Alfa Romeo, l'ipotesi di una nuova Giulietta prende corpo

Alfa Romeo ritarda Giulia e Stelvio e punta sul ritorno della Giulietta e su un nuovo crossover su STLA Small prodotto a Pomigliano. Tonale 'vera' attesa fine 2027; BottegaFuoriserie conferma l'attenzione ai modelli d'elite e alle performance

Alfa Romeo, l'ipotesi di una nuova Giulietta prende corpo
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 dic 2025

Nel panorama automobilistico europeo, il futuro di Alfa Romeo si sta delineando con una strategia che rompe con il passato recente e punta su scelte coraggiose. Il marchio del Biscione, simbolo di sportività e tradizione, si prepara a una profonda trasformazione che coinvolgerà sia la gamma prodotti sia il posizionamento sul mercato. Le decisioni prese rappresentano una svolta significativa: da una parte si assiste all’abbandono del segmento delle berline di lusso, dall’altra emerge una rinnovata attenzione verso modelli compatti, performanti e fortemente legati alla propria storia. Questo nuovo corso, che promette di ridefinire l’identità del brand, si articola in una serie di mosse strategiche che avranno un impatto profondo nei prossimi anni.

Gamma pronta alla rivoluzione

Dopo una lunga attesa, la casa di Arese annuncia il rinvio dei rinnovamenti per i suoi modelli di punta, Stelvio e Giulia, spostando il debutto delle nuove generazioni al 2028. Questa scelta apre la strada a una rivoluzione nella gamma, che vedrà la reintroduzione di nomi storici e l’arrivo di nuove proposte pensate per rispondere alle mutate esigenze del mercato europeo. Al centro di questa strategia c’è la volontà di recuperare l’appeal di modelli iconici, come la Giulietta, la cui rinascita è prevista insieme a un inedito crossover sportivo, entrambi sviluppati sulla piattaforma STLA Small. La direzione è chiara: puntare su compatte di carattere, capaci di unire prestazioni e praticità, senza perdere il DNA sportivo che da sempre distingue il marchio.

Nel breve termine, la priorità resta il lancio della nuova generazione di Tonale, prevista per la fine del 2027 e destinata a giocare un ruolo chiave nel rilancio industriale e commerciale del brand. Il nuovo modello crescerà nelle dimensioni, superando i 4,6 metri, e adotterà un design più aggressivo, oltre a proporre motorizzazioni ibride ed elettriche per rispondere alle sempre più stringenti normative sulle emissioni e agli obiettivi di decarbonizzazione.

Questa riconfigurazione dell’offerta segna l’uscita definitiva di Alfa Romeo dal segmento E delle berline di lusso. Una scelta che divide gli osservatori: i puristi la considerano un passo indietro rispetto alla tradizione sportiva del marchio, mentre gli analisti la interpretano come un adattamento necessario alle dinamiche di mercato e alle pressioni regolamentari europee. La strategia è quella di concentrare risorse e investimenti su segmenti più dinamici e redditizi, riducendo il rischio commerciale legato a modelli meno richiesti e costosi da sviluppare.

Ci sarà anche la Quadrifoglio

Se confermata, la nuova Giulietta arriverà insieme a un crossover di fascia media con vocazione performante e allestimento Quadrifoglio, entrambi prodotti nello stabilimento di Pomigliano a partire dal 2029. La scelta di affidarsi alla piattaforma STLA Small riflette la strategia di Stellantis di ottimizzare i costi e accelerare i tempi di sviluppo, sfruttando le sinergie industriali tra i diversi marchi del gruppo. Pomigliano diventerà così un hub produttivo strategico, in grado di gestire sia le varianti termiche sia quelle elettriche dei nuovi modelli.

Per mantenere viva l’esclusività e il fascino sportivo del marchio, Alfa Romeo prosegue anche il programma BottegaFuoriserie. Dopo il successo riscosso dalla 33 Stradale, è in arrivo un secondo modello da collezione, realizzato in serie limitata, che rafforzerà ulteriormente il legame con la tradizione sportiva e l’immagine di unicità, anche in un contesto normativo sempre più restrittivo.

Gli esperti del settore individuano tre leve fondamentali nella nuova strategia: la riduzione del rischio commerciale in segmenti meno profittevoli, la capacità di intercettare la crescente domanda di city car e compatte in Europa e la protezione del valore del brand attraverso prodotti esclusivi e ad alte prestazioni. La rinuncia al segmento E appare dunque come una scelta razionale, mirata a concentrare risorse dove il ritorno sull’investimento può essere maggiore e più immediato. Non mancano però le criticità: il rinvio dei lanci a fine decennio rischia di compromettere la visibilità e la fedeltà dei clienti più legati alla continuità dei modelli storici. I concessionari sottolineano l’importanza di una comunicazione trasparente e di iniziative intermedie in grado di mantenere alta l’attenzione sul marchio durante la fase di transizione.

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