Bottas spiega il difficile adattamento di Hamilton in Ferrari
Hamilton affronta il Gran Premio del Brasile dopo un anno difficile in Ferrari con la SF25. Bottas commenta l'adattamento; la nuova era tecnica 2026 è vista come opportunità
Il cammino di Lewis Hamilton in rosso si arricchisce di nuove sfide mentre il circus della Formula 1 fa tappa a Interlagos, per il Gran Premio del Brasile. Il sette volte campione del mondo affronta una stagione in salita con la Ferrari, in un contesto dove il riscatto sembra più una speranza che una certezza immediata. Il palcoscenico brasiliano, storicamente carico di significato per Hamilton, diventa così l’occasione per misurare le prospettive di una scuderia in cerca di identità e di un pilota chiamato a reinventarsi in attesa della rivoluzione regolamentare del 2026.
La transizione del campione britannico dalla dominante Mercedes alla Ferrari si è rivelata ben più impegnativa di quanto si potesse prevedere. Nonostante la fama di Hamilton come pilota capace di adattarsi a qualsiasi contesto tecnico, la SF25 ha messo a nudo tutte le difficoltà di un progetto che, anche dopo gli aggiornamenti introdotti nella seconda parte della stagione, fatica a tenere il passo dei team di vertice. Le promesse di una monoposto rinnovata e competitiva sono state, finora, disattese da limiti strutturali che hanno condizionato le prestazioni del pilota inglese, impedendogli di esprimere appieno il proprio talento.
Un cambio radicale
In questo scenario complesso, il contributo di chi ha vissuto in prima persona il passaggio tra i due mondi non è passato inosservato. Valtteri Bottas, ex compagno di Hamilton ai tempi della Mercedes, ha sottolineato come il trasferimento da Brackley a Maranello rappresenti molto più di un semplice cambio di casacca: “Passare dalla Mercedes alla Ferrari significa confrontarsi con una cultura aziendale diversa, nuovi metodi di lavoro e una power unit completamente differente”, ha spiegato il pilota finlandese. Le sue parole evidenziano la profondità di un processo di adattamento che richiede tempo, pazienza e una notevole capacità di resilienza.
Le difficoltà di Hamilton non si limitano però al contesto ambientale. Il sette volte iridato ha più volte ammesso che le monoposto di nuova generazione, caratterizzate dall’effetto suolo, hanno in parte neutralizzato le sue doti naturali di guida. Le vetture attuali impongono uno stile di guida profondamente diverso rispetto al passato, costringendo anche un fuoriclasse come lui a modificare radicalmente il proprio approccio in pista. In alcune dichiarazioni recenti, Hamilton ha confessato di dover lottare per trovare il feeling giusto, una situazione che ha reso ancora più arduo il percorso di inserimento in Ferrari.
Un circuito carico di pahtos
Il circuito di Interlagos aggiunge ulteriore pathos a questa fase della carriera di Hamilton. Non solo per il valore sportivo della pista, ma anche per il legame personale che il pilota britannico ha con il Brasile. Nel 2022, infatti, Hamilton è stato insignito della cittadinanza onoraria brasiliana, suggellando così un rapporto speciale con il Paese e con la memoria di Ayrton Senna, suo idolo d’infanzia. Questo status unico amplifica inevitabilmente l’attenzione mediatica attorno alle sue prestazioni in occasione del Gran Premio del Brasile.
Nel frattempo, gli ingegneri della Ferrari non sono rimasti a guardare. Gli sforzi per migliorare la stabilità e l’efficienza aerodinamica della SF25 sono stati continui, ma i progressi raggiunti non hanno ancora permesso di colmare il gap con le scuderie rivali. La squadra di Maranello si trova così divisa tra la necessità di intervenire sul presente e la pianificazione strategica per il futuro, con uno sguardo sempre più attento alla rivoluzione tecnica prevista per il 2026.
La sfida più impegnativa
Secondo molti osservatori, la sfida più impegnativa per Lewis Hamilton è ora quella mentale. Dopo anni trascorsi in una struttura dominante come la Mercedes, il pilota britannico si trova a dover ripartire da zero, affrontando un profondo reset psicologico. Reinventarsi in un ambiente nuovo, dove le certezze sono poche e i risultati faticano ad arrivare, rappresenta un banco di prova formidabile anche per un campione della sua esperienza.
Per i tifosi della Rossa, il weekend di Interlagos potrebbe offrire preziose indicazioni sulla direzione del progetto. Una SF25 più competitiva potrebbe riaccendere le speranze in vista del finale di stagione, mentre eventuali difficoltà confermerebbero che il vero rilancio della Ferrari e di Lewis Hamilton passerà necessariamente dal 2026, quando i nuovi regolamenti tecnici offriranno l’opportunità di riscrivere le gerarchie e, forse, di rivedere il campione britannico nella dimensione che gli appartiene.