L'auto domina gli spostamenti nelle città italiane: è la scelta del 67%

Areté: nelle province l'auto privata è usata dal 67% ma il 60% appoggia il divieto Diesel Euro 5 nelle aree urbane per migliorare qualità dell'aria e ridurre traffico

L'auto domina gli spostamenti nelle città italiane: è la scelta del 67%
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Giorgio Colari
Pubblicato il 10 dic 2025

Il panorama della mobilità nelle province italiane si configura come un vero e proprio paradosso: da un lato, una dipendenza quasi assoluta dall’auto privata per gli spostamenti quotidiani; dall’altro, una crescente consapevolezza ambientale che spinge molti cittadini a sostenere misure restrittive contro i veicoli più inquinanti. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto da Areté, che mette in luce come il 67% degli intervistati scelga l’auto per muoversi, mentre solo il 12% utilizza il trasporto pubblico. Eppure, nonostante questa forte propensione verso la mobilità individuale, ben il 60% si dichiara favorevole a divieti di circolazione per i Diesel Euro 5 nelle aree urbane. Un dato che evidenzia una disponibilità al cambiamento, purché accompagnata da valide alternative.

L’auto privata domina la mobilità

L’indagine sottolinea con chiarezza le ragioni che portano l’auto privata a dominare il panorama della mobilità nelle province. Il 54% degli utenti la preferisce per la rapidità negli spostamenti, un fattore decisivo soprattutto in territori caratterizzati da una bassa densità abitativa e da insediamenti sparsi. Un ulteriore 29% lamenta l’insufficienza del trasporto pubblico, ritenuto poco capillare e spesso inadeguato a soddisfare le esigenze di chi vive lontano dai principali centri urbani. Nelle province con meno di 250.000 abitanti, solo il 36% degli intervistati si dichiara soddisfatto dei servizi collettivi disponibili, a testimonianza di una rete ancora frammentaria e poco efficiente.

Il quadro della mobilità è completato da una percentuale minoritaria, ma significativa, di cittadini che scelgono soluzioni alternative: il 12% opta per gli spostamenti a piedi, mentre l’8% si affida alla micromobilità, utilizzando biciclette e monopattini. Questi dati mostrano come la transizione verso modalità di trasporto più sostenibili sia ancora agli inizi, ma presenti comunque margini di crescita, soprattutto se supportata da politiche mirate e investimenti infrastrutturali.

Il diesel Euro 5 nel mirino

Ciò che sorprende maggiormente è la contraddizione tra le abitudini consolidate e le aspirazioni future. Il 60% degli intervistati si dice favorevole all’introduzione di divieti per i Diesel Euro 5 nei centri urbani, motivando la scelta con ragioni di salute pubblica e tutela della qualità dell’aria. Il 55% individua nella riduzione dell’inquinamento il principale beneficio, mentre il 24% considera la possibilità di decongestionare il traffico come un’opportunità per migliorare la vivibilità delle città. Un ulteriore 21% fa riferimento agli obblighi normativi imposti dall’Unione Europea, a dimostrazione di una crescente attenzione alle direttive comunitarie e alle tematiche ambientali.

La spiegazione di questo apparente paradosso risiede nella specificità del territorio provinciale italiano. La dispersione degli insediamenti, la carenza di servizi pubblici integrati e la necessità di una certa flessibilità negli spostamenti lavorativi rendono l’auto privata uno strumento praticamente insostituibile per milioni di cittadini. Tuttavia, la crescente sensibilità verso i temi della sostenibilità e della qualità dell’aria sta progressivamente modificando l’atteggiamento degli italiani, spingendoli a considerare soluzioni alternative, a patto che siano realmente accessibili ed efficienti.

Il messaggio è chiaro

Il messaggio che arriva ai decisori pubblici è chiaro: la popolazione è disposta ad accettare restrizioni, come i divieti ai Diesel Euro 5, ma solo se accompagnate da investimenti concreti. Migliorare la frequenza e la qualità del trasporto pubblico, sviluppare infrastrutture dedicate alla micromobilità e garantire una reale intermodalità tra le diverse soluzioni di trasporto non sono più optional, ma prerequisiti fondamentali per rendere le nuove politiche efficaci e socialmente accettabili.

Anche il settore automotive e le aziende di trasporto sottolineano l’importanza di incentivi alla rottamazione e programmi di rinnovo delle flotte, elementi chiave per accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile. Gli amministratori locali, dal canto loro, sono chiamati a un delicato equilibrio tra le ambizioni ecologiche e le reali esigenze di spostamento dei cittadini. Solo attraverso un approccio integrato, che tenga conto delle specificità territoriali e delle richieste della popolazione, sarà possibile trasformare il paradosso della mobilità provinciale in una vera e propria transizione consapevole verso un futuro più sostenibile.

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