola su tre livelli di protezione, ognuno dei quali contribuisce a rafforzare la sicurezza complessiva del sistema. In primo luogo, vengono stabilite condizioni operative rigorose per ogni funzione dei sistemi di guida assistita: dal mantenimento della corsia singola all’assistenza alla navigazione, ogni tecnologia dovrà superare test specifici sia in laboratorio che su strada, garantendo così la massima affidabilità in ogni situazione reale.

In secondo luogo, la normativa impone controlli sistematici lungo l’intero ciclo produttivo. Dalla fase di progettazione iniziale fino al monitoraggio dei veicoli già in circolazione, le case automobilistiche saranno chiamate a rispettare standard elevati e a dimostrare la conformità delle proprie soluzioni tecnologiche. Questo approccio non solo favorisce la trasparenza, ma stimola anche la innovazione responsabile, incentivando lo sviluppo di sistemi sempre più sicuri e affidabili.

Un ulteriore pilastro

Il terzo pilastro della normativa riguarda l’utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie di assistenza. Sarà obbligatorio integrare dispositivi di rilevamento delle mani sul volante e sistemi di monitoraggio dello sguardo, capaci di emettere avvisi o di disattivare automaticamente le funzionalità di assistenza in caso di disattenzione prolungata del conducente. In questo modo, si punta a prevenire comportamenti imprudenti e a rafforzare il ruolo attivo del guidatore, che rimane sempre il principale responsabile del controllo del veicolo.

L’urgenza di questa riforma è stata tragicamente sottolineata da recenti incidenti, come quello avvenuto a marzo e che ha coinvolto tre studenti universitari a bordo di una Xiaomi SU7 in modalità di guida assistita. Episodi di questo tipo hanno acceso i riflettori sulla necessità di regolamentare in modo stringente l’adozione e l’utilizzo dei sistemi L2, evitando che l’entusiasmo per le nuove tecnologie si traduca in rischi per la sicurezza pubblica.

Responsabilità primaria del conducente

Sebbene la normativa cinese sia pensata per i sistemi L2 – dove il conducente mantiene la responsabilità primaria della guida – le sue implicazioni potrebbero avere un impatto ben oltre i confini nazionali. L’approccio pragmatico e orientato alla sicurezza potrebbe infatti diventare un modello di riferimento internazionale, contribuendo a bilanciare in modo virtuoso progresso tecnologico e tutela degli utenti in un settore destinato a rivoluzionare la mobilità globale.

In conclusione, la proposta del MIIT rappresenta un passo avanti decisivo per l’intero comparto delle auto intelligente. L’introduzione di una normativa sicurezza chiara e rigorosa non solo protegge i consumatori, ma stimola anche la innovazione e rafforza la fiducia nel futuro della mobilità assistita. Un esempio di come la regolamentazione possa accompagnare lo sviluppo tecnologico, garantendo che il progresso sia sempre al servizio della sicurezza e del benessere collettivo.

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