Auto più sicure ma meno accessibili: il dilemma dei nuovi obblighi UE per le citycar

L'obbligo UE di nuovi sistemi di sicurezza fa aumentare i prezzi delle citycar. Stellantis e ACEA chiedono una revisione per garantire auto compatte più accessibili.

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 10 set 2025
Auto più sicure ma meno accessibili: il dilemma dei nuovi obblighi UE per le citycar

Il mercato delle auto di nuova generazione sta vivendo una vera e propria rivoluzione, ma non tutti gli automobilisti sono pronti ad accoglierla a braccia aperte. L’inasprimento delle normative europee in materia di dispositivi di sicurezza sta trasformando profondamente il panorama delle vetture compatte ed economiche, minacciando la sopravvivenza delle tradizionali citycar sotto i 15.000 euro. Questa svolta, guidata dall’obiettivo di strade più sicure, sta però sollevando numerosi interrogativi sulla reale accessibilità economica delle vetture nuove per ampie fasce della popolazione.

A partire da luglio 2024, ogni auto di nuova generazione che farà il suo ingresso sul mercato europeo dovrà essere equipaggiata obbligatoriamente con avanzati ADAS (Advanced Driver Assistance Systems). Questi sistemi comprendono il regolatore intelligente della velocità, la scatola nera, la frenata automatica d’emergenza e il monitoraggio dell’attenzione del conducente. Si tratta di una rivoluzione tecnologica che, se da un lato promette di ridurre drasticamente il numero di incidenti, dall’altro comporta un inevitabile aumento dei prezzi di listino, rendendo le vetture economiche sempre più rare.

Il caso della Opel Corsa benzina, proposta in promozione a 13.950 euro, rappresenta ormai un’eccezione nel panorama attuale. Solo pochi anni fa, la fascia di prezzo tra 10.000 e 15.000 euro era popolata da numerosi modelli, offrendo ai consumatori una scelta ampia e variegata. Oggi, invece, trovare una vettura nuova a meno di 15.000 euro è diventato quasi impossibile, e la situazione rischia di peggiorare ulteriormente con l’entrata in vigore delle nuove normative.

Le case automobilistiche, e in particolare Stellantis, hanno deciso di portare la questione all’attenzione della Unione Europea, sostenute dall’ACEA (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili). L’argomentazione è chiara: le citycar, utilizzate prevalentemente in contesti urbani e a basse velocità, potrebbero non necessitare della stessa dotazione di dispositivi di sicurezza prevista per vetture di segmenti superiori. L’imposizione di tecnologie avanzate e costose rischia di snaturare la filosofia di queste vetture, nate per essere semplici, pratiche ed economiche.

Il dibattito si fa acceso e tocca questioni di grande rilievo sociale: da una parte, la sicurezza stradale viene giustamente considerata un diritto irrinunciabile, dall’altra, l’accessibilità economica dell’auto nuova rappresenta un’esigenza concreta per milioni di cittadini. Con l’obbligo di adottare i ADAS, le vetture compatte rischiano di perdere la loro identità originaria e di allontanarsi dalle possibilità di molti automobilisti, spingendo così una fetta importante della popolazione verso il mercato dell’usato o, peggio ancora, a rinunciare all’acquisto di un’auto nuova.

Non si tratta soltanto di una questione economica, ma anche di libertà di scelta. Le nuove regole rischiano infatti di restringere drasticamente il ventaglio di opzioni disponibili per chi desidera una vettura semplice e accessibile, limitando la possibilità di trovare un modello adatto alle proprie esigenze senza dover necessariamente affrontare costi elevati. Mentre la Unione Europea difende la necessità di innalzare gli standard di sicurezza per ridurre gli incidenti sulle strade, produttori e consumatori temono che l’eccesso di regolamentazione possa penalizzare ingiustamente chi cerca una soluzione pratica per la mobilità quotidiana.

Il settore automobilistico, in attesa di possibili revisioni delle normative, guarda con apprensione al futuro delle citycar. Una revisione degli obblighi sui dispositivi di sicurezza per i segmenti più piccoli potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per il mercato, restituendo alle vetture compatte il ruolo di protagoniste della mobilità urbana. La sfida, oggi più che mai, è trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza di tutti e quella di mantenere le auto di nuova generazione accessibili e alla portata di chi ne ha più bisogno.

In conclusione, il dibattito sulle nuove regole per le auto di nuova generazione mette in luce una questione fondamentale: la sicurezza non deve trasformarsi in un lusso riservato a pochi, ma restare un diritto condiviso da tutti, senza sacrificare la libertà di scelta e l’accessibilità economica che hanno sempre caratterizzato il segmento delle citycar. Solo così sarà possibile costruire una mobilità davvero sostenibile, sicura e inclusiva per il futuro delle nostre città.

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