Autogrill, quanto mi costi: la polemica sul rincaro dei prezzi

Autogrill sotto accusa per rincari record: acqua, Coca-Cola e gelati a prezzi esorbitanti. Proteste dei viaggiatori e denuncia di Salvo Sottile

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 15 ago 2025
Autogrill, quanto mi costi: la polemica sul rincaro dei prezzi

Viaggiare sulle autostrade italiane sta diventando sempre più un lusso, e non solo per il costo del pedaggio. Chiunque abbia fatto recentemente una sosta in un Autogrill lo sa bene: bastano pochi minuti e il portafoglio si alleggerisce in modo sorprendente. Oggi, infatti, una semplice bottiglietta d’acqua può arrivare a costare 3,30 euro, una Coca-Cola viene proposta a ben otto euro e un gelato supera abbondantemente i tre euro. Prezzi che, per molti automobilisti e famiglie in viaggio, trasformano la pausa in autostrada in un vero e proprio salasso.

La situazione dei prezzi negli esercizi commerciali delle aree di servizio è ormai fuori controllo. Se un tempo la sosta era un momento di ristoro e relax durante i lunghi spostamenti, oggi è diventata sinonimo di spesa eccessiva, tanto da indurre molti a ripensare alle proprie abitudini di viaggio. Non si tratta di casi isolati: negli ultimi mesi, le segnalazioni di rincari si sono moltiplicate, dipingendo un quadro allarmante che interessa tutto il territorio nazionale.

La polemica del noto giornalista

Il malcontento è esploso anche grazie alla denuncia di volti noti. Emblematico il caso del giornalista Salvo Sottile, che in un video diventato virale sui social ha espresso senza mezzi termini il disagio condiviso da migliaia di italiani: “Ma non vi vergognate? Lo fate perché sapete che sennò uno deve andare fuori dall’autostrada per poter mangiare”. Un’accusa che ha colpito nel segno, dando voce a chi si sente prigioniero di un sistema che approfitta della condizione di “viaggiatore in transito”.

Tra i paradossi più clamorosi, proprio Sottile ha evidenziato come, in alcuni casi, una bottiglietta di acqua possa arrivare a costare più della benzina. Un confronto che lascia poco spazio alle giustificazioni ufficiali, spesso attribuite all’inflazione o all’aumento dei costi di gestione delle aree di servizio. La sproporzione tra i prezzi praticati e il valore reale dei prodotti offerti è ormai sotto gli occhi di tutti, e le giustificazioni sembrano sempre meno convincenti agli occhi dei consumatori.

Cambiare strategia

Di fronte a questa realtà, molti italiani hanno deciso di cambiare strategia: sempre più famiglie si organizzano con pranzi al sacco, thermos e borracce riutilizzabili, nel tentativo di evitare quella che viene percepita come una vera e propria “tassa di transito”. Il fenomeno non riguarda solo i viaggi estivi, ma rischia di esplodere proprio durante le grandi partenze. Secondo Altroconsumo, l’estate 2025 potrebbe essere particolarmente gravosa per chi si metterà in viaggio sulle nostre autostrade, tra rincari e servizi sempre meno accessibili.

Ma quali sono le ragioni dietro questi aumenti vertiginosi? Da una parte ci sono effettivamente i costi crescenti delle materie prime e delle spese di gestione degli spazi commerciali, dall’altra una strategia commerciale che sfrutta la posizione di monopolio delle aree di servizio. Chi si trova in viaggio, infatti, ha spesso poche alternative: uscire dall’autostrada per cercare prezzi più bassi significa perdere tempo prezioso e consumare ulteriore carburante, con il rischio di rendere la sosta ancora più onerosa.

Un tema rivelante

Quello che fino a qualche anno fa era un semplice aneddoto da raccontare al ritorno dalle vacanze è diventato oggi un tema di rilevanza nazionale. Le proteste sui social network e le denunce di personaggi pubblici stanno finalmente portando alla luce una situazione che per troppo tempo è stata considerata inevitabile. Oggi, invece, si parla apertamente di una distorsione di mercato che penalizza milioni di italiani in movimento e mette in discussione il ruolo stesso delle aree di servizio come punti di ristoro accessibili a tutti.

Il rischio è che la sosta in Autogrill si trasformi sempre più in un privilegio per pochi, mentre la maggioranza dei viaggiatori si vede costretta a rinunciare a piccoli piaceri come una Coca-Cola fresca o un gelato per non cadere vittima di prezzi fuori controllo. La speranza è che l’attenzione mediatica e la pressione dei consumatori possano finalmente spingere verso una maggiore trasparenza e una regolamentazione più equa, restituendo alle pause in autostrada il loro valore originario: un momento di relax, ristoro e condivisione, e non più un’occasione di rincari ingiustificati.

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