Annullata multa per automobilista a 255 km/h, l'autovelox non era omologato
Un automobilista fermato a 255 km/h sull'A26 ottiene l'annullamento della multa per un autovelox non omologato. Un caso emblematico
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Libertà di correre a 255 km/h sull’autostrada, ma con un risvolto giuridico che fa discutere. Un automobilista italiano, fermato per aver sfrecciato a questa impressionante velocità sulla autostrada A26, ha visto la sua multa annullata grazie a un cavillo tecnico. La sanzione di 845 euro è stata cancellata, la patente restituita, e il caso ha sollevato un dibattito acceso sulla sicurezza stradale e sulla validità dei controlli elettronici.
Risale al 2024
L’episodio risale al maggio 2024, in un tratto autostradale dove il limite di velocità è fissato a 130 km/h. Nonostante l’eccesso di ben 125 km/h, l’automobilista è riuscito a far annullare la sanzione contestando la regolarità del dispositivo utilizzato per il rilevamento. Il Trucam, uno strumento approvato per il controllo della velocità, non risultava infatti omologato secondo la normativa vigente. Questo dettaglio, portato alla luce dall’avvocato Gabriele Pipicelli, è stato determinante per il verdetto.
La Prefettura di Novara, incaricata di esaminare il caso, ha dovuto riconoscere l’irregolarità della rilevazione. Questo episodio mette in evidenza un problema di sistema: molti autovelox in Italia potrebbero non rispettare i requisiti di legge. I dati confermano che una percentuale significativa di ricorsi contro le multe per eccesso di velocità viene accolta, alimentando dubbi sull’efficacia e sulla correttezza degli strumenti di controllo.
Una questione spinosa
Il governo, già alla fine del 2023, aveva introdotto nuove regole per migliorare la trasparenza nell’utilizzo degli autovelox, ma il caso avvenuto a Sillavengo dimostra che le zone grigie nella legislazione persistono. La Corte di Cassazione ha chiarito che solo le misurazioni effettuate con dispositivi omologati possono essere considerate valide. Tuttavia, l’applicazione pratica di questo principio resta complessa, lasciando spazio a interpretazioni e ricorsi.
Nonostante la vittoria legale, il comportamento dell’automobilista resta altamente irresponsabile. Guidare a velocità 255 km/h rappresenta un rischio enorme non solo per il conducente, ma anche per tutti gli altri utenti della strada. Incidenti a tali velocità possono avere conseguenze devastanti, rendendo indispensabile un intervento deciso per prevenire simili episodi.
Una questione fondamentale
La vicenda solleva inoltre una questione fondamentale: l’urgenza di garantire che tutti i dispositivi di controllo della velocità siano conformi alle normative. Solo un approccio coordinato da parte delle autorità potrà evitare che comportamenti pericolosi restino impuniti a causa di tecnicismi legali. Questo richiede un impegno congiunto tra governo, enti locali e produttori di apparecchiature per assicurare che ogni strumento sia adeguatamente certificato e utilizzato in modo corretto.
Il caso dell’automobilista sulla autostrada A26 non è un episodio isolato, ma un segnale di un problema più ampio che necessita di una soluzione strutturale. La sicurezza stradale deve essere una priorità, e ogni anello della catena, dalla legislazione alla tecnologia, deve essere solido per garantire il rispetto delle regole e la protezione di tutti gli utenti della strada.
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