Alfa Romeo, potrebbe essere tre i modelli con la base STLA Large

Le divergenze tra le dichiarazioni del CEO Santo Ficili e le indiscrezioni su un terzo modello STLA Large sollevano dubbi sul futuro della gamma Alfa Romeo e sulle scelte strategiche di Stellantis

Alfa Romeo, potrebbe essere tre i modelli con la base STLA Large
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Renato Terlisi
Pubblicato il 31 ott 2025

Il futuro di Alfa Romeo si trova oggi in una fase di profonda incertezza, tra dichiarazioni ufficiali, strategie industriali ancora in divenire e voci di corridoio che alimentano un dibattito acceso tra appassionati e analisti. L’identità del marchio italiano è messa alla prova da una serie di contraddizioni interne che coinvolgono direttamente la direzione del gruppo Stellantis e la definizione della gamma dei prossimi anni. In particolare, il nodo cruciale riguarda le dimensioni dei modelli che costituiranno l’offerta futura: optare per una gamma compatta e sportiva, in linea con la tradizione del brand, oppure espandersi verso segmenti più grandi e redditizi, in grado di competere sui mercati globali più importanti.

Un bivio strategico per il marchio

Negli ultimi mesi, le dichiarazioni del CEO del marchio Santo Ficili hanno contribuito a definire una linea apparentemente chiara: nessuna apertura verso vetture di grandi dimensioni. Secondo Ficili, i modelli imponenti non rappresentano il DNA di Alfa Romeo e non sono previsti nei programmi futuri del marchio. Questa presa di posizione, tuttavia, si scontra con il passato recente, quando si era parlato con insistenza di un SUV di segmento E, pensato per conquistare il mercato statunitense, dove i veicoli premium di grandi dimensioni continuano a riscuotere grande successo.

La posizione di Ficili, per quanto netta, non sembra però trovare un riscontro univoco all’interno del gruppo. Indiscrezioni provenienti da ambienti parigini suggeriscono che Antonio Filosa, nuovo amministratore delegato di Stellantis, stia valutando un ridimensionamento drastico della gamma Alfa Romeo, limitandola a soli quattro modelli chiave: la compatta Junior, il SUV Tonale, la berlina Giulia e il SUV Stelvio. Una strategia di questo tipo avrebbe l’obiettivo di ottimizzare i costi e puntare esclusivamente su prodotti dal forte posizionamento premium, concentrando le risorse su modelli capaci di generare margini elevati.

Il dilemma delle dimensioni: opportunità e rischi

Una gamma così ristretta, tuttavia, solleverebbe dubbi importanti. Tra la Junior (circa 4,1 metri) e la Tonale (oltre 4,6 metri) rimarrebbe scoperto un segmento strategico, lasciando potenzialmente spazio alla concorrenza in una fascia di mercato che, soprattutto in Europa e nei mercati extraeuropei come Stati Uniti e Cina, continua a offrire grandi opportunità in termini di volumi e redditività.

In questo scenario di incertezza, fonti interne a Stellantis offrono una prospettiva alternativa. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe in fase di sviluppo un terzo modello basato sulla piattaforma STLA Large, l’architettura modulare di nuova generazione progettata per ospitare veicoli elettrificati e completamente elettrici di dimensioni superiori. Questo modello, descritto come un SUV o crossover di taglia intermedia, non sarebbe necessariamente “gigantesco”, ma avrebbe il compito di colmare il vuoto tra le compatte e i SUV di segmento D, garantendo al contempo autonomia elevata e soluzioni tecnologiche all’avanguardia.

Vantaggi e svantaggi delle diverse strategie

Dal punto di vista commerciale, le opzioni sul tavolo presentano vantaggi e criticità. Una gamma limitata, composta da modelli come Giulia, Stelvio e Tonale, potrebbe rafforzare l’identità del marchio, rendendo più chiaro il posizionamento e migliorando la redditività grazie a una gestione più efficiente delle risorse. Tuttavia, la rinuncia a presidiare il segmento compreso tra 4,2 e 4,8 metri rischia di rappresentare un’occasione mancata, specialmente nei mercati dove i SUV e le berline premium di dimensioni generose continuano a trainare la domanda.

Una soluzione di compromesso, secondo alcune fonti, potrebbe essere quella di sfruttare la flessibilità della piattaforma STLA Large per realizzare modelli di dimensioni variabili, in grado di adattarsi alle esigenze dei diversi mercati senza rinunciare ai valori storici di sportività e compattezza che da sempre contraddistinguono Alfa Romeo. In questo modo, il marchio potrebbe mantenere una gamma relativamente contenuta, ma allo stesso tempo non precludersi la possibilità di offrire veicoli più spaziosi laddove il mercato lo richieda.

Il ruolo del prossimo piano industriale

La comunità degli appassionati e gli analisti del settore restano divisi: da un lato c’è chi vede positivamente l’idea di una gamma ristretta e fortemente caratterizzata, dall’altro chi teme che l’assenza in segmenti chiave possa ridurre la rilevanza globale del marchio. La risposta definitiva arriverà solo con il prossimo piano industriale di Stellantis, che dovrà chiarire le priorità di investimento, la strategia di elettrificazione e il posizionamento futuro di Alfa Romeo all’interno del gruppo.

In un contesto segnato da annunci, smentite e indiscrezioni, il futuro della casa del Biscione resta avvolto nell’incertezza. Saranno le scelte del management di Stellantis e l’evoluzione delle tendenze di mercato a determinare non solo la composizione della gamma prodotti, ma anche il ruolo che Alfa Romeo potrà giocare nel panorama automotive premium dei prossimi anni.

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