Presa USB auto: cosa c'è da sapere

Presa USB auto: non sono mai abbastanza e abbiamo sempre più gadget elettronici da ricaricare.

Presa USB auto: cosa c'è da sapere
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Umberto Schiavella
Pubblicato il 1 apr 2017

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Ne abbiamo sempre bisogno, ma non sono mai abbastanza. Gli ingressi USB sulle nostre auto, se presenti, sono sempre pochi, diminuiscono all’aumentare delle persone presenti in auto o in base ai numerosi device elettronici che ci portiamo sempre in giro.

Fortuna che in questi casi c’è sempre il buon vecchio e caro accendisigari che ci offre pratiche soluzioni a portata di un click. Facendo un veloce giro su

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ci si può imbattere in un accessorio che risolverà tutti i nostri problemi di ricarica per smartphone, tablet e compagnia bella: un caricabatteria in alluminio da 54W con quattro porte USB Quick Charge 3.0 e dotato di tecnologia iSmart 2.0, una protezione integrata contro il surriscaldamento, il sovraccarico e il corto circuito.

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Con questo dovremmo essere tutti a posto, indipendentemente dall’età della vettura, ma attenzione a non abusarne, potreste scaricare in un sol colpo la batteria della vostra auto, nel caso cercate, sempre su Amazon uno

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, non si sa mai…

Certo, visto le recenti leggi contro il fumo in auto, forse, un giorno l’accendisigari vero e proprio sparirà dalle nostre auto lasciando il posto al solo connettore a corrente continua a 12 V. Il primo accendisigari fece la sua comparsa come equipaggiamento delle automobili nel 1926. Nel 1928, la Connecticut Automotive Specialty Company brevettò il primo accendisigari a bobina metallica, mentre l’accendisigari definitivo che noi tutti conosciamo fu messo in vendita a partire dal 1956 dalla Casco.

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